sabato 9 ottobre 2021

Lanaia - 2 - Cista, una parola ricca di storia

 


di Alfio Lanaia *

1. Evento letterario

Ne Il piatto piange, primo romanzo (1962) di Piero Chiara, si può leggere questa frase che descrive molto bene l’atmosfera che si respira nelle salaci storie ambientate a Luino nel periodo tra le due guerre e incentrate, oltre che sul locale bordello,  sul gioco d’azzardo. Come del resto fa presagire l’espressione a cui si ispira il titolo del romanzo:

«Ogni tanto si sentiva sfriggere un fiammifero, scricchiolare una sedia,  o le voci che dicevano otto, nove, cista (niente di fatto, punti zero), baccarat  (punti pari), carta, banco suivì, tutto per me, col tavolo, passo. Parole che corrono allo chemin».

Ad attirare l’attenzione del linguista sono, in questo brano, le parole e le espressioni legate al lessico dei giochi d’azzardo, come i francesismi baccarat, (banco) suivì, chemin. Ma, ancor di più, attrae l’attenzione una parola come cista, glossata dallo stesso autore come «(niente di fatto, punti zero)», e da non confondere, quindi, con l’omonimo cista ‘recipiente cilindrico ecc.’ di origine greco-latina.

2. Significati e datazione di cista

Prendendo in considerazione, per il momento, il GDLI, s.v. cista4, così viene descritta la voce: «sf. Nelle  carte francesi  (al  gioco  del baccarà),  la  carta  che  non  conta,  che  vale  zero (con  dieci  semi,  o  la  somma  di  due  carte  di cinque punti l’una)». Il GDLI, inoltre, data la nostra voce al 1905, ricavandola dal Panzini, di cui cita il modo di dire far cista ‘far zero punti’. I dizionari scolastici moderni, e.g. Zingarelli 2013, s.v. cista2, nell’accettare la datazione del 1905, aggiungono un ampliamento di significato della parola: «nel gioco del biliardo, ogni punto conseguito ma per qualunque ragione considerato nullo».

 3. Etimo «incerto» di cista

 Fra i repertori etimologici consultati, né il DELI di Cortelazzo-Zolli,  né l’Etimologico di Nocentini lemmatizzano la nostra voce; il DEI di Battisti-Alessio s.v. cista (XX sec.) non dà nessun etimo. Gli altri dizionari, a partire dal GDLI e dal GRADIT, e a seguire quelli monovolume, concordano tutti nel considerare cista di «etimo incerto».

 4. Retrodatazione di cista

 Come abbiamo visto, il GDLI e tutti gli altri dizionari datano la voce al 1905, ricorrendo al Dizionario moderno. Supplemento ai dizionari italiani (1905) di Alfredo Panzini che dà questa definizione: «Cista: nel giuoco del Macao dicesi quando le due carte, sommate, fanno dieci, cioè zero». Eppure è possibile retrodatare la nostra voce, innanzitutto ricorrendo ad altre  fonti lessicografiche, letterarie e giornalistiche.

              4.1 Fonti lessicografiche

 1887 - Sfuggito alla schedatura del GDLI è il Nòvo dizionàrio universale della lingua italiana,   vol. I, A-K, Milano 1887, di Policarpo Petrocchi:

  «Cista Nel giòco del maccao, Dièci. Ò fatto cista, ò perso».

 1896 - La voce è contenuta anche nel Dizionario milanese-italiano col repertorio italiano-milanese, Milano 18962, di Cletto Arrighi, pseudonimo di Carlo Righetti:

            «Cista (Far dieci a maccao), Cista».

             4.2 Fonti letterarie

 Nella narrativa del secondo Ottocento e dei primissimi anni del Novecento troviamo altre attestazioni di cista.

 1871Cista appare nell’opera di Ettore Socci, Da Firenze a Digione. Impressioni di un reduce garibaldino, edita a Prato nel 1871:

 

«Nero, per lo meno come uno spazzacamino, stizzito come un giocator di mako che fa   l’ultima cista».

 1891 – Nel bozzetto Tra l’otto e il nove, uscito nel giornale  L’O di Giotto, A II, n. 14, 29 marzo 1891, pp. 10-12, Gandolin (pseudonimo del giornalista genovese Luigi Arnaldo Vassallo) scrive:

 

«Aveva puntato una forte somma, e un re di coppe gli fece far cista, e, mentre il banchiere spazzava il banco, Callisto ebbe la forza di esclamare: - Non è il re di coppe, è il re…pulisti!»

 1901 – Nel romanzo L’Apostolo, Milano 1901, Remigio Zena, pseudonimo di Gaspare Invrea scrive:

«[…] piano piano si era messo con Claudio Priol a giuocare a macao, in due, e gli occorreva   distinguere i suoi nove e i suoi otto dalle ciste dell’avversario».

             4.3 Fonti giornalistiche

 1862 - Nel giornale umoristico triestino«La Baba», A. I. n. 7, domenica 7 dec. 1862, p. 26, appare un articolo a firma di Tic-Tac, dal titolo Dov’è la poesia?:

 

«Per i giuocatori di carte, in una bella cricca di dieci, così detta de musada, in un cappotto a cotecchio, in un bel nove davanti e una cista da dietro a macao».

 1888 – Su «Asmodeo», a XVII n. 9, 10 febbraio 1888, a firma di "Asm….atico", appare una  corrispondenza da Mantova del 7 febbraio:

 

«La presidenza, con lodevole e precauzionale vista di pudore casto giuseppico, ammettendo e danze e gioie e ogni sorta di giuochi, escluse dal tavolo verde il macao,  avendo potuto esperimentare che qualche socio giuocatore, quando fa zero, non dice cista in presenza delle signore».

 1888 -  Sempre in quest’anno viene pubblicato a Milano  dall’editore Aliprandi un ritratto storico, topografico, linguistico e di costume della città, dal titolo Il ventre di Milano. Fisiologia della capitale morale per cura di una società di letterati. Nell’introduzione, detta Antipasto e firmata da "Il Capo Cuoco", si può leggere:

 

«In tal caso vogliamo vedere se ci accadrà di battere degli otto e dei nove, oppure se faremo cista (6) troppo spesso. E in nota: Al giuoco del macao si dice far cista quando le tre carte che capitano al giocatore danno un numero che termina per zero».

 5. Cista nei dialetti

 La nostra voce, come si è visto, attraverso l’attestazione nel giornale triestino «La Baba», si può retrodatare almeno al 1862. Il fatto che la fonte più antica provenga dall’Italia nord-orientale non è, come vedremo, senza  significato, ma è anzi un argomento importante per l’etimo della parola. Cista, infatti, secondo il Dizionario etimologico dei dialetti italiani (DEDI) di Manlio Cortelazzo e Carla Marcato, è usata nelle espressioni dialettali di area veneto-giuliana eser cista e restàr cista col significato di ‘essere al verde, restar pulito (al gioco)’.  Il Vocabolario del dialetto venetodalmata (Trieste 1984) di Luigi Miotto registra, insieme a cista, altre varianti della voce cisto e zista  col significato aggettivale di ‘spogliato di denari, di averi, squattrinato’. Ecco alcuni esempi d’uso: eser cisto, restar cistoeser cisto in cana; eser cista , restar cista perfeto, far cista ‘perdere nel gioco, non avendo segnato alcun punto’, dar una cista ‘dare,  nel gioco, una carta priva di valore’. Da cista, infine, è stato derivato il verbo zaratino cistàr ‘spogliare uno di ogni suo avere’.

 6. Etimo di cista

 Dato che la parola è ormai dell’italiano, cisti si configura dunque come un dialettismo o dialettalismo di provenienza italiana nord-orientale. Nel veneto giuliano e nel veneto-dalmata, cista è invece un prestito dall’aggettivo croato cist ‘netto, pulito’, da cui il verbo cìstiti ‘nettare, far pulizia’ (DEDI). Il passaggio semantico da ‘netto, pulito’ del croato a ‘ripulito di denaro’ e a ‘carta da gioco priva di valore’ dei dialetti e dell’italiano è probabilmente avvenuto in ambiti gergali legati al gioco d’azzardo.

 Sommario

 1. Evento letterario

2. Significati e datazione di cista

3. Etimo «incerto» di cista

4. Retrodatazione di cista

4.1 Fonti lessicografiche

4.2 Fonti letterarie

4.3 Fonti giornalistiche

5. Cista nei dialetti

6. Etimo di cista

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* Docente di linguistica generale all'Università di Catania


 

 


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