giovedì 13 febbraio 2020

Sgroi - 38 - Per una storia della grammatica italiana



di Salvatore Claudio Sgroi 

  1. L'evento editoriale
Le grammatiche scolastiche dell'italiano edite dal 1919 al 2018 di Dalila Bachis (Accademia della Crusca 2019, pp. 300) è un bel volume di grammaticografia novecentesca, ricavato dalla sua tesi di dottorato diretta da G. Patota, che fornisce un elenco bibliografico di oltre 900 testi di grammatiche delle scuole elementari, medie inferiori e superiori (pp. 145-203), in ordine alfabetico, non però in un più utile ordine cronologico, né distinti secondo i tre citati tipi di scuola, apparsi nell'arco di un secolo, una media quindi di 9 testi all'anno.

Un elenco inevitabilmente lacunoso anche per la grande difficoltà di reperire i soli titoli (e poi i testi), data la generale disattenzione riservata a questo tipo di produzione nelle patrie biblioteche.

L'anno di inizio di quest'elenco si spiega col fatto che il volume si propone come prosieguo di una precedente classica monografia di circa 30 anni prima: quella di M. Catricalà Le grammatiche scolastiche dell'italiano edite dal 1860 al 1918, edita dalla stessa Accademia della Cusca nel 1991, che censiva 653 titoli, completata con un successivo volume su L'italiano tra grammaticalità e testualizzazione. Il dibattito linguistico-pedagogico del primo sessantennio postunitario della stessa Catricalà (Accademia della Crusca 1995).

Dei circa 900 titoli la Bachis ha selezionato un campione di 44 titoli dei 3 ordini di scuola, "che, verosimilmente, hanno avuto una discreta diffusione nelle scuole" (p. 17), e che quindi si vorrebbe fosse "rappresentativo" (p 16).  

 1.1. I linguisti scendono in campo
Una semplice scorsa al lungo, inevitabilmente come accennato lacunoso, elenco di c. 900 titoli, consente di rilevare la presenza di una pattuglia di linguisti (glottologi, storici della lingua, filologi romanzi) o anche storici della letteratura (circa 50), che si sono occupati di educazione linguistica, al fine di mettere a disposizione della scuola testi scientificamente attendibili sulla lingua italiana, rispetto ad altri testi di autori, a volte noti grammatici-puristi o semplici facitori di testi scolastici privi di una adeguata competenza scientifica della lingua (per es. G. Pittàno 1972, o M. Sensini - F. Roncoroni 1990, 2009, 2013).

Del campione di 44 titoli una decina sono testi di linguisti: (a) scuola elementare: G. Nencioni-F.Socciarelli 1946; (b) scuola media: G. Devoto 1941, B. Migliorini 1941, I. Baldelli 1971, F. Sabatini 1980; (c) scuola media superiore: S. Battaglia - V. Pernicone 1951 (invero testo non propriamente scolastico, privo anche di esercizi come si ricorda a p. 91; e forse gli andava preferito il dichiaratamente scolastico S. Battaglia - V. Pernicone 1952), M. Dardano - P. Trifone 19831, 19892, M.L. Altieri-Biagi 1994, L. Serianni - V. Della Valle - G. Patota 1992.

 2. Prospettive dell'analisi
Il campione di testi è stato ripartito in due diverse sincronie: un gruppo a) del primo cinquantennio 1918-1968 e uno b) del successivo cinquantennio 1969-2018, il 1968 fungendo in pratica da spartiacque, al di là della Lettera ad una professoressa di don Milani (1967) e della fondazione del GISCEL nel 1975, con il conseguente movimento di "Educazione Linguistica" ispirato da T. De Mauro.

L'analisi è quindi condotta sulla scorta anche di precedenti analisi (per es. Calò-Ferreri, a c. di, 1997) da 4 punti di vista.

 2.1. Analisi delle Prefazioni: tra educazione metalinguistica ed educazione linguistica
Innanzi tutto si analizzano le Prefazioni (cap. II, pp. 27-34), contenenti indicazioni sul rapporto tra lingua e pensiero, sull'ideologia della difesa della lingua, sull'insegnamento della grammatica "meno noiosa", in cui si dà per scontato, va detto, che l'educazione "metalinguistica", cioè la consapevolezza delle (meta)regole del grammatico equivalga a, o determini ipso facto, l'educazione "linguistica", l'uso cioè adeguato della lingua, nella diversità delle sue forme (soprattutto diafasiche con registri formali/informali, settoriali, e diamesiche varietà scritta/parlata).

 2.2. Ripartizione dei livelli della grammatica
Il cap. III (pp. 35-52) si sofferma poi sulla diversa quantità di pagg. riservate dai 44 testi alle classiche partizioni della grammatica: fonologia-ortografia, morfologia, sintassi, lessico, ed argomenti "extra", tra cui la nozione di "testo" (pp. 43-45), con il ricorso a opportuni grafici a colori. I 44 testi sono però, in maniera poco perspicua, "elencati alfabeticamente per autore e numerati" (pp. 34, 38), anziché essere esplicitamente indicati e disposti in ordine cronologico, sì da far cogliere l'andamento altalenante della ripartizione nel corso dei due cinquantenni.

 2.2.1. Il congiuntivo: modo dell'incertezza
Utile è il confronto tra i vari tipi di definizione di alcune categorie grammaticali quali il pronome, l'aggettivo e il congiuntivo, illustrati però solo in pochi testi (pp. 47-52). Sul tema più in generale cfr. L. Vanelli 2010, Grammatiche dell'italiano e linguistica moderna, Unipress; e A. Colombo - G. Graffi 2017, Capire la grammatica. Il contributo della linguistica, Carocci (qui omessi).

Riguardo al congiuntivo, nei testi analizzati, si tratta all'unisono del classico modo dell'incertezza, così in 2 grammatiche delle scuole elementari (1919, 1927 p. 48) e in 5 delle scuole medie (2015 p. 49; 2009, 2011, 1993, 2009 p. 51).

L'A. sottovaluta però la novità teorica presente in un testo delle medie del 1925, ried. 1936 (M. Elgisano), che in poche righe fornisce una analisi adeguata degli usi reali dei parlanti. E non sembra proprio condivisibile l'opinione dell'A. secondo la quale tali definizioni "meno sintetiche [...] non aggiungono nulla a livello di contenuti all'informazione data" (p. 49), dai testi delle elementari. Al contrario, la definizione con descrizione degli usi fornita nel testo delle elementari di M. Elgisano (1925, ried. 1936) è assai rilevante, anche rispetto a quella delle scuole medie apparse 70-90 anni dopo, come peraltro dimostrato in vari studi da lei pur citati in bibliografia:

"Il congiuntivo -- si legge in Elgisano 1936 -- indica generalmente un'azione affermandola come incerta o possibile, [i] che dipende da un'altra azione. Però [ii] si adopera indipendentemente, quando ha senso [ii.a] esortativo o [ii.b] desiderativo: [ii.a] Abbia la volontà di ascoltarmi. [ii.b] Volesse il cielo che egli guarisse. [iii] Il congiuntivo si usa spesso anche a significare azione reale: [concessiva] Benché tu sia cattivo, pure ti voglio bene. [modale] Mi raccontò come gli fosse accaduta una grave disgrazia" (p. 49).

E ancora in un altro testo del 1926 (Molo): "Il verbo di modo congiuntivo è [i] quello che esprime un dubbio, un desiderio, una possibilità, o [ii] un fatto dipendente da un altro modo" (p. 49).

Analisi tutte più adeguate di quelle presenti in testi successivi del '900 e del 2000 (cfr. più avanti § 2.3. xviii).

 2.3. Norma e uso: modello di lingua, italiano neo-standard, uso corretto ed errori 
Nel cap. IV (pp. 53-90) si rileva il modello di lingua concretamente presente nel campione, e quindi la nozione di uso corretto o "norma" attraverso l'esame di una ventina di punti grammaticali problematici, vertenti sulla fonologia dell'italiano standard/regionale e soprattutto, per lo più, sull'italiano neo-standard, sulla falsa riga di precedenti analisi di testi scolastici (cfr. Calò-Ferreri, a c. di, 1997):

(i) fonologia "e" ed "o" aperte e chiuse, "s", "z" sorde e sonore; (ii) dittongo-monottongo, (iii) "art. + nome femm.", (iv) "prep. + art. part.", (v) lui, lei, loro sogg., (vi) gli 'a lei, le'; 'a loro', (vii) cosa? 'che cosa?', (viii) che 'in cui' temporale, (ix) che esclam., (x) ci 'gli, a lui' "varietà diastratiche" (p. 71), (x) ci rafforz. ci penso (p. 73) e ci ho (p. 73, scarsamente esemplificato in questo campione di grammatiche), (xi) ci/vi, (xii) codesto toscanismo e burocraticismo, (xiii) lo 'questo', (xiv) allocutivi di cortesia: lei, voi (sing.) sostenuto in epoca fascista (1931, 1940), o di uso regionale, loro/voi (plur.), (xv) imperf. indic. -a (arcaismo letterario), (xvi) concordanza a senso coi nomi collettivi, (xvii) noi s'era (tosc.), (xviii) indic. pro cong. nelle oggettive, censurato non solo in Oli et alii 1993, Testa et alii 2007, Borgatta et alii 2018, Sensini 2009 ma anche in Sabatini 1980 (non in Sabatini 1985) e in Altieri-Biagi 1994, (xix) Anacoluti, dislocazioni e frasi scisse: il tutto oggetto di giudizi di valore diversi, variamente motivati o immotivati.

 2.4. "Esercizi" sulla competenza metalinguistica e linguistica
L'analisi degli "Esercizi" (cap. V, pp. 91-134) evidenzia la presenza di esercitazioni miranti in prevalenza a) allo sviluppo della competenza metalinguistica ("esercizi di correzione" pp. 91-97; "formazione di proposizioni" pp. 97-100, "analisi grammaticale, logica, del periodo" pp. 118-22; "tassonomia" pp. 122-26), col supporto di una esemplificazione tratta da "citazioni letterarie ed esempi biblici" (pp. 105-109) di autori moderni e antichi, senza scartare ess. inventati (pp. 112-13), cioè garantiti dalla competenza linguistica degli autori dei manuali, né toscanismi (pp. 113-14).

Secondariamente, non mancano esercizi miranti b) allo sviluppo della competenza linguistica ("esercizi di composizione" pp. 100-105, con "pensierini", "temi" ecc.).

 2.4.1. Tipologia degli errori
La tipologia degli "esercizi di correzione" consente di rilevare concretamente le varietà di italiano stigmatizzate.

Non solo (i) usi di italiano popolare: a te ti piacciono le trasmissione dell'aradio (Elem. "errori" 1944 p. 95); ci scriverò una lettera per avvertirlo del mio arrivo (Medie Sup. "sgrammaticature" 1966 p. 95); Se tu saresti venuto, avremmo passato un bel pomeriggio (ibid.); Non ho riuscito a risolvere il problema (ibid.); Vennero a trovarmi gli zii coi suoi figli (ibid.).

Ma anche (ii) usi di italiano regionale: Te non obbedisci mai, Te ci devi dare ascolto (1948 Elem. "errori" p. 94), di storia te non sai proprio nulla (Medie Sup. "sgrammaticature" 1966 p. 95).

E (iii) usi di italiano medio: Ho incontrato Maria e gli ho dato un libro (1948 Elem. "errori" p. 94), gli ho regalato [alla mamma] un mazzo di fiori (Medie Sup. "sgrammaticature" 1966 p. 95); volevo fargli ["agli organizzatori"] i miei complimenti (2009, Medie "errori" p. 97); -- Un gruppo di bambini vanno a passeggiare (1945 Elem. "errori" p. 95); -- 7 ess. di indic. pro cong. in 6 oggettive e una soggett., per es. Ritengo che sei in un brutto impiccio (1985, 2007 Media, "errori" p. 97).

Senza scartare (iv) "dialettismi e forestierismi" (pp. 129-34) variamente censurati.

 2.5. Conclusioni
Sulla base dell'analisi del suo corpus le conclusioni dell'A. non possono essere che pessimistiche, avendo constatato in 100 anni di scuola italiana la costanza di una educazione linguistica decisamente orientata sulla competenza "metalinguistica", con il ricorso a un modello teorico tradizionale e un approccio di tipo neopuristico, refrattario alla variabilità degli usi linguistici (diafasici, diamesici, diatopici), variamente censurati. Su cui è illuminante la lettura dei citati volumi di Vanelli 2010 e Colombo-Graffi 2017 (cfr. supra § 2.1.1.1).

L'A. avanza alla fine anche "qualche proposta per una nuova didattica" (p. 138), proponendo dei "tagli" (pp. 138-40) e delle "modifiche" (pp. 140-43), anche ragionevoli, tenendo conto degli insegnanti e delle case editrici, a favore dell'italiano neostandard (pp. 140-41), e che mirino per es. al potenziamento della competenza strettamente linguistica attraverso la prassi del "riassunto" (p. 142), ecc.

 3. Bachis 2019 tra Demartini 2014 e Cella 2018
L'analisi della Bachis va opportunamente arricchita e integrata da un agguerrito saggio di S. Demartini, Grammatica e grammatiche in Italia nella prima metà del Novecento (Cesati 2014, pp. 338, peraltro citato in bibliografia), che privilegia come indica il sottotitolo "Il dibattito linguistico e la produzione testuale". E punta sui testi grammaticali che hanno segnato profondamente la storia dell'editoria scolastica italiana, appena sfiorati e sacrificati dalla Bachis nella logica del suo corpus, oltre a indicare in appendice (pp. 275-95) un repertorio di 155 testi della scuola media inferiore e superiore del 25ennio 1919-1943.

Il lettore terrà ancora conto del saggio (anche questo citato in bibliografia), non meno robusto, di R. Cella, Grammatica per la scuola [dal '700 ai giorni nostri] nella Storia dell'italiano scritto. IV. Grammatiche, a cura di G. Antonelli - M. Motolese - L. Tomasin 2018, pp. 97-140 (a sua volta integrabile con G. Mattarucco, Grammatiche per stranieri [dal '500 ai giorni nostri] ibid. pp. 141-68). Il saggio della Cella amplia l'arco cronologico della produzione dei testi scolastici (e non solo), soffermandosi su autori e testi particolarmente significativi in 4 secoli di produzione editoriale, integrando anche l'analisi storica della Demartini 2014.

 4. Per una futura ricerca
Infine, per riprendere le conclusioni pessimistiche della Bachis, se è indubbia la prevalenza e fortuna editoriale di testi di qualità medio-bassa, è anche vero che soprattutto dalla metà degli anni Settanta del '900 vari linguisti e storici della lingua si sono impegnati a fornire manuali scientificamente attendibili, per la scuola media inferiore e superiore, ma anche per le elementari (cfr. F. Sabatini e Colombo-Graffi 2017, pp.186-203, cit. § 2.2.1), che dovrebbero essere oggetto di un'analisi comparativa, per es. in un dottorato di ricerca, tenendo conto della legislazione scolastica a cui facevano riferimento, per es. R. Simone (1973, ecc.), et alii (1980, 1991); M.L. Altieri Biagi - L. Heilmann (1973, 1974); T. Telmon (1976); Vanoye et alii (1976); M. Corti - E. Manzotti - F. Ravazzoli (1979); F. Sabatini (1980, 1984), et alii (2011); L. Agostiniani (1983, 1984); A.A. Sobrero (1985, 1988, 1991, 1999, 2001), et alii (1991); M.L. Altieri Biagi (1988); E. Rigotti - P. Schenone (1988); M.Corti- C. Caffi (1989); M. Prandi (1991); L. Serianni et alii (1992); G. Bottiroli - T. De Mauro - D. Corno (1995); A. Ferrari - L. Zampese (2000); M. Tavoni - M.C. Peccianti (2001); M. Tavoni - P. Italia (2003); M. Lo Duca - R. Solarino (2006); G.L. Beccaria - M. Pregliasco (2014). E a fronte di ciò c'è da chiedersi come mai i testi più fortunati nelle scuole siano spesso stati i meno adeguati, scelti da insegnanti non in grado di valutare adeguatamente gli strumenti per il loro lavoro. E come mai l'università (3+2) non abbia sempre corrisposto alle attese di una preparazione adeguata dei docenti nelle scuole italiane. E quale sia stato il contributo della Legislazione scolastica (nella sua evoluzione-involuzione) nella definizione degli obiettivi della scuola nei diversi ordini e gradi.

Sommario
  1. L'evento editoriale
1.1. I linguisti scendono in campo
2. Prospettive dell'analisi
2.1. Analisi delle Prefazioni: tra educazione metalinguistica ed educazione linguistica
2.2. Ripartizione dei livelli della grammatica
2.2.1. Il congiuntivo: modo dell'incertezza
2.3. Norma e uso: modello di lingua, italiano neo-standard, uso corretto ed errori
2.4. Gli esercizi sulla competenza metalinguistica e linguistica
2.4.1. Tipologia degli errori
2.5. Conclusioni
3. Bachis 2019 tra Demartini 2014 e Cella 2018
4. Per una futura ricerca









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