giovedì 27 febbraio 2020

Il genere e il significato


La nostra bella lingua è ricca di vocaboli omonimi, vale a dire identici nella grafia e nella pronuncia, il cui genere e significato sono “stabiliti” dall’articolo. Rimandiamo i lettori interessati all'argomento a un nostro vecchio intervento sul "Cannocchiale".


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Spartitraffico: si pluralizza?

Tutti i vocabolari consultati attestano il sostantivo "spartitraffico", che indica - come si legge nel De Mauro in rete - una «linea bianca o struttura rialzata che divide una strada in diverse corsie convogliando il flusso del traffico», indeclinabile o invariabile. Anche in questo caso - come in "malalingua" - non capiamo proprio la ragione per la quale non si può/possa pluralizzare. Nelle strade non ci sono numerose linee bianche o strutture rialzate che separano le corsie? Non ci sono, quindi, "piú" spartitraffici? Ma a parte questo "ragionamento", il sostantivo in oggetto non appartiene alla schiera dei nomi composti di una voce verbale (spartire) e di un sostantivo maschile singolare (traffico)? E i nomi cosí composti non prendono la regolare desinenza del plurale? Attendiamo gli strali dei soliti linguisti "d'assalto". Dimenticavamo: il DOP, Dizionario di Ortografia e di Pronunzia, riporta il plurale specificando, però, che è meno comune. Secondo chi scrive il sostantivo in oggetto dovrebbe restare invariato solo in funzione aggettivale: barriere spartitraffico.

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