Riprendiamo il viaggio – interrotto tempo fa – alla ricerca
di parole omofone ma di significato diverso. Questa volta facciamo tappa alla “dieta”.
Prima, però, ci sembra importante ‘capire’ bene il concetto di parole omofone
(dette anche “omonime”) che si differenziano da quelle “omografe”. Le parole
omofone, dunque, sono chiamate anche omonime perché oltre ad avere il medesimo “suono”
(vale a dire la stessa pronuncia) hanno anche lo stesso nome, ed è il caso,
appunto della dieta; quelle “omografe”, invece (dal greco ‘homòs’, uguale e ‘grafè’,
segno), hanno la medesima grafia, ma il “suono”, cioè la pronuncia (e quindi il
‘nome’), non sempre uguale: légge (norma) e lègge (dal verbo leggere), accétta
(scure) e accètta (dal verbo accettare). Le parole omofone, quindi, sono sempre
omografe; queste ultime, invece, non sempre sono omofone. Sarà bene, per tanto,
nello scrivere, accentare le parole omonime che possono ingenerare ambiguità:
balia e balía, regia e regía, ambito e ambíto, dècade e decade, circuito e
circuíto. L’accento che si adopera in questi casi è chiamato “fonico” perché fa
cambiare, appunto, il “suono” alle parole che hanno il medesimo nome. E veniamo
alla dieta, parola omonima ma con due
significati.
L’accezione piú nota, quella sulla bocca delle ragazze, in
particolare, è quella che recitano i comuni vocabolari, vale a dire «regime
alimentare a cui uno si sottopone per cura o per igiene; esso viene stabilito
da un medico specialista il quale, tenendo presente l’attività svolta dal
soggetto, il suo fabbisogno di calorie e il suo stato di salute generale, gli
prescrive certe regole di vita e soprattutto la quantità e la qualità dei cibi
di cui deve nutrirsi». In questo significato il termine dieta è il latino “diaeta”,
tratto dal greco “díaita”, che propriamente significa ‘vita’, quindi ‘modo di
vivere’, ‘tenore’, ‘regola di vita confacente alla salute’. L’altro
significato, quello di “assemblea”, è tratto dal latino “dieta” (senza il
dittongo “ae”), un derivato di “dies” (giorno), vale a dire ‘spazio di un
giorno’ e, per estensione, ‘giorno stabilito per l’adunanza’. In origine con la
“dieta” si intendeva l’ “assemblea
nazionale dei popoli germanici”, in seguito “assemblea del sacro romano impero”,
alla quale prendevano parte i feudatari, l’alto clero e i delegati delle città
imperiali riuniti per prendere decisioni importanti. Con il trascorrere del
tempo il vocabolo in questione ha acquisito il significato generico di ‘assemblea’
e, per estensione, quello di ‘parlamento’. Se non cadiamo in errore il
Parlamento giapponese non si chiama, per l’appunto, “Dieta”?
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