A
proposito di accento, di cui abbiamo parlato, sommariamente, sabato scorso, una
“lezione” di Daniela Dell’Aquila sul sito “Immaginaria.net” ci ha lasciato
senza parole (a dir poco). Ecco cosa scrive:
L'accento
giusto
In
italiano gli accenti
sono sostanzialmente di due tipi: acuto
e grave
(il circonflesso è in disuso). Nella lingua scritta, solo la "e" può
avere accento grave o acuto. Le altre vocali hanno sempre accento
acuto (per fortuna, sulla tastiera italiana trovate solo quelle!). Solo poche
parole hanno l'accento grave sulla e; le più comuni sono: la è verbo e il
suo composto cioè;
le parole tè,
caffè,
piè,
ahimè,
lacchè;
i nomi Giosuè
e Mosè.
[…] Il
troncamento di frate davanti a nomi propri (fra' Cristoforo) si può scrivere
anche con l'accento (frà
Cristoforo) [...].
Sarà
bene fare un po’ di chiarezza. L’accento acuto si può avere anche sulla “o”,
come gómena, per esempio, e non soltanto sulla “e”. Quanto alla vocale “a”,
questa ha solo l’accento grave (là). Per quanto attiene alla tastiera italiana
non ci risulta che le vocali abbiano l’accento acuto, al contrario. Per
ottenere l’accento acuto sulla “i”, sulla “u” e sulla “o” occorre ricorrere,
infatti, a una combinazione di tasti. Fra, troncamento di “frate”, non vuole né
apostrofo né accento: errore gravissimo scrivere frà Cristoforo.
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La parola del giorno (di ieri): titubare.
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La parola del giorno (di ieri): titubare.
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