Crediamo di far cosa gradita agli amanti della scienza etimologica, e in particolare alle amiche Lettrici, se ci occupiamo della nascita della cosmesi, vale a dire dell’«Arte di far risaltare o rendere bello il volto (e le membra umane) correggendone i difetti». Le sorprese che può offrire l’etimologia, cioè la scienza che studia l’origine (e la forma originaria) di una parola, sono infinite. Chi potrebbe pensare, infatti, che il cosmo, cioè il mondo, l’universo e quel vasetto pieno di “intrugli” per abbellire la pelle – rendendo felici milioni di donne – sono cugini di primo grado? Vediamo come, dando la “parola” all’insigne glottologo Aldo Gabrielli, che sarà molto più chiaro di noi nella dotta esposizione. «La parte iniziale dei due vocaboli (cosmo e cosmetico o cosmesi, ndr) potrà forse farlo sospettare; ma ogni altro pur frettoloso ragionamento lo farebbe scartare senz’altro. L’antico comune genitore è la parola greca “kòsmos”, che ha come suo primo significato quello di “ordine”; di qui, l’ordine per eccellenza, quello delle cose create da Dio, rappresentato appunto dall’universo o, alla greca, dal cosmo. Naturalmente l’ordine poteva poi riferirsi ad altre moltissime cose; ed ecco che i Greci chiamarono “kòsmoi”, in italiano “cosmi”, certi integerrimi magistrati, specialmente delle città cretesi, che avevano la funzione precisa di mettere ordine nella pubblica amministrazione. Né poteva essere dimenticato l’ordine domestico, e l’ordine della stessa persona fisica. Nell’antica Grecia si chiamava “cosmeta” lo schiavo addetto alla cura della guardaroba, e si sa che un guardarobiere se non è ordinato è fallito in partenza. La cosmeta femmina era poi, sempre in Grecia, quella che oggi si direbbe “cameriera di camera”, cioè la donna addetta specialmente alle cure igieniche della signora, dal bagno agli unguenti, ai massaggi e simili: tutte cose che nell’antica Grecia occupavano giornate. C’era anche il “cosmete”, che si occupava di un ordine diverso, quello della mente e dell’animo degli efebi, vale a dire degli adolescenti: una specie di aio*, di precettore. Ma restando all’ordine piú strettamente personale, a quello cioè del proprio corpo, vediamo che dal primitivo “kòsmos” nacque il verbo “kosmèo”, ‘ordinare’, ‘mettere ordine’, e poi estensivamente ‘adornare’, ‘abbellire’; e di qui ecco la parola “kòsmesis”, in italiano “cosmèsi”, che è propriamente “l’azione di ordinare, ornare, abbellire”, in una parola sola, “abbellimento”, “ornamento”; ed ecco ancora la “kosmetikè tèchne”, cioè l’ “arte cosmetica”, l’arte di abbellire, poi sostantivata in “cosmètica”. Che cosa è dunque propriamente questa cosmetica? L’arte di mettere ordine al disordine, alle imperfezioni del corpo umano nel campo dell’estetica e dell’igiene. E che cosa sono i cosmetici? Sono quei preparati che hanno lo scopo di riordinare, di correggere, di abbellire… eccetera eccetera».
* Si veda qui.
venerdì 19 luglio 2013
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