domenica 10 novembre 2013

«Metamorfosi morfo-sintattiche»

Vediamo alcune metamorfosi che, nel corso dei secoli, si sono avute nella morfologia e nella sintassi. Con il termine morfologia (dal greco "morfè", forma) si intende - in linguistica - la parte della grammatica che studia il comportamento dei singoli vocaboli nella loro forma esteriore come, per esempio, le desinenze, le coniugazioni, i troncamenti, le elisioni ecc. Sotto questo aspetto il nostro idioma ha un andamento piuttosto regolare, costituito dal progressivo discostamento dalla lingua madre - il latino - perché sono cadute le desinenze consonantiche. Le parole  "casa", "pane"  - per esempio - sono gli accusativi latini "casam" e "panem" con la perdita della desinenza consonantica "m" (casa'm' e pane'm'). Per quanto attiene ai verbi, invece, la metamorfosi si nota benissimo in quanto la desinenza della prima persona singolare dell'imperfetto indicativo era - fino a due secoli fa - "-a": io amava, io leggeva ecc. Questo perché si rifacevano ai rispettivi latini "-abam", "-ebam", "-ibam", con la caduta della consonante finale "m". La forma attuale in uso, quella con la desinenza in "-o" (io mangiavo, leggevo, dormivo ecc), è coniata per analogia con la desinenza del presente (io lodo, parlo, temo, parto). Ancora. Anticamente la prima persona plurale dell'imperfetto indicativo del verbo essere era "noi eramo", conformemente al latino "eramus"; quella definitiva, "eravamo", si ha per analogia con i verbi regolari "parlavamo", "temevamo" e via dicendo. Un altro esempio di metamorfosi morfologica si ha nella forma plurale di "quello", che per secoli è stata "quelli", solo successivamente fu introdotta la forma "quegli" per alcuni casi particolari. E passiamo alle metamorfosi che si sono avute nella sintassi, altra parte della linguistica che si occupa della disposizione delle parole nella frase, vale a dire la funzione che ciscuna di queste esercita nel contesto (soggetto, predicato, complementi ecc.) Anche questo termine viene dal greco "syntaxis", derivato di "syntàssein" ('ordinare assieme') e significa "ordinare insieme i vari elementi di una frase". In questa campo le metamorfosi piú vistose si hanno nella tendenza ad abbreviare i periodi, "spezzettando" il discorso in tante proposizioni brevi e indipendenti; nell'eliminazione, per quanto possibile, di proposizioni coordinate e subordinate. Altro mutamento assai vistoso nella sintassi - e concludiamo queste modeste noterelle - è il passaggio dalle proposizioni di forma implicita (con il verbo all'infinito o con il gerundio) ad altre di forma esplicita, vale a dire con un verbo di modo finito. E viceversa, naturalmente. 

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