Gentile dott. Raso, mi appello alla ormai nota sua
non comune disponibilità per un problema di lingua. Mio figlio deve scrivere –
per i compiti delle vacanze – 20 frasi in cui siano presenti 10 comparativi
organici e dieci superlativi altrettanto organici. Né io né mio figlio, le
confesso, abbiamo mai sentito parlare di detti comparativi e superlativi. Che
cosa sono? Può aiutarci in merito?
Grazie in anticipo e un cordiale saluto.
Alberto D.
Terracina (LT)
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Caro Alberto, le copio la risposta che il linguista
Massimo Arcangeli ha dato a un lettore della rubrica di lingua del quotidiano
“la Repubblica” in rete, il quale poneva una domanda simile.
«Il superlativo
assoluto organico, il superlativo relativo organico, il comparativo organico di
un aggettivo (o di un avverbio) sono le alternative – spesso ereditate dal
latino – alle corrispondenti forme regolari. Facciamo un paio di esempi.
“Grande”: il superlativo assoluto organico è “massimo” (quello regolare sarebbe
“grandissimo”), il superlativo relativo organico è “il maggiore” (quello
regolare sarebbe “il più grande”), il comparativo organico è “maggiore” (quello
regolare sarebbe “più grande”). “Piccolo”: il superlativo assoluto organico è
“minimo” (regolare: “piccolissimo”), il superlativo relativo organico è “il
minore” (regolare: “il più piccolo”), il comparativo organico è “minore”
(regolare: “più piccolo”)».
Da
parte mia mi permetto di aggiungere, per una maggiore comprensione, che sono
chiamati “organici” i comparativi e i
superlativi (assoluti e relativi) che si discostano nettamente dalla radice del
corrispondente aggettivo di grado positivo.
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Veda anche qui.
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