martedì 4 febbraio 2020

Suggerimenti per un uso corretto dell'italico idioma



ACCOLITA, la voce corretta è 'accolta': un'accolta di letterati.

ACQUITRINO, errata la grafia 'acquitrinio'.

AFFITTARE, si consiglia un uso parco di questo verbo perché avendo due significati contrapposti ('dare in affitto' e 'prendere in affitto') può rivelarsi ambiguo.

ALL'ANTICA, non all'antico; vale a dire secondo l'usanza antica.

ALLE PRIME LUCI DELL'ALBA, espressione errata. L'alba 'contiene' già le prime luci. Si dirà: 'all'alba' o 'alle prime luci del giorno'.

ALTERNATIVA, è sempre una sola: questo o quello. Non si può dire, quindi, ci sono due alternative.

ASMA, è di genere maschile (anche se alcuni vocabolari lo considerano 'bisex'): un asma allergico.

ASSISE. È solo femminile plurale: le assise del partito democratico (non l'assise).

ATTERRARE, DECOLLARE, SBANDARE e DERAGLIARE si coniugano con l'ausiliare avere: l'aereo ha decollato e ha atterrato dopo pochi minuti.

ATTIMO, non si adoperi mai il suo diminutivo 'attimino' per dire di un piccolo lasso di tempo: un 'attimo' è già questo.

BAGNOMARIA,il plurale è 'bagnimaria'. Alcuni vocabolari, però, indicano l'invariabilità del termine.

BARRICADIERO, non 'barricadero'.

BILINGUE, è un aggettivo della II classe (come 'facile'), nel plurale cambia la desinenza 'e' in 'i': libri bilingui.

BRETTONE, grafia preferibile a 'bretone' perché più fedele all'origine latina.

BUSTERELLA, meglio di 'bustarella'.

CARCERE è maschile solo nel singolare, nel plurale è tassativamente femminile: il carcere, le carceri.

CARDIOPALMO, voce "più corretta" di cardiopalma.

CASELLARIO GIUDIZIALE, non giudiziario; SPESE GIUDIZIALI, non giudiziarie.

CAVALCIONI, gli avverbi in 'oni' non richiedono la preposizione 'a': stare cavalcioni sulla finestra.

CELLA FRIGORIFERA, non cella frigorifero.

CHIACCHIERA, non 'chiacchera'.

CLIVO, non 'clivio'.

COINCIDERE, si coniuga con l'ausiliare avere: l'arrivo e la partenza hanno coinciso.

COLLUTORIO, si scrive con una sola “t”.

COMPLEMENTARITA', non complementarietà. Tutti i sostantivi derivati da aggettivi che finiscono in 'are' non prendono mai la 'e' prima della 't': elementarità.

CONFORMITA', si fa seguire dalla preposizione 'di', non 'a': tutto è stato fatto in conformità di legge.

COSI’ TANTO, non adoperare mai i due termini assieme; l’uno o l’altro.

CRAC, questa la grafia corretta per indicare un crollo finanziario.

DEFATIGANTE e DEFATICANTE, con la "g" significa 'pesante", 'faticoso': è un lavoro defatigante; con la "c", invece, significa 'che toglie la fatica': il calciatore è stato sottoposto a una cura defaticante.

DEFLATIVO, è sufficiente una sola “t”.

DEROGA, si costruisce con la preposizione 'a', non 'da': in deroga a una legge.

DISAMINA, non 'disanima'.

DIVISA, quando sta per uniforme si fa seguire dalla preposizione “di”: divisa di carabiniere.

DOCENTE, si fa seguire dalla preposizione 'di': docente di linguistica.

ECO, nel singolare può essere sia maschile sia femminile; nel plurale tassativamente maschile: un eco, un'eco, gli echi.

EVACUARE, si eviti l'uso di questo verbo quando sta per 'sgomberare': l'appartamento è stato fatto sgomberare, non evacuare.

EVAPORARE, la pronuncia corretta è con l’accentazione piana: la benzina evapòra.

EVOCARE, si sconsiglia l’uso del verbo nell’accezione di “chiamare”: si evocano gli spiriti, non le persone.

FIDEIUSSORE, si scrive con la i normale, non con la "j" e nel femminile diventa fideiussora.

FLORIDA, la pronuncia corretta dello Stato americano è piana, vale a dire con l'accento sulla "i" (Florìda).

FRA, quando sta per 'frate' non si apostrofa e non si accenta: fra Girolamo.

GIACERE, PIACERE, TACERE, raddoppiano la “c” nella prima persona plurale del presente indicativo e del congiuntivo: noi piacciamo.

INDAGINE, evitare di connotarla, come spesso si legge, con 'conoscitiva' o aggettivi simili che riprendono l'accezione del sostantivo; l'indagine si fa proprio per conoscere.

INERENTE, si costruisce con la preposizione "a" (semplice o articolata): un documento inerente all'indagine.

INIZIARE. Verbo transitivo che significa 'dare inizio a qualcosa'. È necessario, quindi, che ci sia un soggetto animato che compia l'azione: il professore inizia la lezione alle 15:30. Non è corretto adoperarlo in senso intransitivo e dire, per esempio, la lezione inizia alle 15:30. In casi del genere o si cambia verbo (cominciare, incominciare) o si rende inziare in forma falsamente passiva facendolo precedere dalla particella 'si': la lezione si inizia alle 15:30.

INTRAVEDERE. Questo verbo non raddoppia mai la "v": si intravede una nave all'orizzonte. Tutte le parole, quindi anche i verbi, che cominciano con "intra" non raddoppiano mai la consonante che segue il prefisso: intrapreso. Raddoppiano, invece, la consonante le parole che cominciano con "sopra" (o "sovra"): sopralluogo, sovraccarico, soprassedere.

LECCORNIA, si pronuncia con l'accento sulla "i": leccornìa.

MARRONE, aggettivo che significa 'colore del castagno', resta invariato: giacca marrone, scarpe marrone.

MEZZO, quando si riferisce all'ora resta invariato: le sei e mezzo; un'ora e mezzo.

NOBEL, la pronuncia corretta è con l’accento sulla “e”: ha ricevuto il premio Nobèl.

OBERATO, non si usi mai nell’accezione di “carico”, “oppresso” e simili: sono oberato di lavoro. Il significato proprio del termine è, infatti, “indebitato”.

ORE, si dividono dai minuti con un punto o due punti, mai con la virgola (non sono numeri decimali): le 16:30.

OSSEQUENTE, non 'ossequiente'.

OVVEROSIA, si scrive con una sola 's'.

PANTALONI, è solo plurale. Errato 'il pantalone'.

PARRICIDA, chi uccide un parente stretto (ascendente o discendente). Lo stesso padre che uccide il figlio è un parricida.

PATRIOTA, corretta anche la grafia con doppia "t": patriotta.

PER CUI, non sostituisce 'perciò'; è errato scrivere o dire: piove per cui non esco.

PERICOLO, è solo di morte, mai di vita: l'uomo, ricoverato in ospedale, è in pericolo di morte.

PERONOSPERA, errore marchiano. Si dice ‘peronospora’. Si tratta, infatti, di una spora parassita della vite, così chiamata perché richiama la forma del perone.

PERORARE, la pronuncia sdrucciola è preferibile a quella piana: io pèroro.

PERSUADERE, la pronuncia corretta è con l'accento sulla penultima "e": persuadére.

PLEONASMO, non 'pleonasma'.

PROGETTI, evitare di accompagnarli con 'futuri'. I progetti guardano al futuro. Lo stesso per quanto attiene a "prospettive".

PRONTO SOCCORSO, il suo plurale (da preferire) è 'pronti soccorsi'.

REBOANTE, non 'roboante'.

REQUISITI, gravissimo errore aggettivarli con 'richiesti'. I requisiti sono le "cose richieste".

RETRO, le parole composte con 'retro' prendono il genere del sostantivo che segue: la retrobottega, la retromarcia. Quasi inesistenti le eccezioni: i retroscena.

RIABILITATIVO, non riabilitatorio.

RIVERENZA, è preferibile a ‘reverenza’.

QUISQUILIA, non 'quisquiglia': le cose di cui si parla sono tutte quisquilie.

SABATO, si pluralizza normalmente: i sabati.

SCALFITTURA, si scrive con due 't': ha riportato una lieve scalfittura.

SCAMBIO RECIPROCO, errato adoperare i due termini assieme. Uno scambio è già reciproco.

SCANNO, è preferibile a "scranno" derivando dal latino "scamnu(m)".

SCARICABARILI, è meglio di 'scaricabarile'.

SEROTINO, aggettivo che significa ‘tardivo’, non ‘serale’ e si pronuncia con l’accento sulla “o”: seròtino.

SFILARE, quando sta per 'camminare', 'marciare' si coniuga con l'ausiliare avere: il corteo ha sfilato per le vie della città.

SOLLEVARE, è improprio l'uso del verbo nell'accezione di "provocare", "suscitare" e simili.

SOTTOVIA, è di genere femminile: la sottovia.

SQUILLARE, si coniuga con il verbo avere: il telefono ha squillato.

STUDENTE, si fa seguire dalla preposizione 'di' (non 'in'): studente di scienze naturali.

SUORA, non si apostrofa mai: suor Anna.

SUPPLETIVO, si scrive con una sola 't': elezioni suppletive

UNANIMEMENTE, non 'unanimamente'.

VALUTARE, la pronuncia corretta del verbo (e dei suoi derivati) è con l'accento sulla "u": io valùto; lui sottovalùta. Conserva, quindi, la stessa accentazione del sostantivo da cui proviene: valùta.

VIGILE, aggettivo e sostantivo. Nella forma femminile resta invariato: la vigile urbana.



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Defatigare e defaticare


Si presti attenzione ai due verbi in oggetto; non sono sinonimi. “Defaticare” non è una variante poco comune di “defatigare”, come riportano alcuni vocabolari. Sono due verbi a sé stanti e con significati diversi. “Defatigare”, con la “g”, è pari pari il latino ‘defatigare’ composto con il prefisso “de-” (che non ha valore sottrattivo) e il verbo ‘fatigare’ (affaticare) e significa “stancare”, “logorare”, “affaticare”. “Defaticare”, con la “c”, è composto con il prefisso sottrattivo o di allontanamento “de-” e il sostantivo “fatica” (‘che toglie, che allontana la fatica’). Si adopera soprattutto nel linguaggio sportivo nella forma riflessiva e significa “compiere determinati esercizi per togliere dai muscoli l’eccesso di acido lattico formatosi in seguito a sforzi prolungati”. Si potrebbe dire quindi, in senso lato, che “defatigare” sta per “procurare la fatica”; “defaticare” per allontanarla.

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