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Non c'è nulla da fare, inutile continuare a
"sgolarsi"? No, non è inutile, assolutamente no! Continueremo fino
alla nausea, fino a quando la stampa non avrà "capito" - una volta
per tutte - che una donna appartenente al corpo dei vigili urbani, in lingua
italiana (non cispadana) si chiama "vigile", come la preside e la
presidente. Quindi: una vigile. I
sostantivi in "-e" (non in "-iere", tipo consigliere, si
badi bene) sono "ermafroditi": il loro "sesso" è dato
dall'articolo. Il vigile/la vigile; il preside/la preside; il presidente/la
presidente, il giudice/la giudice. Buona parte dei vocabolari dell'uso sembrano concordare.
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Far la vita di
Michelaccio
Molti nostri lettori - siamo sicuri - vorrebbero poter mettere
in pratica il modo di dire di cui sopra. Perché? Perché l'espressione si
riferisce a colui che vive "beatamente" campando sulle spalle degli altri.
La locuzione ha una duplice origine. Scopriamola assieme. Un antico aneddoto,
di autore ignoto, identificherebbe Michelaccio o Michelasso in un certo
fiorentino - tale Michele Panichi - il quale, dopo una vita dedicata
interamente al lavoro, si ritirò dagli affari e scelse di vivere...
"beatamente". Secondo altri insigni Autori, invece, l'espressione
deriverebbe da "miquelet", termine con il quale in Francia e in
Ispagna si indicava la guida che accompagnava i pellegrini (o il pellegrino
stesso) al santuario di San Michele; come dire, quindi, che le guide non
lavorano, vivendo sulle spalle dei... "guidati". Aggiungiamo - per curiosità e per completezza
d'informazione - che il vocabolo su menzionato ha acquisito, in seguito,
l'accezione spregiativa di "vagabondo", "brigante": «Per carità, figliolo, guardati da
quell'individuo, è un vero 'miquelet'!». Di significato pressoché affine l'espressione
"essere di spalla tonda". Il tondo, in senso figurato, è sinonimo di
"vagabondaggine".
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La parola proposta da "unaparolaalgiorno.it": apoftegma.
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La parola proposta da "unaparolaalgiorno.it": apoftegma.
1 commento:
E perché mai uno non dovrebbe dire vigilessa, avvocatessa o anche presidentessa, certo si possono dire anche senza il suffisso -essa, ma non sarebbero ci certo i primi vocaboli italiani morfologicamente esuberanti.
E se si fa questa crociata contro il suffisso -essa, allora che si ammetta anche "la poeta" senza tanti patemi d'animo.
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