sabato 9 aprile 2016
Anche le parole hanno un "sesso"?
I vocaboli, ossia le parole che pronunciamo quando
esprimiamo un nostro pensiero hanno un "sesso"? Sembra proprio di sí,
e ce lo confermano gli articoli che anteponiamo loro: il, lo, la, gli, le, uno,
una. Oggi, però, la distinzione tra i "sessi", vale a dire tra i nomi
maschili e femminili, è sentita solamente se questa (la distinzione) risponde a
una realtà puramente fisiologica: cane e alunno li "sentiamo"
maschili; cagna e alunna, naturalmente, femminili. Se, però, diciamo - per
esempio - arancio e arancia, pesco e pesca non pensiamo minimamente al "sesso" pur
classificandoli, ovviamente, tra i sostantivi maschili e femminili. Come è
nata, allora, la distinzione di "sesso" tra i vocaboli? Quando la
parola è nata il genere, vale a dire il sesso, corrispondeva, con molta
probabilità, alla distinzione di "sesso biologico" degli esseri
rappresentati dalla parola stessa; per questo motivo nelle lingue antiche -
quelle classiche in particolare - esistevano tre generi: il maschile per le
persone e gli animali di sesso maschile, appunto, il femminile per l'altra
categoria e il genere neutro riservato al "sesso" delle cose (neutro
viene dal latino "neuter", né l'uno né l'altro: le cose, infatti, non
hanno sesso). Con il trascorrere del
tempo il genere neutro, per il suo carattere... neutrale, ossia indefinito,
scomparve nella quasi totalità degli idiomi moderni e i vocaboli acquisirono -
senza alcuna regola predefinita - le terminazioni, cioè le desinenze maschili o
femminili, assumendo il tal modo un genere grammaticale che non avevano mai
avuto e che sotto il profilo, diciamo, fisiologico tuttora non hanno. Il
"sesso grammaticale", dunque, è una convenzione che non ha nulla che
vedere con il "sesso fisiologico", a eccezione, ovviamente, degli
esseri animati. Che la distinzione tra i "sessi grammaticali" sia del
tutto irrazionale lo dimostra l' "analisi" di alcune parole che
cambiano di genere nelle varie lingue. Il dente, per esempio, è maschile in
italiano e femminile in francese; l'arte è femminile in italiano e maschile in
francese; il mare è femminile in francese, maschile in italiano e neutro in
tedesco. Questo in linea generale. Se prendiamo in esame altri vocaboli, come
recluta, guardia, sentinella e soprano - tanto per fare alcuni esempi -
notiamo, infatti, che i primi tre sono di "sesso" femminile pur
riferendosi a un uomo; mentre il soprano, maschile, si riferisce a una donna.
Il genere o "sesso" dei vocaboli - in linea di massima - è una convenzione
fatta dai linguisti e che trova le sue "radici" nella storia della
parola stessa.
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