Per scoprire l'origine, vale a dire la "nascita
linguistica" del sommozzatore ci affidiamo all'insigne e rimpianto
professor Aldo Gabrielli. «Questo vocabolo che potrebbe apparire stravagante, e
a cui tutti abbiamo fatto l'orecchio, deriva da un verbo dialettale napoletano
(è un sostantivo deverbale, quindi, ndr), "sommozzare", che significa
"tuffarsi", "andare a fondo" nell'acqua per pescare. Si
tratta precisamente della variante dialettale di "soppozzare", verbo
antico, che risale almeno al Trecento. Questo "soppozzare" discende
da un latino popolare "supputiare", variante di
"subputeare", composto di "sub", sotto e
"puteus", pozzo, alla lettera "immergere in un pozzo" e,
piú genericamente, "immergere", "affondare" [...]. È anche
probabile che la variante napoletana "sommozzare" abbia subito
l'influsso del sinonimo "sommergere".
"Sommozzatore", dunque, è colui che "si sommozza",
si cala nell'acqua, si affonda. Parola di suono strano quanto si voglia, ma di
schietta origine italiana; ed è pertanto inutile chiamare questi uomini
coraggiosi con un vocabolo preso dall'inglese e direi perfino irrispettoso, "uomini-rana";
ricalcato su "frog-man", 'uomo', "man" e 'rana',
"frog": per via delle pinne ai piedi».
E dopo questo autorevole Autore c'è qualcuno
che preferisce "uomini-rana", di stampo barbaro, all'italianissimo
"sommozzatore"? Chi adopera il termine "barbarico" lo fa
soltanto per mera esterofilia e snobismo
linguistico. Sarebbe veramente ora di riscoprire la nostra lingua - ricchissima
di vocaboli - e lasciare l'inglese a coloro che, per "darsi un tono",
infarciscono i loro scritti e i loro discorsi di termini stranieri di cui,
molto spesso, non conoscono neppure il significato. Ma tant'è.
***
Apersero la porta
Apersero? Non si dice aprirono? Anche "apersero".
Il verbo aprire ( come ricoprire, scoprire, riscoprire, soffrire e altri che
ora non ci sovvengono) nella 1^ e 3^ persona singolare e 3^ plurale del passato
remoto presenta due forme: una forte e una debole. La forma forte ha
l'accentazione sulla radice: io apèrsi;
quella debole sulla desinenza: io apríi. Chi preferisce adoperare la
forma forte e dire, per esempio, "tutti soffersero quella perdita", in luogo del piú comune
soffrirono, non può essere tacciato di ignoranza. È solo questione di gusto
stilistico.
2 commenti:
UOMINI-RANA è termine circoscritto al gergo militare e alla II guerra mondiale.
ancora una volta, l'ennesima mi tocca scrivere che il "napoletano" non è un dialetto ma una lingua, tanto che è stata registrata presso L'unicef. il "napolitano" sono le varie declinazioni regionali del centro-sud a partire da basso lazio, fino al sud delle regione Marche. PS, le cosiddette zone intese come punta e tacco d'italia parlano in lingua siciliana, la quale va intesa come per il Napoletano
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