giovedì 1 settembre 2011
Parco giochi: plurale?
Dalla rubrica di lingua del quotidiano la Repubblica in rete:
Paolo scrive:
30 agosto 2011 alle 19:47
Buon giorno a tutti.
Qual è il plurale di parco giochi? Ho letto che quando ci sono nomi composti da 2 sostantivi, muta al plurale solo il secondo termine. Resterebbe dunque “I parco giochi”? Non si dovrebbe dire “Parchi Giochi”? Qual è comunque, per favore, la regole da rispettare in questi casi?
Grazie come sempre. Paolo
linguista scrive:
31 agosto 2011 alle 09:32
Non è così semplice. Quando i due nomi godono di una certa autonomia (lo dimostra il fatto che siano graficamente separati l’uno dall’altro, come nel caso in oggetto) è in genere il primo, e non il secondo, a prendere su di sé la marca del plurale (per. es.: “la busta paga”/”le buste paga”). Il ragionamento iniziale da fare, nella circostanza, è comunque quello di ricostruire e rendere visibile la natura sintattica del composto: “parco giochi” sta per ‘parco dei/per i giochi’; il plurale, conseguentemente, dovrebbe essere “parchi giochi” (= ‘parchi dei/per i giochi’). Si usa sentire e leggere spesso, però, anche “i parco giochi” e “i parchi gioco” (così come “i parchi divertimento”). Il primo sarebbe tutto sommato accettabile se scrivessimo “parcogioco”/”parcogiochi”, perché, con l’univerbazione, il secondo elemento del composto potrebbe caricarsi della responsabilità del plurale (come avviene in altri composti nei quali i nomi coinvolti sono del medesimo genere: “capocuoco/”capocuochi” o “caporedattore”/”caporedattori”). Il secondo riflette la percezione più o meno inconsapevole del parlante che, in teoria, si potrebbe partire anche da ‘parco del/per il gioco’; muovendo da qui, il plurale sarebbe evidentemente “parchi gioco’ (che riflette lo stesso modello di “buste paga”).
Massimo Arcangeli
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Anche questa volta concordiamo parzialmente con il linguista, il plurale 'classico' è "parchi gioco". Non siamo d'accordo sulla formazione del plurale dei nomi composti con "capo" perché non seguono la regola secondo la quale se i sostantivi sono dello stesso genere assume la desinenza del plurale il secondo elemento: pescecane/pescecani; cassapanca/cassapanche. L'esempio, quindi, di "capocuoco/capocuochi; "caporedattore/caporedattori" non è ammissibile per spiegare il plurale corretto di "parco giochi". I nomi composti con "capo" formano il plurale secondo le funzioni che svolge il primo elemento (capo). E qui diamo la "parola" ad Aldo Gabrielli, linguista "snobbato" dal... linguista di "Repubblica":
* Nomi composti con capo più un sostantivo. Li dividiamo in due categtorie, a seconda della funzione che ha la componente capo.
* Prima categoria: capostazione. Qui capo ha funzione di soggetto.
* Seconda categoria: capocronista. Qui capo ha funzione di semplice attributo.
* Per capirlo, proviamo a ribaltare la parola. Ecco: capostazione non può diventare stazione-capo, mentre capocronista può diventare cronista-capo.
* Noi daremo la forma plurale solo all’elemento principale del composto: nel primo caso a capo: i capistazione, nel secondo a cronista: i capocronisti. Qualche altro esempio della prima categoria: capoclasse, il capo della classe, caporeparto, il capo del reparto, e ancora capoturno, caposquadra, capotreno, caposervizio, capofamiglia, capodivisione, capofila, capoposto, caposezione. Il primo elemento è preminente, e lo metteremo al plurale: capiclasse, capireparto, capiturno, capisquadra, capitreno, capiservizio, capifamiglia, capidivisione, capifila, capiposto, capisezione. Se il nome è al femminile, la componente capo rimarrà invariata: le capostazione, le capoclasse, le caporeparto, le capoturno, le caposquadra, le capotreno eccetera.
* Passiamo ora ad esempi della seconda categoria: capomacchinista: potremmo benissimo dire macchinista-capo. E così capotecnico, caporedattore, capocomico, capocuoco: qui è preminente il secondo elemento, e sarà questo solo che faremo plurale: capomacchinisti, capotecnici, caporedattori, capocomici, capocuochi. Seguono questa regola anche capoluogo, capolavoro, capoverso, capodanno che al plurale diventano capoluoghi, capolavori, capoversi, capodanni. Se il nome è al femminile, se ne farà regolarmente il plurale femminile: la capotecnica, le capotecniche; la capocomica, le capocomiche; la capocuoca, le capocuoche; la capomastra, le capomastre; la capocronista, le capocroniste; la caporedattrice, le caporedattrici eccetera.
* Ora attenzione: caposaldo non segue queste regole e fa al plurale capisaldi perché non è il composto di capo più un sostantivo, ma di capo più un aggettivo: vedi al punto 3.
* Per finire, a volte la parola capo viene dopo il nome cui si riferisce e si scrive separata: consigliere capo, redattore capo e simili. Qui capo, è “apposizione”, come se dicessimo “che è a capo”: consigliere, commesso, redattore “che è a capo” di altri consiglieri, di altri commessi, di altri redattori. Resta pertanto invariato nel plurale. Diremo perciò il consigliere capo e i consiglieri capo, il redattore capo e i redattori capo. Per la donna avremo la commessa capo, la redattrice capo, che pure rimangono invariate nel plurale: le commesse capo, le redattrici capo.
Dimenticavamo: siamo molto perplessi sull'uso del congiuntivo in "lo dimostra il fatto che siano".
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7 commenti:
Cortese dott. Raso,
questa volta credo abbia ragione il linguista di "Repubblica" sul plurale di "parco giochi". Concordo con lei,invece, sul plurale dei nomi composti con "capo".
Con rinnovata stima
Gentile Signor "il puntiglioso",
se ho capito bene, infatti, il Dottor Raso concorda con il linguista - e non potrebbe essere altrimenti - per quanto riguarda il plurale di "parco giochi".
Non concorda invece (e non potrebbe essere altrimenti) in merito al plurale dei nomi composti con "capo".
Aggiungo che anch'io nutro dubbi per quanto concerne il congiuntivo in "lo dimostra il fatto che siano ...": poiché troviamo il concetto della certezza (i due nomi SONO graficamente separati) era preferibile l'indicativo presente, non il congiuntivo.
Cordialmente
Cortese In.Somma,
se ho ben capito il linguista di "Repubblica" sostiene che il pluarle è "parchi giochi" (non "parchi gioco").
Mi domando, inoltre, se parchi è già plurale, perché al plurale diventa singolare?
Illustre Professore,
anch'io, come il puntiglioso, mi domando perché parco giochi (già plurale)diventi "parchi gioco".
Cordialmente
Cortese Osvaldo,
la sua domanda (come quella del puntiglioso) è più che legittima. Questo plurale “strano”, che diventa singolare nel… plurale, si ha – a mio modo di vedere – per analogia con il plurale dei nomi composti tipo “asilo nido/asili nido”; “carrozza letto/carrozze letto” ecc. Questo plurale, inoltre, è immortalato in molti libri, anche di Autori… autorevoli. Si colleghi a questo sito: http://www.google.it/search?tbm=bks&tbo=1&q=%22parchi+gioco%22&btnG=#q=%22parchi+gioco%22&hl=it&tbo=1&tbm=bks&ei=kAhgTpGdOayL4gTvvegh&start=20&sa=N&bav=on.2,or.r_gc.r_pw.&fp=2e0aa690ec5dce21&biw=1024&bih=637
Gentile "il puntiglioso",
ha ragione e chiedo scusa: la risposta del linguista mi ha fatto perdere l'orientamento e sono ancora alla ricerca del cancello per uscire dal ...'parco giochi'. Mi comprenda, grazie.
Cordialmente
Buongiorno signor Raso. Secondo me il costrutto "lo dimostra il fatto che siano" è legittimo. Può infatti essere svolto in questo modo: "lo dimostra il fatto che (ciò accade) ogni volta che (due termini si presentino) graficamente separati...". Così completata, la frase incardina la certezza sull'indicativo, convogliando l'ipoteticità sul congiuntivo.
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