venerdì 28 giugno 2024

Sull'uso ortodosso di alcuni verbi


 Siamo rimasti basiti (parola tanto di moda quanto… brutta) nell'apprendere che l'insegnante di lettere del figlio di un nostro carissimo amico ha corretto la terza persona singolare del presente indicativo del verbo perseguire, "perseguisce", in 'persegue' (in un componimento del ragazzo). Povera lingua nostra! Ti hanno talmente imbastardito che anche alcuni (per non dire molti) "addetti ai lavori" non ci capiscono piú nulla. È mai possibile che questo docente non sa/sappia che il verbo "perseguire" si può coniugare anche nella forma incoativa in alcuni tempi? È corretto dire, quindi, tanto "io perseguo" quanto io "perseguisco". Questo verbo, inoltre, ha due significati che non sarebbe azzardato definire "antitetici": 'dare la caccia', quindi perseguitare e 'mirare a', 'attendere a', quindi raggiungere uno scopo.


Due parole due sul verbo progredire. Detto verbo, terminando in "-ire", è classificato tra quelli della III coniugazione ed è intransitivo. Nei tempi composti prende l'ausiliare avere quando il soggetto è una persona: Luigi ha sempre progredito negli studi intrapresi; prende l'ausiliare essere quando il soggetto non è una persona: in questi ultimi anni le tecnologie sono sempre progredite con successo.


Il verbo "disimpegnare", transitivo e della I coniugazione, significa, propriamente, "liberarsi da un impegno, da un obbligo", "dalla parola data", "da una promessa" e simili. Alcuni gli danno il significato, errato, di "eseguire, portare bene a compimento un determinato compito o ufficio": Luigi ha disimpegnato molto bene il suo incarico temporaneo di direttore. Si dirà, correttamente, "Luigi ha esercitato, espletato molto bene...".


Presenziare — può essere tanto transitivo quanto intransitivo, come riportano i vocabolari. La “transitività” o l’ “intransitività”, però, non sono date dal caso: il suddetto verbo sarà transitivo quando sta per “intervenire a qualcosa”, "partecipare" (‘presenziare’ il congresso, il dibattito); intransitivo quando significa “prendere parte a qualcosa”, “essere presente” (‘presenziare’ alla cerimonia).


***

Misteri lessicografici”

Sarebbe interessante conoscere i motivi “linguistico-grammaticali” che hanno indotto i lessicografi dei vocabolari De Mauro, Devoto-Oli, Treccani, Olivetti, DOP e Zingarelli a ritenere il lessema “lungadige” invariato, al contrario di lungotevere e lungarno. Il Sabatini Coletti, addirittura, non attesta il lemma. Tutti e tre i sintagmi sono composti con la preposizione “lungo” e il nome del fiume, e i sostantivi così formati – secondo la norma grammaticale – si pluralizzano normalmente. Perché, dunque, “i lungoteveri”, “i lungarni” ma “i lungadige”?



(Le immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico, quindi. Se víolano i diritti d'autore scrivetemi; saranno prontamente rimosse: fauras@iol.it)

Nessun commento: