di
Salvatore Claudio Sgroi *
Verso l'italiano.
Percorsi e strategie di acquisizione,
a cura di Anna Giacalone Ramat (Carocci 2017), al di là del titolo apparentemente
anodino, si impone in realtà all'attenzione del lettore in quanto si tratta di una
"Grammatica acquisizionale
dell'italiano L-2" o lingua
seconda. L'analisi è stata condotta da un pool di (13) studiosi del
"Progetto di Pavia" del 1986 sotto la guida della curatrice
L'oggetto
è infatti costituito dall'italiano appreso ("acquisito") dagli
stranieri in Italia, in maniera naturale, oralmente, come lingua seconda L-2
(non straniera), inseriti cioè nella realtà italiana, attraverso l'interazione
dialogica naturale con i nativofoni italiani e altri apprendenti stranieri, ovvero
senza uno studio formale (del libro di grammatica).
Il
campione di parlanti, su cui è basata questa grammatica, è costituito da 20 stranieri di madrelingua di 5 diverse famiglie linguistiche: Austronesiano
(malese: 2 informanti), Indo-europeo (albanese, francese, inglese: 3, tedesco:
4), Niger-Congo (morè), Semitico (arabo marocchino, tigrino dell'Eritrea: 3),
Sino-tibetano (cantonese, cinese mandarino, cinese wù: 2). Di età diversa: 7
(tra i 10/19 anni), 10 (tra i 20/30 anni), 3 (tra 33/48 anni). Di sesso
diverso: 14 maschi e 6 femmine. Di occupazione diversa: studenti (5), insegnanti
(4), operai e assim. (10), ingegnere (1). Senza escludere confronti con corpora di altre ricerche.
La
grammatica acquisizionale, di tipo funzionale, descrive l'italiano L-2 a
livello morfologico (nome e verbo), sintattico (della frase semplice e subordinazione),
testuale (anafora, connettivi, frasi marcate). È tralasciato il livello
fonologico e lessicale. Ma l'acquisizione della L-2 da parte degli stranieri
residenti in Italia è messa a confronto con l'acquisizione della L-1 dei
nativofoni. E si analizzano alla fine le applicazioni della L-2 nel campo glottodidattico,
dell'insegnamento "guidato" dell'italiano agli stranieri in vista
della costruzione di un sillabo.
A
differenza di una grammatica italiana dei nativofoni colti adulti (per es.
Serianni ed. Utet-Garzanti 1988, Salvi-Vanelli ed. il Mulino 2004, Prandi-De
Santis ed. Utet 2011, Ferrari-Zampese ed. Carocci 2016), questa grammatica non
ha certamente finalità di insegnamento dell'italiano parlato dagli stranieri,
ma mira a far conoscere come un parlante acquisisce una lingua non-nativa (e
indirettamente anche la propria). L'italiano degli stranieri rispetto a quello dei
nativofoni è normativamente un italiano pieno di "errori" formali a
tutti i livelli, presentando spesso non pochi tratti dell'italiano popolare dei
nativofoni. Ma l'analisi funzionale delle strategie situazionali adottate dagli stranieri
per (farsi) capire (da)gli altri è un'avventura intellettuale per il lettore,
di grande fascino. E un'occasione unica suscettibile di scoperte straordinarie per
poter capire problemi non ancora risolti.
L'italiano
L-2 si configura come "varietà di apprendimento" dell'italiano,
ovvero come "interlingua", con tratti tipici, come accennato, dell'italiano popolare
dei nativofoni italiani subalterni. Una varietà di italiano che risente solo in
parte delle interferenze delle lingue di origine dei parlanti, e ancor più di
condizionamenti tipologici, se non universalistici comuni a tutte le lingue. Per
la esemplificazione c'è solo l'imbarazzo della scelta.
Una
scoperta non secondaria sono per es. le sequenze acquisizionali. Lo straniero
passa attraverso la seguente progressione di acquisizione con valore
implicazionale: "I. Presente /Infinito > II. (Ausiliare) Participio
passato > III. Imperfetto > IV. Futuro > V. Condizionale > VI.
Congiuntivo".
A
livello di sintassi, nel periodo ipotetico, l'ordine protasi-apodosi è quello
più frequente, d'accordo con la L-2 e tipologicamente; con l'unico
subordinatore "se".
Il
volume è una rist. dell'ed. 2003. Ma un aggiornamento della ricerca del
successivo decennio è il cap. "Italiano come L2" di Giacalone
Ramat-Chini-Andorno, nel vol. SLI "La
linguistica italiana all'alba del terzo millennio (1997-2010)" (Bulzoni
2013, pp. 149-206).
Un
precedente importante, sul tema, era stato il saggio di Emanuele Banfi del
1993: "Italiano come L2" (in L'Altra
Europa linguistica. Varietà di apprendimento e interlingue nell'Europa
contemporanea, La Nuova Italia, pp. 35-102). Che non esclude né fonologia,
né lessico, né la lingua scritta. Propone un'accurata analisi ai diversi livelli
linguistici dei testi delle interlingue di due cinesi (45enne di Scian-ghai e
16enne pechinese di Chen-yan), di una greca (57enne), di un marocchino (24enne)
e di una giovane venezuelana, con appendice antologica di testi. Il che
consente di cogliere meglio l'aspetto sistemico dell'interlingua dei singoli
parlanti, in base al principio saussuriano della lingua come sistema
(sincronico) di segni. Il volume del 1993, non si limita però a questa
"(Mini)grammatica acquisizionale dell'italiano l-2", ma si configura
come "Grammatica acquisizionale delle lingue d'Europa-L2 (italiano,
francese, tedesco, inglese)", a cura di altre studiose dello stesso pool
pavese: M. Chini, A. Valentini e M. Pavesi. Il tutto preceduto da un capitolo
sulla "Sociolinguistica dei movimenti migratori europei" di M.
Vedovelli.
*
Docente di linguistica generale presso l'Università di Catania
Autore tra l’altro di
Autore tra l’altro di
--Per una grammatica
‘laica’. Esercizi di analisi linguistica: dalla parte del parlante (Utet 2010);
-- Scrivere per gli italiani nell'Italia post-unitaria (Cesati 2013);
--Dove va il congiuntivo? (Utet 2013);
-- Il linguaggio di Papa Francesco. Analisi, creatività e norme grammaticali (Libreria Editrice Vaticana 2016)
-- Scrivere per gli italiani nell'Italia post-unitaria (Cesati 2013);
--Dove va il congiuntivo? (Utet 2013);
-- Il linguaggio di Papa Francesco. Analisi, creatività e norme grammaticali (Libreria Editrice Vaticana 2016)
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