giovedì 6 febbraio 2020

Sgroi - 37 - Grammaticografia e datazione di una pseudo-regola: "qual è" masch. vs "qual'è" femm.


di Salvatore Claudio Sgroi *

          1. Antefatto o trascorsi
          Nel nostro intervento di quasi un anno fa del 16 febbraio 2019 -- Regole e pseudo-regole: a proposito del "qual è" masch. e "qual' è" femm.  (qui) -- osservavamo di non saper "in quale grammatica [fosse] stata codificata" tale regola, anzi "pseudo-regola".

2. Una pseudo-regola e una pseudo-analogia      
 Questa pseudo-regola è nata, come avevamo ricostruito, da una analogia su "un + maschile" es. un amico vs "una/un' + femminile", es. una/un'amica.
          Ma si tratta di una falsa analogia. In realtà, la pronuncia /un amika/ ortograficamente  "un'amica" (con elisione-apostrofo) si oppone fonologicamente a /una ragazza/, nessuno dicendo con troncamento /*un ragazza/.
          E /un amiko/ ortograficamente "un amico" fa il paio con /un compagno/, cioè fonologicamente entrambi con troncamento, nessuno dicendo */uno amiko/, */uno compagno/.
          Che uno sia masch. e una femm. è qui irrilevante in quanto fatto morfologico. Tratto rilevante è piuttosto:
              I) la sequenza fonologica e ortografica "uno > un + conson. o vocale", e
              II) la sequenza fonologica e ortografica "una + conson." > "una/un' + voc.".
              Invece a) non si distinguono le due coppie di parole in gioco:
              I) "uno vs un",
              II) "una vs un' ";
              poi b) si crea una sola coppia:
              III) "un vs un' ";
              e alla fine c) si costruisce una regola pratica, puramente mnemonica: "un masch." VS "un' femm.", che rischia di far intendere come fatto morfologico un fatto in realtà puramente fonologico "un + cons." VS "un' + voc.", con l'aggravante della estensibilità erronea a quale masch. e femm. come fatto morfologico, che è invece condizionato solo come fenomeno fonologico.

3. Una datazione della pseudo-regola in Collodi 1883      
Per una storia della ortografia italiana, e più in generale nell'ottica di una grammaticografia dell'italiano, vogliamo ora qui indicare una fortunata grammatica della seconda metà dell'800, che ha codificato tale pseudo-regola, senza escludere la possibilità di indicazioni di altre grammatiche, magari precedenti, con la stessa codifica.
         Tale regola, ci siamo infatti solo ora accorti, appare codificata nel testo di C. Collodi, La grammatica di Giannettino adottata nelle scuole comunali di Firenze, Firenze-Napoli, ed. Felice Paggi - Fratelli Rispoli 18831, 18842; rist. anast. (con Premessa Una grammatica di buon senso di F. Geymonat pp. iii-xiii, Postscriptum alla Premessa La dubbia efficacia del paternalismo induttivo di C. Marello, pp. xix-xxii), Messina-Firenze, D'Anna 2003.

Collodi dapprima ricorda la regola del troncamento:
        "Vi sono per altro alcune parole troncate, che stando bene tanto innanzi a vocale, quanto innanzi a consonante, non hanno bisogno di apostrofo, come buon, tal, qual, e qualcun'altra. Scriverai dunque: 'Tal ei fu, qual è oggi: buon anno e buon augurio;' e non già coll'apostrofo: -- 'Tal'ei fu, qual'è oggi: buon' anno e buon'augurio." (p. 31).

E poi formula, senz'alcuna motivazione, l'eccezione, ovvero la pseudo-regola:
         "Ma se tal, qual, buon, ec. sono di genere femminile, allora bisogna mettervi l'apostrofo, come: buon'anima, --  qual'è la faccia, tal'è l'indole" (ibid.).

Ai lettori curiosi l'invito a indicare altre grammatiche, magari anteriori, con la formulazione di questa pseudo-Regola.


* Docente di linguistica generale presso l'Università di Catania





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