ACQUITRINO,
errata la grafia 'acquitrinio'.
AFFITTARE,
si consiglia un uso parco di questo verbo perché avendo due significati
contrapposti ('dare in affitto' e 'prendere in affitto') può rivelarsi ambiguo.
ALL'ANTICA,
non all'antico; vale a dire secondo l'usanza antica.
ALLE PRIME
LUCI DELL'ALBA, espressione errata. L'alba 'contiene' già le prime luci. Si
dirà: 'all'alba' o 'alle prime luci del giorno'.
ALTERNATIVA,
è sempre una sola: questo o quello. Non si può dire, quindi, ci sono due
alternative.
ASMA, è di
genere maschile (anche se alcuni vocabolari lo considerano 'bisex'): un asma
allergico.
ASSISE. È solo femminile plurale: le assise del partito democratico (non l'assise).
ATTERRARE,
DECOLLARE, SBANDARE e DERAGLIARE si coniugano con l'ausiliare avere: l'aereo ha
decollato e ha atterrato dopo pochi minuti.
ATTIMO, non
si adoperi mai il suo diminutivo 'attimino' per dire di un piccolo lasso di
tempo: un 'attimo' è già questo.
BAGNOMARIA,il
plurale è 'bagnimaria'. Alcuni vocabolari, però, indicano l'invariabilità del
termine.
BARRICADIERO,
non 'barricadero'.
BILINGUE, è
un aggettivo della II classe (come 'facile'), nel plurale cambia la desinenza
'e' in 'i': libri bilingui.
BRETTONE,
grafia preferibile a 'bretone' perché più fedele all'origine latina.
BUSTERELLA,
meglio di 'bustarella'.
CARCERE è maschile
solo nel singolare, nel plurale è tassativamente femminile: il carcere, le
carceri.
CARDIOPALMO,
voce "più corretta" di cardiopalma.
CASELLARIO
GIUDIZIALE, non giudiziario; SPESE GIUDIZIALI, non giudiziarie.
CAVALCIONI,
gli avverbi in 'oni' non richiedono la preposizione 'a': stare cavalcioni sulla
finestra.
CELLA
FRIGORIFERA, non cella frigorifero.
CHIACCHIERA,
non 'chiacchera'.
CLIVO, non
'clivio'.
COINCIDERE,
si coniuga con l'ausiliare avere: l'arrivo e la partenza hanno coinciso.
COLLUTORIO,
si scrive con una sola “t”.
COMPLEMENTARITA',
non complementarietà. Tutti i sostantivi derivati da aggettivi che finiscono in
'are' non prendono mai la 'e' prima della 't': elementarità.
CONFORMITA',
si fa seguire dalla preposizione 'di', non 'a': tutto è stato fatto in
conformità di legge.
COSI’ TANTO,
non adoperare mai i due termini assieme; l’uno o l’altro.
CRAC, questa
la grafia corretta per indicare un crollo finanziario.
DEFATIGANTE
e DEFATICANTE, con la "g" significa 'pesante", 'faticoso': è un
lavoro defatigante; con la "c", invece, significa 'che toglie la
fatica': il calciatore è stato sottoposto a una cura defaticante.
DEFLATIVO, è
sufficiente una sola “t”.
DEROGA, si
costruisce con la preposizione 'a', non 'da': in deroga a una legge.
DISAMINA,
non 'disanima'.
DIVISA,
quando sta per uniforme si fa seguire dalla preposizione “di”: divisa di
carabiniere.
DOCENTE, si
fa seguire dalla preposizione 'di': docente di linguistica.
ECO, nel
singolare può essere sia maschile sia femminile; nel plurale tassativamente
maschile: un eco, un'eco, gli echi.
EVACUARE, si
eviti l'uso di questo verbo quando sta per 'sgomberare': l'appartamento è stato
fatto sgomberare, non evacuare.
EVAPORARE,
la pronuncia corretta è con l’accentazione piana: la benzina evapòra.
EVOCARE, si
sconsiglia l’uso del verbo nell’accezione di “chiamare”: si evocano gli
spiriti, non le persone.
FIDEIUSSORE,
si scrive con la i normale, non con la "j" e nel femminile diventa
fideiussora.
FLORIDA, la
pronuncia corretta dello Stato americano è piana, vale a dire con l'accento
sulla "i" (Florìda).
FRA, quando
sta per 'frate' non si apostrofa e non si accenta: fra Girolamo.
GIACERE,
PIACERE, TACERE, raddoppiano la “c” nella prima persona plurale del presente
indicativo e del congiuntivo: noi piacciamo.
INDAGINE,
evitare di connotarla, come spesso si legge, con 'conoscitiva' o aggettivi
simili che riprendono l'accezione del sostantivo; l'indagine si fa proprio per
conoscere.
INERENTE, si
costruisce con la preposizione "a" (semplice o articolata): un
documento inerente all'indagine.
INIZIARE.
Verbo transitivo che significa 'dare inizio a qualcosa'. È necessario, quindi,
che ci sia un soggetto animato che compia l'azione: il professore inizia la
lezione alle 15:30. Non è corretto adoperarlo in senso intransitivo e dire, per
esempio, la lezione inizia alle 15:30. In casi del genere o si cambia verbo
(cominciare, incominciare) o si rende inziare in forma falsamente passiva
facendolo precedere dalla particella 'si': la lezione si inizia alle 15:30.
INTRAVEDERE.
Questo verbo non raddoppia mai la "v": si intravede una nave
all'orizzonte. Tutte le parole, quindi anche i verbi, che cominciano con
"intra" non raddoppiano mai la consonante che segue il prefisso:
intrapreso. Raddoppiano, invece, la consonante le parole che cominciano con
"sopra" (o "sovra"): sopralluogo, sovraccarico,
soprassedere.
LECCORNIA,
si pronuncia con l'accento sulla "i": leccornìa.
MARRONE,
aggettivo che significa 'colore del castagno', resta invariato: giacca marrone,
scarpe marrone.
MEZZO,
quando si riferisce all'ora resta invariato: le sei e mezzo; un'ora e mezzo.
NOBEL, la
pronuncia corretta è con l’accento sulla “e”: ha ricevuto il premio Nobèl.
OBERATO, non
si usi mai nell’accezione di “carico”, “oppresso” e simili: sono oberato di
lavoro. Il significato proprio del termine è, infatti, “indebitato”.
ORE, si
dividono dai minuti con un punto o due punti, mai con la virgola (non sono
numeri decimali): le 16:30.
OSSEQUENTE,
non 'ossequiente'.
OVVEROSIA,
si scrive con una sola 's'.
PANTALONI, è
solo plurale. Errato 'il pantalone'.
PARRICIDA,
chi uccide un parente stretto (ascendente o discendente). Lo stesso padre che
uccide il figlio è un parricida.
PATRIOTA,
corretta anche la grafia con doppia "t": patriotta.
PER CUI, non
sostituisce 'perciò'; è errato scrivere o dire: piove per cui non esco.
PERICOLO, è
solo di morte, mai di vita: l'uomo, ricoverato in ospedale, è in pericolo di
morte.
PERONOSPERA,
errore marchiano. Si dice ‘peronospora’. Si tratta, infatti, di una spora
parassita della vite, così chiamata perché richiama la forma del perone.
PERORARE, la
pronuncia sdrucciola è preferibile a quella piana: io pèroro.
PERSUADERE,
la pronuncia corretta è con l'accento sulla penultima "e":
persuadére.
PLEONASMO,
non 'pleonasma'.
PROGETTI,
evitare di accompagnarli con 'futuri'. I progetti guardano al futuro. Lo stesso
per quanto attiene a "prospettive".
PRONTO
SOCCORSO, il suo plurale (da preferire) è 'pronti soccorsi'.
REBOANTE,
non 'roboante'.
REQUISITI,
gravissimo errore aggettivarli con 'richiesti'. I requisiti sono le "cose
richieste".
RETRO, le
parole composte con 'retro' prendono il genere del sostantivo che segue: la
retrobottega, la retromarcia. Quasi inesistenti le eccezioni: i retroscena.
RIABILITATIVO,
non riabilitatorio.
RIVERENZA, è
preferibile a ‘reverenza’.
QUISQUILIA,
non 'quisquiglia': le cose di cui si parla sono tutte quisquilie.
SABATO, si
pluralizza normalmente: i sabati.
SCALFITTURA,
si scrive con due 't': ha riportato una lieve scalfittura.
SCAMBIO
RECIPROCO, errato adoperare i due termini assieme. Uno scambio è già reciproco.
SCANNO, è
preferibile a "scranno" derivando dal latino "scamnu(m)".
SCARICABARILI,
è meglio di 'scaricabarile'.
SEROTINO,
aggettivo che significa ‘tardivo’, non ‘serale’ e si pronuncia con l’accento
sulla “o”: seròtino.
SFILARE,
quando sta per 'camminare', 'marciare' si coniuga con l'ausiliare avere: il
corteo ha sfilato per le vie della città.
SOLLEVARE, è
improprio l'uso del verbo nell'accezione di "provocare",
"suscitare" e simili.
SOTTOVIA, è
di genere femminile: la sottovia.
SQUILLARE,
si coniuga con il verbo avere: il telefono ha squillato.
STUDENTE, si
fa seguire dalla preposizione 'di' (non 'in'): studente di scienze naturali.
SUORA, non
si apostrofa mai: suor Anna.
SUPPLETIVO,
si scrive con una sola 't': elezioni suppletive
UNANIMEMENTE,
non 'unanimamente'.
VALUTARE, la
pronuncia corretta del verbo (e dei suoi derivati) è con l'accento sulla
"u": io valùto; lui sottovalùta. Conserva, quindi, la stessa
accentazione del sostantivo da cui proviene: valùta.
VIGILE,
aggettivo e sostantivo. Nella forma femminile resta invariato: la vigile urbana.
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Defatigare e defaticare
Si presti attenzione ai due verbi in oggetto; non sono sinonimi. “Defaticare” non è una variante poco comune di “defatigare”, come riportano alcuni vocabolari. Sono due verbi a sé stanti e con significati diversi. “Defatigare”, con la “g”, è pari pari il latino ‘defatigare’ composto con il prefisso “de-” (che non ha valore sottrattivo) e il verbo ‘fatigare’ (affaticare) e significa “stancare”, “logorare”, “affaticare”. “Defaticare”, con la “c”, è composto con il prefisso sottrattivo o di allontanamento “de-” e il sostantivo “fatica” (‘che toglie, che allontana la fatica’). Si adopera soprattutto nel linguaggio sportivo nella forma riflessiva e significa “compiere determinati esercizi per togliere dai muscoli l’eccesso di acido lattico formatosi in seguito a sforzi prolungati”. Si potrebbe dire quindi, in senso lato, che “defatigare” sta per “procurare la fatica”; “defaticare” per allontanarla.
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(Per motivi tecnici e per un periodo non precisabile questo portale verrà "aggiornato" saltuariamente).
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Defatigare e defaticare
Si presti attenzione ai due verbi in oggetto; non sono sinonimi. “Defaticare” non è una variante poco comune di “defatigare”, come riportano alcuni vocabolari. Sono due verbi a sé stanti e con significati diversi. “Defatigare”, con la “g”, è pari pari il latino ‘defatigare’ composto con il prefisso “de-” (che non ha valore sottrattivo) e il verbo ‘fatigare’ (affaticare) e significa “stancare”, “logorare”, “affaticare”. “Defaticare”, con la “c”, è composto con il prefisso sottrattivo o di allontanamento “de-” e il sostantivo “fatica” (‘che toglie, che allontana la fatica’). Si adopera soprattutto nel linguaggio sportivo nella forma riflessiva e significa “compiere determinati esercizi per togliere dai muscoli l’eccesso di acido lattico formatosi in seguito a sforzi prolungati”. Si potrebbe dire quindi, in senso lato, che “defatigare” sta per “procurare la fatica”; “defaticare” per allontanarla.
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(Per motivi tecnici e per un periodo non precisabile questo portale verrà "aggiornato" saltuariamente).
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