Molti
giornalisti e scrittori usano infarcire i loro scritti di avverbi terminanti in
“-mente”, quasi questi ultimi fossero un condimento indispensabile per
insaporire le idee che mettono su carta. Tra gli avverbi, il piú adoperato e,
linguisticamente, il piú logoro è, senza ombra di dubbio, «letteralmente» che, come
fa notare il vocabolario Devoto-Oli, “sottolinea la particolare intensità o
assolutezza di una condizione». Chi non ha mai letto frasi del tipo “era
letteralmente morto per la stanchezza”? Con l’avverbio letteralmente si vuole
mettere in evidenza, appunto, la “particolare intensità” della stanchezza. È
necessario osservare, però, che il significato proprio dell’avverbio in
questione è nel “senso letterale” del termine, seguito, per tanto, da un
aggettivo metaforico scancella il senso metaforico stesso. A nostro modesto
avviso, quindi, c’è una palese contraddizione “interna” che deve essere
assolutamente eliminata. Come? Semplicissimo. O si toglie l’avverbio
(letteralmente) o si elimina la metafora: era morto per la stanchezza (morto in
senso metaforico, per l’appunto). Colui che è letteralmente morto per la
stanchezza non abbisogna di una comoda poltrona, sibbene di un impresario di
onoranze funebri che scelga per lui una comoda bara, eventualmente rivestita di
raso. Scherzi a parte, non vi sembra che di questo “letteralmente” se ne possa
fare… letteralmente a meno? E che dire
del verbo “subire”, anche questo usato in tutte le salse da giornalisti e
scrittori? Subire, sarà bene ricordarlo, significa – come recitano i vocabolari
– “sopportare” e, generalmente, si sopporta qualcosa di spiacevole, di
increscioso. Usarlo nel senso di “incrementare” – come ci capita di leggere e di sentire spesso –
ci sembra una piccola “grande” sciocchezza: le vendite di quel prodotto hanno
subito un aumento notevole. Pedanteria? A voi la risposta, gentili amici amanti
del bel parlare e del bello scrivere.
* * *
La parola
del giorno (segnalata dal titolare di questo portale): suntuario (da non
confondere con santuario). Il termine
indica tutto ciò che è relativo allo spendere. Presso i nostri antenati latini,
le leggi cosí dette suntuarie avevano lo scopo di moderare, di frenare le spese
smoderate dei ricchi per cose lussuose o per banchetti esageratamente
abbondanti.
Nessun commento:
Posta un commento