Chissà quanti nostri lettori - pur non conoscendo questo modo
di dire - nel corso della loro vita lavorativa e no lo hanno messo in pratica.
Si dice "tenere il campanuzzo", infatti, riferito a tutti coloro che
vogliono primeggiare in qualcosa, ma soprattutto si adopera nei confronti di
coloro che occupano un posto di comando. La locuzione, ci sembra evidente, è un
traslato delle confraternite religiose nelle quali il priore regola tutto a
suon di "campanuzzo" e tutti, naturalmente, obbediscono. il modo di
dire è ben "visibile" nella quarta novella della "prima
cena" del Lasca* dove, in proposito, possiamo leggere: «Ora accadde che,
sendo per la prima volta invitato un giovine, amico di tutti, Dionigi nominato,
senza esser poi da nessun altro stato
rinvitato, non lasciava mai di non rappresentarsi; e per sorte era il piú
ignorante e prosuntuoso giovane di
Firenze, e colui che i piú
deboli e sciocchi ragionamenti aveva che uomo del mondo; e per dispetto sempre
tener voleva il campanuzzo in mano (...)».
***
Caro - quando questo
aggettivo accompagna i verbi vendere,
pagare, comprare, costare, adoperati nel loro significato proprio, è
preferibile lasciarlo invariato con valore avverbiale: li hai pagati caro questi guanti.
2 commenti:
Il suono eppur rallegra, rimembra il "termine" delle lezioni.
https://www.youtube.com/watch?v=0FbQZCsYXVg
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