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Camminare (o andare) a gallina
A notte inoltrata, non appena il rag. Pasquini entrò in casa
e mosse i primi passi per recarsi in camera da letto la consorte notò - tra il
dormiveglia* - che ancora una volta il marito non aveva resistito alla forte
tentazione di andare a gallina con i suoi vecchi amici. Pasquini tentò di
rassicurarla dicendole che si sbagliava, ma piú parlava, piú aggravava la situazione:
balbettava e inciampava dappertutto. La moglie, dunque, non aveva dubbi: il
marito era proprio andato a gallina. L'espressione "camminare (o andare) a
gallina" - indubbiamente poco conosciuta - significa ubriacarsi. Non si
conosce la provenienza di questo modo di dire; la sua origine, cioè, è
sconosciuta agli studiosi e a quanti, per diletto, si interessano di
etimologia. La spiegazione che tenteremo di dare circa la sua provenienza è,
quindi, strettamente personale e si rifà alla migliore razzolatrice del pollaio
che è, appunto, la gallina. Questa, come si sa, quando razzola non va mai
dritta nella stessa direzione, ma ora da una parte ora da un'altra. La persona
ubriaca, per tanto, "va a gallina", vale a dire che - in senso figurato
- si comporta come questa: quando cammina brancola e va ora da una parte ora
dall'altra.
* È interessante notare, sotto il profilo linguistico, che nei "tempi andati" questo sostantivo era di genere femminile: la dormiveglia.
***
La parola che portiamo all'attenzione dei lettori è: edúlio. Sostantivo maschile,
"sfrattato" dai vocabolari dell'uso, che vale
"companatico".
2 commenti:
Sempre interessanti i tuoi post. Conoscere la nostra lingua, ora talmente inflazionata dall'inglese, è sempre un piacere.
Grazie per il tuo proficuo lavoro.
Buon proseguimento
Eletta
Grazie a te.
FR
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