sabato 24 settembre 2011

C'è il «mózzo» e il... «mòzzo»


Forse non tutti sanno che il vocabolo “mozzo” cambia completamente di significato a seconda della pronuncia aperta o chiusa della “o” e della “z”, aspra o dolce. Il mózzo, con la “o chiusa” e la “z aspra” indica il ragazzo che in una nave mercantile svolge servizi di “garzoneria” in attesa di diventare marinaio; con la “o” aperta e la “z” dolce (mòzzo”) designa, invece, come riporta il De Agostini: 1 (la) parte centrale di un organo rotante, in genere di forma cilindrica, avente la funzione di accoppiare l'organo stesso al suo asse; 2 (il) pezzo di legno massiccio in cui è incassata la corona della campana.

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