Questo modo di dire, per la verità di uso raro è,
tuttavia, di significato intuitivo. Di origine proverbiale, l’espressione si
adopera – potremmo dire in campo filosofico – per sostenere due concetti
antitetici: che l’indole dell’uomo ( e della donna) è dovuta al patrimonio
genetico ereditato, o che, al contrario, la persona, o meglio la natura della
persona è il frutto dell’ambiente e dell’educazione. A sostegno della prima
tesi, quella dell’ereditarietà, si riporta il fatto che il corvo non è commestibile,
né lo sarebbero le sue uova (e questo sarebbe il significato originario del
detto). Il modo di dire si riallaccia anche a un aneddoto sul maestro di
retorica Corace, il quale citò in giudizio un suo discepolo, tale Tisia, perché
non gli aveva pagato quanto stabilito per le lezioni. Per difendersi l’accusato
ricorse a un sofisma, dicendo a Corace: «Se avrai ragione tu, significa che non
mi hai insegnato nulla e pertanto non meriti nessun emolumento; se vincerò io,
a maggior ragione non ti dovrò nessun compenso». Di fronte a questo
ragionamento i giudici dedussero che da un cattivo maestro non può che venire
un cattivo allievo. Sembra che avessero adoperato la locuzione sopra citata in
quanto il nome proprio Corace è identico a quello del nome comune greco per
indicare il corvo.
* * *
Due parole sul verbo intransitivo “procedere”, che
può prendere tanto l’ausiliare ‘essere’ quanto ‘avere’. La scelta dell’ausiliare,
però, è legata al significato che si vuol dare al verbo. Si adopererà l’ausiliare
‘essere’ quando il predetto verbo sta per ‘derivare’, ‘proseguire’: tutto ciò è
proceduto (derivato) dalla tua imperizia; si userà ‘avere’, invece, nel
significato di ‘dar principio’, ‘dare inizio’, ‘agire’ e simili: dopo le
discussioni hanno proceduto (dato inizio) alle votazioni.
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