RAGGIUNGERE. Ecco un paio di casi nei quali è bene fare a meno di
questo verbo: “E' stato raggiunto da sette colpi”, “Un colpo l'ha raggiunto al
torace” (meglio “E' stato colpito sette volte”, “Un proiettile lo ha colpito al
torace”); “Il presidente ha raggiunto Milano alle dieci” (meglio “Il presidente
è arrivato a Milano alle dieci”).
SCOPO INTIMIDATORIO. Siccome si pensa che i poliziotti, quando durante una
manifestazione sparano in aria, non lo facciano per colpire le rondini e tanto
meno i pensionati al balcone, dire che i medesimi “hanno sparato in aria a
scopo intimidatorio” è superfluo.
VIGORE. “È in vigore da oggi” sta bene; ma non sta bene “Va in
vigore da oggi”: in questo caso bisogna dire “Va in vigore oggi”; una legge
andò in vigore tre mesi fa, non andò in vigore “da” tre mesi fa.
PRIMA PERSONA. Finirà, come tante altre mode. Ma intanto segnaliamo
l'abuso dell'espressione “in prima persona”: Ha affermato che risponderà “in
prima persona” delle sue iniziative. Quasi sempre se ne può fare a meno.
RIPETERE. Si legge spesso: Il fatto "si è ripetuto per la
seconda volta". Bisogna pensarci bene: un fatto che "si ripete per la
seconda volta" è un fatto che accade per la terza volta. Se non è così,
meglio usare verbi come "accadere", "avvenire" eccetera.
POVERETTO. Credevamo che la consuetudine fosse finita; invece si
continua a chiamare ‘poveretto’ o ‘poveretta’ la vittima di un incidente. Sa di
giornalismo vecchio.
PRATICAMENTE. Prima di usarlo, vediamo se questo avverbio serve: il piú
delle volte no, tranne un certo desiderio di attenuare, ma allora il
‘praticamente’ è parola troppo di comodo, e vagamente ipocrita. Inoltre non
definisce bene il concetto: scrivendo “L’illuminazione è ‘praticamente’
inesistente” non si spiega se l’illuminazione è solo difettosa o se c’è cosí
poca luce che si va a sbattere la testa contro i lampioni.
ULTERIORE. Quasi sempre può essere sostituito da ‘altro’. Può passare, per esempio, in “Si cerca di evitare un ‘ulteriore’ aggravamento della situazione”, ma sta male in “Ci saranno ‘ulteriori’ incontri; ossia ‘ulteriore’ è accettabile nel senso di qualcosa in piú come quantità (e anche in senso spaziale: “Le truppe hanno fatto un’ ‘ulteriore’ avanzata), ma non nel senso di qualcosa in piú come ripetizione di un avvenimento. Lo stesso vale, si capisce, per l’avverbio ‘ulteriormente’.
***
Per la serie "la
lingua biforcuta della stampa"
Resta in carcere
l'uomo
che perseguitava
la ex-moglie e i
figli
Ora scrive: "Mi
pento"
-------------------Sarà utile "ricordare" ai redattori titolisti del quotidiano in rete (autori dell' «orrore»: ex-moglie) che la preposizione "ex", in funzione di prefisso, non si fa seguire dal trattino, come possiamo "vedere" anche nel/sul vocabolario Treccani in rete: ex ⟨èks⟩ prep. lat. (propr. «da, fuori di»). – 1. a. Oltre che in locuzioni lat., usate spesso anche in contesti italiani (come ex abrupto, ex cathedra, ex novo, ex professo, ecc.), si adopera come prefisso per indicare la condizione di chi ha ricoperto una carica o un ufficio che ora non ricopre più; per es., ex ministro, ex console, ex prefetto, ecc.
***
La parola proposta da questo portale: scaccolo. Sostantivo maschile che vale "pezzo di carta", "scheda" e simili.
Nessun commento:
Posta un commento