… vale a dire con una certa approssimazione. Prima
di parlare del modo di dire è necessario – per “capire” il modo di dire stesso –
fare una breve “introduzione” sul braccio. Come si sa il braccio vero e
proprio, sotto il profilo strettamente anatomico, è quel tratto dell’arto
superiore che va dalla spalla al gomito; comunemente, però, con il medesimo
termine si intende tutto l’arto, fino alla mano. Questa parte del corpo umano è
stata considerata – sin dai tempi dei tempi – un’estensione della volontà e
della mente e con il tempo è divenuta il simbolo della forza e della capacità
intellettuale. Il braccio, inoltre, per secoli è stato un’unità di misura
lineare il cui valore cambiava, seppure di poco, a seconda delle zone
geografiche. Il braccio, insomma, era il metro attuale e veniva adoperato,
infatti, per la misurazione dei tessuti. Questa unità di misura (circa un
metro) rimase in vigore fino all’introduzione, in Italia, del sistema metrico
decimale. Su queste basi sono nate le varie espressioni come “prestare il
braccio”, sottintendendo armato, a una causa; “offrire il braccio” o “porgere
il braccio”, vale a dire un appoggio, un sostegno; “essere il braccio destro
(di qualcuno)”, cioè l’uomo di fiducia, in senso di intelletto: colui che è il
braccio destro di qualcuno opera ‘intellettivamente’ come la persona che
sostituisce, è, insomma, sulla medesima ‘lunghezza d’onda di pensiero’. A questo
punto dovrebbero essere chiari il senso e l’origine dell’espressione “fare una
cosa a braccio” e soprattutto – essendo piú adoperata – la locuzione “parlare a
braccio”. La prima, che significa ‘all’incirca’, ‘approssimativamente’, fa
riferimento al braccio come unità di misura ed è ‘legata’ – generalmente – ai verbi
valutare, vendere, misurare, procedere, andare e simili. La seconda si
riferisce soprattutto a un oratore o a un attore che improvvisano, i quali
adoperano il braccio come fosse un
copione o un testo da leggere, in senso figurato, naturalmente. L’oratore che
parla a braccio, cioè senza leggere un testo preparato prima, è privo, in un
certo senso, di ‘misura’, vale a dire di ‘lunghezza di tempo’ in quanto il
braccio indica(va), appunto, una ‘misura approssimativa’.
giovedì 1 agosto 2013
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