Probabilmente ci ripeteremo, ma siamo rimasti sconcertati
nel sentire, mentre aspettavamo il tram, una discussione tra alcuni studenti
che sostenevano la tesi secondo la quale "filobus", sotto il profilo
etimologico, significa "amico del bus". Costoro dicevano, infatti,
che se "filantropo" significa amico dell'uomo, "filobus"
è... amico del bus. Che sciocchezze, giovanotti. A scuola non vi hanno
insegnato (si fa per dire, vista la preparazione
linguistica di certi docenti, anche universitari) che c'è filo e... filo? Il
filo che forma la parola "filantropo" è un prefisso di origine greca,
"philo", dal verbo
"philèo" ('amo'), e serve per la formazione di parole composte che
indicano - secondo i casi - "amicizia", "cultura",
"amore" per qualcosa: filosofia, "amore per la scienza".
L'altro filo, invece, è il latino "filu(m)" e si adopera per la
formazione di parole composte che indicano trasporto o comunicazione mediante
un "filo": filodiffusione, filovia, filobus.
***
Per la serie lingua "biforcuta" della stampa.
Da un quotidiano in rete:
Grave una donna che
litiga con un ciclista: "Non puoi andare in bici sul marciapiedi"
Sarà il caso di "ricordare" al redattore
titolista che il sostantivo
'marciapiede' non appartiene alla schiera dei nomi difettivi, ha un suo
regolarissimo singolare: il marciapiede, i marciapiedi.
***
Il termine che proponiamo, non attestato in alcuni
vocabolari, è: decipiente. Aggettivo deverbale
che sta per "ingannatore", "mendace" e simili. È tratto dal
verbo latino "decipere" (ingannare).
***
La pizza si condisce, si guarnisce o si farcisce? La parola alla Crusca.
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