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giovedì 26 maggio 2016
Essere il portavoce (di qualcuno)
Tutti conosciamo quest'espressione che, in senso figurato,
si dice di persona che rende noto il pensiero altrui parlando in sua vece e si
adopera, per lo piú, con connotazione spregiativa , con riferimento alla
persona che ripete le malignità altrui. La voce non è schiettamente italiana,
ma un prestito dal francese "porte-voix" e nel gergo marinaro sta a
indicare il megafono, vale a dire quel tubo metallico con l'imboccatura concava
alle due estremità, con cui si trasmette la voce da un punto all'altro della
nave. Il vocabolo sembra sia del secolo XVII, ma è arrivato a noi solo due
secoli fa . Il "Dizionario Enciclopedico Italiano" lo attesta,
infatti, nel 1871. Alcuni linguisti ritengono, però, che il vocabolo era in uso
da noi già mezzo secolo prima, anche se il significato di "persona
maligna" è datato molto piú in là.
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