1. L'evento
editoriale
Le grammatiche scolastiche dell'italiano edite dal
1919 al 2018 di Dalila Bachis
(Accademia della Crusca 2019, pp. 300) è un bel volume di grammaticografia
novecentesca, ricavato dalla sua tesi di dottorato diretta da G. Patota, che
fornisce un elenco bibliografico di oltre 900 testi di grammatiche delle scuole
elementari, medie inferiori e superiori (pp. 145-203), in ordine alfabetico, non
però in un più utile ordine cronologico, né distinti secondo i tre citati tipi
di scuola, apparsi nell'arco di un secolo, una media quindi di 9 testi
all'anno.
Un
elenco inevitabilmente lacunoso anche per la grande difficoltà di reperire i
soli titoli (e poi i testi), data la generale disattenzione riservata a questo
tipo di produzione nelle patrie biblioteche.
L'anno
di inizio di quest'elenco si spiega col fatto che il volume si propone come
prosieguo di una precedente classica monografia di circa 30 anni prima: quella
di M. Catricalà Le grammatiche
scolastiche dell'italiano edite dal 1860 al 1918, edita dalla stessa
Accademia della Cusca nel 1991, che censiva 653 titoli, completata con un
successivo volume su L'italiano tra grammaticalità
e testualizzazione. Il dibattito linguistico-pedagogico del primo sessantennio
postunitario della stessa Catricalà (Accademia della Crusca 1995).
Dei
circa 900 titoli la Bachis ha selezionato un campione di 44 titoli dei 3 ordini
di scuola, "che, verosimilmente, hanno avuto una discreta diffusione nelle
scuole" (p. 17), e che quindi si vorrebbe fosse "rappresentativo"
(p 16).
1.1. I linguisti
scendono in campo
Una
semplice scorsa al lungo, inevitabilmente come accennato lacunoso, elenco di c.
900 titoli, consente di rilevare la presenza di una pattuglia di linguisti
(glottologi, storici della lingua, filologi romanzi) o anche storici della
letteratura (circa 50), che si sono occupati di educazione linguistica, al fine
di mettere a disposizione della scuola testi scientificamente attendibili sulla
lingua italiana, rispetto ad altri testi di autori, a volte noti
grammatici-puristi o semplici facitori di testi scolastici privi di una
adeguata competenza scientifica della lingua (per es. G. Pittàno 1972, o M.
Sensini - F. Roncoroni 1990, 2009, 2013).
Del
campione di 44 titoli una decina sono testi di linguisti: (a) scuola elementare: G. Nencioni-F.Socciarelli 1946; (b) scuola media: G. Devoto 1941, B.
Migliorini 1941, I. Baldelli 1971, F. Sabatini 1980; (c) scuola media
superiore: S. Battaglia - V. Pernicone 1951 (invero testo non propriamente
scolastico, privo anche di esercizi come si ricorda a p. 91; e forse gli andava
preferito il dichiaratamente scolastico S. Battaglia - V. Pernicone 1952), M. Dardano
- P. Trifone 19831, 19892, M.L. Altieri-Biagi 1994, L. Serianni
- V. Della Valle - G. Patota 1992.
2. Prospettive
dell'analisi
Il
campione di testi è stato ripartito in due diverse sincronie: un gruppo a) del primo cinquantennio 1918-1968 e uno
b) del successivo cinquantennio
1969-2018, il 1968 fungendo in pratica da spartiacque, al di là della Lettera ad una professoressa di don
Milani (1967) e della fondazione del GISCEL nel 1975, con il conseguente
movimento di "Educazione Linguistica" ispirato da T. De Mauro.
L'analisi
è quindi condotta sulla scorta anche di precedenti analisi (per es.
Calò-Ferreri, a c. di, 1997) da 4 punti di vista.
2.1. Analisi
delle Prefazioni: tra educazione metalinguistica ed educazione linguistica
Innanzi
tutto si analizzano le Prefazioni (cap.
II, pp. 27-34), contenenti indicazioni sul rapporto tra lingua e pensiero, sull'ideologia
della difesa della lingua, sull'insegnamento della grammatica "meno
noiosa", in cui si dà per scontato, va detto, che l'educazione "metalinguistica",
cioè la consapevolezza delle (meta)regole del grammatico equivalga a, o
determini ipso facto, l'educazione
"linguistica", l'uso cioè adeguato della lingua, nella diversità
delle sue forme (soprattutto diafasiche con registri formali/informali, settoriali,
e diamesiche varietà scritta/parlata).
2.2.
Ripartizione dei livelli della grammatica
Il
cap. III (pp. 35-52) si sofferma poi sulla diversa quantità di pagg.
riservate dai 44 testi alle classiche partizioni della grammatica: fonologia-ortografia,
morfologia, sintassi, lessico, ed argomenti "extra", tra cui la
nozione di "testo" (pp. 43-45), con il ricorso a opportuni grafici a
colori. I 44 testi sono però, in maniera poco perspicua, "elencati
alfabeticamente per autore e numerati" (pp. 34, 38), anziché essere
esplicitamente indicati e disposti in ordine cronologico, sì da far cogliere
l'andamento altalenante della ripartizione nel corso dei due cinquantenni.
2.2.1. Il
congiuntivo: modo dell'incertezza
Utile
è il confronto tra i vari tipi di definizione di alcune categorie grammaticali
quali il pronome, l'aggettivo e il congiuntivo, illustrati però solo in pochi
testi (pp. 47-52). Sul tema più in generale cfr. L. Vanelli 2010, Grammatiche dell'italiano e linguistica
moderna, Unipress; e A. Colombo - G. Graffi 2017, Capire la grammatica. Il contributo della linguistica, Carocci (qui
omessi).
Riguardo
al congiuntivo, nei testi analizzati, si tratta all'unisono del classico modo
dell'incertezza, così in 2 grammatiche delle scuole elementari (1919, 1927 p.
48) e in 5 delle scuole medie (2015 p. 49; 2009, 2011, 1993, 2009 p. 51).
L'A.
sottovaluta però la novità teorica presente in un testo delle medie del 1925,
ried. 1936 (M. Elgisano), che in poche righe fornisce una analisi adeguata degli
usi reali dei parlanti. E non sembra proprio condivisibile l'opinione dell'A.
secondo la quale tali definizioni "meno sintetiche [...] non aggiungono
nulla a livello di contenuti all'informazione data" (p. 49), dai testi
delle elementari. Al contrario, la definizione con descrizione degli usi
fornita nel testo delle elementari di M. Elgisano (1925, ried. 1936) è assai rilevante,
anche rispetto a quella delle scuole medie apparse 70-90 anni dopo, come
peraltro dimostrato in vari studi da lei pur citati in bibliografia:
"Il
congiuntivo -- si legge in Elgisano 1936 -- indica generalmente un'azione
affermandola come incerta o possibile, [i] che dipende da un'altra azione.
Però [ii] si adopera indipendentemente, quando ha senso [ii.a]
esortativo o [ii.b] desiderativo: [ii.a] Abbia
la volontà di ascoltarmi. [ii.b] Volesse
il cielo che egli guarisse. [iii] Il congiuntivo si usa spesso anche a
significare azione reale: [concessiva] Benché
tu sia cattivo, pure ti voglio bene. [modale] Mi raccontò come gli fosse accaduta una grave disgrazia" (p.
49).
E
ancora in un altro testo del 1926 (Molo): "Il verbo di modo congiuntivo è [i]
quello che esprime un dubbio, un desiderio, una possibilità, o [ii] un fatto
dipendente da un altro modo" (p. 49).
Analisi
tutte più adeguate di quelle presenti in testi successivi del '900 e del 2000
(cfr. più avanti § 2.3. xviii).
2.3. Norma e
uso: modello di lingua, italiano neo-standard, uso corretto ed errori
Nel
cap. IV (pp. 53-90) si rileva il
modello di lingua concretamente presente nel campione, e quindi la nozione di
uso corretto o "norma" attraverso l'esame di una ventina di punti
grammaticali problematici, vertenti sulla fonologia dell'italiano standard/regionale
e soprattutto, per lo più, sull'italiano neo-standard, sulla falsa riga di
precedenti analisi di testi scolastici (cfr. Calò-Ferreri, a c. di, 1997):
(i)
fonologia "e" ed "o" aperte e chiuse, "s", "z"
sorde e sonore; (ii) dittongo-monottongo, (iii) "art. + nome femm.",
(iv) "prep. + art. part.", (v) lui,
lei, loro sogg., (vi) gli 'a
lei, le'; 'a loro', (vii) cosa? 'che
cosa?', (viii) che 'in cui'
temporale, (ix) che esclam., (x) ci 'gli, a lui' "varietà
diastratiche" (p. 71), (x) ci
rafforz. ci penso (p. 73) e ci ho (p. 73, scarsamente esemplificato
in questo campione di grammatiche), (xi) ci/vi,
(xii) codesto toscanismo e
burocraticismo, (xiii) lo 'questo',
(xiv) allocutivi di cortesia: lei, voi (sing.) sostenuto in epoca fascista
(1931, 1940), o di uso regionale, loro/voi
(plur.), (xv) imperf. indic. -a
(arcaismo letterario), (xvi) concordanza a senso coi nomi collettivi, (xvii) noi s'era (tosc.), (xviii) indic. pro cong.
nelle oggettive, censurato non solo in Oli et
alii 1993, Testa et alii 2007, Borgatta
et alii 2018, Sensini 2009 ma anche
in Sabatini 1980 (non in Sabatini 1985) e in Altieri-Biagi 1994, (xix) Anacoluti,
dislocazioni e frasi scisse: il tutto oggetto di giudizi di valore diversi,
variamente motivati o immotivati.
2.4. "Esercizi"
sulla competenza metalinguistica e linguistica
L'analisi
degli "Esercizi" (cap. V, pp.
91-134) evidenzia la presenza di esercitazioni miranti in prevalenza a) allo sviluppo della competenza
metalinguistica ("esercizi di correzione" pp. 91-97; "formazione
di proposizioni" pp. 97-100, "analisi grammaticale, logica, del
periodo" pp. 118-22; "tassonomia" pp. 122-26), col supporto di
una esemplificazione tratta da "citazioni letterarie ed esempi
biblici" (pp. 105-109) di autori moderni e antichi, senza scartare ess.
inventati (pp. 112-13), cioè garantiti dalla competenza linguistica degli
autori dei manuali, né toscanismi (pp. 113-14).
Secondariamente,
non mancano esercizi miranti b) allo
sviluppo della competenza linguistica ("esercizi di composizione" pp.
100-105, con "pensierini", "temi" ecc.).
2.4.1.
Tipologia degli errori
La
tipologia degli "esercizi di correzione" consente di rilevare concretamente
le varietà di italiano stigmatizzate.
Non
solo (i) usi di italiano popolare: a te
ti piacciono le trasmissione dell'aradio (Elem. "errori"
1944 p. 95); ci scriverò una
lettera per avvertirlo del mio arrivo (Medie Sup.
"sgrammaticature" 1966 p. 95); Se
tu saresti venuto, avremmo passato un bel pomeriggio (ibid.); Non ho riuscito a risolvere il problema (ibid.); Vennero a trovarmi gli zii coi suoi figli (ibid.).
Ma
anche (ii) usi di italiano regionale: Te
non obbedisci mai, Te ci devi
dare ascolto (1948 Elem. "errori" p. 94), di storia te non sai proprio nulla (Medie Sup. "sgrammaticature"
1966 p. 95).
E
(iii) usi di italiano medio: Ho incontrato
Maria e gli ho dato un libro (1948
Elem. "errori" p. 94), gli
ho regalato [alla mamma] un mazzo di
fiori (Medie Sup. "sgrammaticature" 1966 p. 95); volevo fargli ["agli
organizzatori"] i miei complimenti
(2009, Medie "errori" p. 97); -- Un
gruppo di bambini vanno a passeggiare (1945 Elem. "errori"
p. 95); -- 7 ess. di indic. pro cong.
in 6 oggettive e una soggett., per es. Ritengo
che sei in un brutto impiccio (1985, 2007 Media, "errori" p. 97).
Senza
scartare (iv) "dialettismi e forestierismi" (pp. 129-34) variamente
censurati.
2.5. Conclusioni
Sulla
base dell'analisi del suo corpus le conclusioni dell'A. non possono essere che
pessimistiche, avendo constatato in 100 anni di scuola italiana la costanza di
una educazione linguistica decisamente orientata sulla competenza "metalinguistica",
con il ricorso a un modello teorico tradizionale e un approccio di tipo
neopuristico, refrattario alla variabilità degli usi linguistici (diafasici,
diamesici, diatopici), variamente censurati. Su cui è illuminante la lettura
dei citati volumi di Vanelli 2010 e Colombo-Graffi 2017 (cfr. supra § 2.1.1.1).
L'A.
avanza alla fine anche "qualche proposta per una nuova didattica" (p.
138), proponendo dei "tagli" (pp. 138-40) e delle
"modifiche" (pp. 140-43), anche ragionevoli, tenendo conto degli
insegnanti e delle case editrici, a favore dell'italiano neostandard (pp.
140-41), e che mirino per es. al potenziamento della competenza strettamente
linguistica attraverso la prassi del "riassunto" (p. 142), ecc.
3. Bachis 2019
tra Demartini 2014 e Cella 2018
L'analisi
della Bachis va opportunamente arricchita e integrata da un agguerrito saggio
di S. Demartini, Grammatica e grammatiche in Italia nella prima metà del Novecento (Cesati 2014, pp. 338, peraltro citato in bibliografia), che privilegia
come indica il sottotitolo "Il dibattito linguistico e la produzione
testuale". E punta sui testi grammaticali che hanno segnato profondamente
la storia dell'editoria scolastica italiana, appena sfiorati e sacrificati
dalla Bachis nella logica del suo corpus, oltre a indicare in appendice (pp.
275-95) un repertorio di 155 testi della scuola media inferiore e superiore del
25ennio 1919-1943.
Il
lettore terrà ancora conto del saggio (anche questo citato in bibliografia),
non meno robusto, di R. Cella, Grammatica
per la scuola [dal '700 ai giorni nostri] nella Storia dell'italiano scritto. IV. Grammatiche, a cura di G. Antonelli - M. Motolese - L. Tomasin 2018, pp. 97-140 (a sua volta
integrabile con G. Mattarucco, Grammatiche
per stranieri [dal '500 ai giorni nostri] ibid. pp. 141-68). Il saggio della Cella amplia l'arco cronologico
della produzione dei testi scolastici (e non solo), soffermandosi su autori e
testi particolarmente significativi in 4 secoli di produzione editoriale,
integrando anche l'analisi storica della Demartini 2014.
4. Per una
futura ricerca
Infine,
per riprendere le conclusioni pessimistiche della Bachis, se è indubbia la
prevalenza e fortuna editoriale di testi di qualità medio-bassa, è anche vero
che soprattutto dalla metà degli anni Settanta del '900 vari linguisti e
storici della lingua si sono impegnati a fornire manuali scientificamente
attendibili, per la scuola media inferiore e superiore, ma anche per le elementari
(cfr. F. Sabatini e Colombo-Graffi 2017, pp.186-203, cit. § 2.2.1), che dovrebbero essere oggetto di un'analisi comparativa, per
es. in un dottorato di ricerca, tenendo conto della legislazione scolastica a
cui facevano riferimento, per es. R. Simone (1973, ecc.), et alii (1980, 1991); M.L. Altieri Biagi - L. Heilmann (1973,
1974); T. Telmon (1976); Vanoye et alii
(1976); M. Corti - E. Manzotti - F. Ravazzoli (1979); F. Sabatini (1980, 1984),
et alii (2011); L. Agostiniani (1983,
1984); A.A. Sobrero (1985, 1988, 1991, 1999, 2001), et alii (1991); M.L. Altieri Biagi (1988); E. Rigotti - P. Schenone
(1988); M.Corti- C. Caffi (1989); M. Prandi (1991); L. Serianni et alii (1992); G. Bottiroli - T. De
Mauro - D. Corno (1995); A. Ferrari - L. Zampese (2000); M. Tavoni - M.C.
Peccianti (2001); M. Tavoni - P. Italia (2003); M. Lo Duca - R. Solarino
(2006); G.L. Beccaria - M. Pregliasco (2014). E a fronte di ciò c'è da
chiedersi come mai i testi più fortunati nelle scuole siano spesso stati i meno
adeguati, scelti da insegnanti non in grado di valutare adeguatamente gli strumenti
per il loro lavoro. E come mai l'università (3+2) non abbia sempre corrisposto
alle attese di una preparazione adeguata dei docenti nelle scuole italiane. E
quale sia stato il contributo della Legislazione scolastica (nella sua
evoluzione-involuzione) nella definizione degli obiettivi della scuola nei
diversi ordini e gradi.
Sommario
1. L'evento editoriale
1. L'evento editoriale
1.1.
I linguisti scendono in campo
2. Prospettive dell'analisi
2.1.
Analisi delle Prefazioni: tra educazione metalinguistica ed educazione
linguistica
2.2.
Ripartizione dei livelli della grammatica
2.2.1.
Il congiuntivo: modo dell'incertezza
2.3.
Norma e uso: modello di lingua, italiano neo-standard, uso corretto ed errori
2.4.
Gli esercizi sulla competenza metalinguistica e linguistica
2.4.1.
Tipologia degli errori
2.5.
Conclusioni
3. Bachis 2019 tra Demartini 2014 e Cella
2018
4. Per una futura ricerca
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