lunedì 25 novembre 2013

Sull'accento (2)

A proposito di accento, di cui abbiamo parlato, sommariamente, sabato scorso, una “lezione” di Daniela Dell’Aquila sul sito “Immaginaria.net” ci ha lasciato senza parole (a dir poco). Ecco cosa scrive:

L'accento giusto

In italiano gli accenti sono sostanzialmente di due tipi: acuto e grave (il circonflesso è in disuso). Nella lingua scritta, solo la "e" può avere accento grave o acuto. Le altre vocali hanno sempre accento acuto (per fortuna, sulla tastiera italiana trovate solo quelle!). Solo poche parole hanno l'accento grave sulla e; le più comuni sono: la è verbo e il suo composto cioè; le parole , caffè, piè, ahimè, lacchè; i nomi Giosuè e Mosè. […] Il troncamento di frate davanti a nomi propri (fra' Cristoforo) si può scrivere anche con l'accento (frà Cristoforo) [...].
Sarà bene fare un po’ di chiarezza. L’accento acuto si può avere anche sulla “o”, come gómena, per esempio, e non soltanto sulla “e”. Quanto alla vocale “a”, questa ha solo l’accento grave (là). Per quanto attiene alla tastiera italiana non ci risulta che le vocali abbiano l’accento acuto, al contrario. Per ottenere l’accento acuto sulla “i”, sulla “u” e sulla “o” occorre ricorrere, infatti, a una combinazione di tasti. Fra, troncamento di “frate”, non vuole né apostrofo né accento: errore gravissimo scrivere frà Cristoforo.

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La parola del giorno (di ieri): titubare.




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