domenica 23 febbraio 2020

Sgroi - 40 - "Morbilità": da dove deriva mai?


di Salvatore Claudio Sgroi

          1. L'evento lessicografico
          "La parola del giorno dello Zingarelli 2020" che ricevo quotidianamente dalla Zanichelli, ha per me la funzione di farmi leggere un lemma del dizionario, scoprendo qualcosa che sapevo o ignoravo, o di attirare la mia attenzione su aspetti particolari di una parola: la sillabazione, la pronuncia, l'etimologia (parola patrimoniale derivante dal latino, o neoformazione o 'dono' da altre lingue), la datazione, la polisemia, ecc.
 "La parola del giorno dello Zingarelli 2020" di venerdì 21 febbraio riguardava il lemma, per me nuovo, morbilità, "1 misura della quantità di giornate lavorative perse a causa di una patologia"; "2 (generic.) frequenza di un malattia all'interno di una collettività SIN. morbosità" --  datato 1900, con un etimo, come si dice, sincronico, ovvero -- denominale -- "[da morbo, sul modello di sterilità, virilità ecc. ☼ 1900]".

 2. Formula lessicografica della derivazione
Ciò che mi ha subito colpito è stata appunto l'indicazione etimologica: morbilità -- denominale -- "[da morbo, sul modello di sterilità, virilità ecc.]". 
Mi sarei aspettato una diversa formula lessicografica pur adottata (anche se non in maniera sistematica) dallo Zingarelli, decisamente migliore, quale è per es. quella di morbidoso derivato "da morbid(o) con il suff. -oso".

 2.1. Formula lessicografica nella lessicografia
Una rapida consultazione di altri dizionari scolastici, come il De Mauro 2000, quanto all'etimo non si discosta nella sostanza dallo Zingarelli: morbilità (denominale) "der. di morbo con il segmento -lità di natalità, mortalità". Che è anzi formalmente meno soddisfacente, perché se il segmento fosse -lità dovremmo avere *morbo-lità.
Analoga soluzione etimologica insoddisfacente è adottata nel Treccani-Simone 2005, rist. 2009: (denominale) "der. di morbo, sul modello di natalità, e sim."; -- nel Sabatini-Coletti 2007-2008: (denominale) "deriv. di morbo sul modello di sterilità e sim.".
E così pure nel Garzanti-Patota 2013: (denominale) "Deriv. di morbo, sul modello di mortalità, natalità ecc."; -- nel Devoto-Oli-Serianni-Trifone 2019: (denominale) "Der. di morbo, sul modello di natalità, mortalità, ecc.".
La stessa indicazione del De Mauro 2000 è presente nel pluri-volume GRADIT 2007 e nel Garzanti Etimologico di T. De Mauro - M. Mancini 2000 (ricavato dal GRADIT).
E ancora ne l'Etimologico. Vocabolario della lingua italiana di A. Nocentini con la collab. di A. Parenti (Le Monnier 2010) si legge: (denominale) "der. sul modello di natalità, mortalità".

 3. Soluzione del derivato (deaggettivale)
Una scorsa al Grande dizionario della lingua italiana di S. Battaglia-G. Bárberi Squarotti (vol. X, 1978) riporta morbil-ità con un es. di Panzini Diz. moderno 19051, 19509 nell'accezione statistica con la stessa etimologia sincronica finora ricordata: (denominale): "Deriv. da morbo, sul modello di mortalità".   Il Panzini aggiunge anche, come ho potuto verificare, un etimo denominale, ibrido: "Deriv. di morbus = malattia", ripreso come denominale dal Battaglia (1978), e dalla successiva lessicografia. Il Battaglia-Bárberi Squarotti 1978 fa emergere però la sua incongruenza etimologica quando nello stesso volume riporta il lemma morbile agg. letter. 'morboso, malato' con un es.di C.E. Gadda (1965): "sistema nervoso viziato congenitamente da una sensitività morbile", -- ma risalente esattamente al 5 giugno 1916 -- nel Giornale di guerra e di prigionia [1915-1919], agg. sì denominale: "Deriv. da morbo, sul modello di febbr-ile".
 
Con Google libri ricerca avanzata è anche possibile retrodatare al 1906 l'agg. di relazione morb-ile 'di morbo': "Viene, altresì, stabilito quali sono le malattie che consentono la repulsione e si precisa che l'indagine va riferita al momento del primo insediarsi del soggetto, per cui la sopravvenienza di qualsiasi stato morbile non può giustificare il diniego di rinnovazione del permesso di soggiorno" ("Rivista di diritto internazionale", vol. 53, p. 173).
Quindi il s.f. morbil-ità si configura come deaggettivale (non già denominale) di "morbile con il suff. -ità", secondo un processo di derivazione assai produttivo in italiano.
L'incongruenza etimologica del Battaglia-Bárberi Squarotti 1978 era stata peraltro favorita dal fatto che nessuno dei dizionari sopra citati, compreso il GRADIT, aveva registrato come lemma la base morb-ile.

      4. E non manca la ambigua morbidità 
 Da segnalare ancora il lemma morbidità riportato nello Zingarelli con un duplice etimo. Uno 1) sincronico, suffissato "da morbido" + -ità, nel significato "1. (raro) morbidezza", con un es. di C. Dossi: m. di tappeti. E uno 2) diacronico: "cfr. l'ingl. morbidity" nel significato "2. (med.) morbilità".
Sicché l'italiano si ritrova con due varianti per indicare l'accezione medica, il deaggettivale morb-il-ità  su analizzato e l'adattamento ingl. morb-idità, sentito probabilmente come denominale da "morbo + -idità" in quanto semanticamente lontano dal deaggettivale "morbido +-ità".
Data la distanza semantica dei due significati del termine morbidità, confermata dalla diversa etimologia, era comunque preferibile ricorrere alla omonimia anziché alla polisemia e introdurre due lemmi: morbidità1 e morbidità2 (med.).






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