Riprendiamo il nostro viaggio attraverso la lingua italiana alla scoperta di parole di uso comune ma dal significato… “nascosto”. E prendiamo una parola che è sulla bocca di tutti: pazzo. Chi non conosce il significato “scoperto” di questo termine? Il pazzo è un malato di mente. Un po’ complessa la spiegazione “linguistica” del vocabolo in quanto il termine è di etimologia incerta. Alcuni linguisti lo fanno derivare dal latino “patiens”, sofferente, quindi “paziente”. Tesi avversata, però, dal glottologo Costantino Nigra, il quale sostiene che nel concetto popolare il termine ‘pazzo’ non s’accompagna all’accezione di “paziente”, “malato”, quanto a quella di “stravagante”, “sragionevole”. Ma tant’è. L’origine latina del vocabolo, però, è sostenuta anche da Giacomo Devoto. Per altri linguisti, invece, la voce pazzo sarebbe un prestito dell’antico tedesco “Parzian” o “Barjan” (infuriare). Come si vede non tutte le “scuole” concordano, l’origine (linguistica) del pazzo resta, per tanto, incerta, per non dire oscura. È interessante notare, a questo proposito, le varie “sfumature” che dà, della voce in oggetto, il linguista Ottorino Pianigiani. E concludiamo con una bellissima massima di Saul Bellow: «In un’epoca di pazzia, credersi immuni dalla pazzia è una forma di pazzia». O no?
martedì 23 luglio 2013
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