di Salvatore Claudio Sgroi
1. Evento televisivo
In occasione dell’ultima puntata della Rubrica "Pronto soccorso linguistico" del programma Unomattina in famiglia di Rai 1, il presidente della Crusca, Paolo D’Achille si è soffermato sulla forma standard spegnere e la variante marcata spengere, “più rara” ed “evitata perché sentita come dialettale, regionale, ma non certo errata”.
2. Norma
Normativamente non c’è dubbio che la variante spengere, per quanto regionale, è corretta, in quanto in bocca agli italofoni colti del Lazio, e non già di stampo popolare. Ricordo che un caro amico romano diceva “spengere la luce”. Nel Primo tesoro della lingua letteraria del Novecento (De Mauro 2009) non pochi sono gli ess.:
Anna Banti 1948: “s'applicò a seguitare il discorso e spengervi il ricordo troppo vivo ed eccitato di Roma” (Artemisia);
Aldo Palazzeschi 1948: “udiva un lamento uscire dal petto per spengersi sul labbro dolorosamente nell'ansito forte” (I fratelli Cuccoli);
Carlo Emilio Gadda 1953: “l'ansimo le si spengeva” (Novelle dal ducato in fiamme);
Ottiero Ottieri 1959: “lo vedevo spengersi”; “perché spengeva il fuoco con l'aria di volerlo accendere meglio?” (Donnarumma all’assalto);
Mario Tobino 1962: “Le altre volte spengevamo i fanali al primo accenno dell'alba";
Anna Maria Ortese 1967: “quel debole sorriso si spengeva” (Poveri e semplici);
Manlio Cancogni 1973: “spengere i ricordi” (Il clandestino); “E dopo si spenge la Cicca” (Allegri, gioventù); “spengeva la lampada, chiudeva la porta”; “spengeva ogni rumore”.
Il Vocabolario del romanesco contemporaneo. Le parole del dialetto e dell’italiano di Roma di P. D’Achille e C. Giovanardi (Newton Compton 2023) sotto il lemma “spénge(re) v. tr.” precisa che “Si tratta della variante più diffusa [a Roma] di spegne(re)” con l’es. spengi er lume che è ora de dormì. Peraltro il De Mauro 2000 registra tale voce come “v.tr. RE tosc. var. spegnere”; lo Zing. 2023 lo etichetta “tosc. o lett.” E il Devoto-Oli 2023 “region, tosc. o lett.”
3. Etimo
Se l’etimo del comune spegnere è “forse lat. expĭngĕre, per extinguĕre, con influsso di pingĕre ‘tingere’” (De Mauro 2000), allora la variante tosco-romanesca spengere è etimologicamente ineccepibile. E bisognerebbe spiegare invero dal punto di vista etimologico il corrente spegnere.
Stando al lemmario del De Mauro 2000, non meno di 98 sono i lemmi in –gere, es. aggiungere dal lat. adiŭngĕre, etimologicamente coerenti.
Le forme marcate in –gnere sono invece 32, ovvero accignere, aggiugnere, attignere, cignere, congiugnere, costrignere, dipignere, distrignere, giugnere, intignere, mugnere, piagnere, pignere, pugnere, raggiugnere, ricongiugnere, rigiugnere, rimpiagnere, ripiagnere, ripignere, ristrignere, scignere, smugnere, soggiugnere, sopraggiugnere, sospignere, SPEGNERE, spignere, stignere, strignere, tignere, ugnere.
4. Contrasto tra spingere e spengere
I 98 verbi in –ngere non riescono a trattenere spengere perché probabilmente troppo vicino a spingere (dal “lat. *expĭngĕre”). La forma spengere diventa così SPEGNERE, rientrando nel paradigma minoritario dei 32 verbi in –gnere.
(Le immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico, quindi. Se víolano i diritti d'autore scrivetemi; saranno prontamente rimosse: fauras@iol.it)
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