mercoledì 11 settembre 2013

Oltre...

Due parole sulla preposizione “oltre” perché – se non cadiamo in errore – buona parte delle grammatiche trattano l’argomento in modo superficiale. Questa preposizione, dunque, ha tre distinti significati (o, se preferite, accezioni): “di là da” (oltre il lago c’è un altro paese); “piú di” (è oltre un mese che ci ha lasciato); “in piú di, per di piú, di piú” (oltre a non studiare vuole anche andare in vacanza; è indisponente oltre che presuntuoso). In questo particolare significato, come si può vedere dagli esempi, oltre si fa seguire dalla preposizione “a” o dalla congiunzione “che” (la scelta dell’una o dell’altra dipende, ovviamente, dal contesto). Molto spesso si adopera come prefisso e, come tutti i prefissi, si “attacca” direttamente al sostantivo: oltremodo, oltrefiume, oltretevere ecc. Non è necessario, come molti ritengono, l’uso dell’apostrofo davanti a vocale. Si può scrivere, quindi, sia oltralpi sia oltr’Alpi. Personalmente preferiamo l’univerbazione.

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La parola del giorno (di ieri): salmeria.

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