di Alfio Lanaia *1. Evento letterario
Ne Il piatto piange, primo romanzo (1962) di Piero Chiara, si può
leggere questa frase che descrive molto bene l’atmosfera che si respira nelle
salaci storie ambientate a Luino nel periodo tra le due guerre e incentrate,
oltre che sul locale bordello, sul gioco
d’azzardo. Come del resto fa presagire l’espressione a cui si ispira il titolo
del romanzo:
«Ogni tanto si
sentiva sfriggere un fiammifero, scricchiolare una sedia, o le voci che
dicevano otto, nove, cista (niente di fatto, punti
zero), baccarat
(punti pari), carta, banco suivì, tutto per me, col tavolo, passo. Parole
che corrono allo chemin».
Ad
attirare l’attenzione del linguista sono, in questo brano, le parole e le
espressioni legate al lessico dei giochi d’azzardo, come i francesismi baccarat, (banco) suivì, chemin. Ma, ancor di più, attrae
l’attenzione una parola come cista,
glossata dallo stesso autore come «(niente di fatto, punti zero)», e da non
confondere, quindi, con l’omonimo cista
‘recipiente cilindrico ecc.’ di origine greco-latina.
2. Significati e datazione di cista
Prendendo
in considerazione, per il momento, il GDLI, s.v. cista4, così viene descritta la voce: «sf. Nelle
carte francesi (al gioco
del baccarà), la carta
che non conta,
che vale zero (con
dieci semi, o la somma
di due carte
di cinque punti l’una)». Il GDLI,
inoltre, data la nostra voce al 1905, ricavandola dal Panzini, di cui cita il
modo di dire far cista ‘far zero
punti’. I dizionari scolastici moderni, e.g. Zingarelli 2013, s.v. cista2, nell’accettare la
datazione del 1905, aggiungono un ampliamento di significato della parola: «nel gioco del biliardo, ogni punto conseguito ma
per qualunque ragione considerato nullo».
3. Etimo «incerto» di cista
Fra i
repertori etimologici consultati, né il DELI di Cortelazzo-Zolli, né l’Etimologico
di Nocentini lemmatizzano la nostra voce; il DEI di Battisti-Alessio s.v. cista (XX sec.) non dà nessun etimo. Gli
altri dizionari, a partire dal GDLI e dal GRADIT, e a seguire quelli
monovolume, concordano tutti nel considerare cista di «etimo incerto».
4. Retrodatazione di cista
Come
abbiamo visto, il GDLI e tutti gli altri dizionari datano la voce al 1905,
ricorrendo al Dizionario moderno.
Supplemento ai dizionari italiani (1905) di Alfredo Panzini che dà questa
definizione: «Cista: nel giuoco del Macao dicesi
quando le due carte, sommate, fanno dieci, cioè zero». Eppure è possibile retrodatare la nostra voce,
innanzitutto ricorrendo ad altre fonti
lessicografiche, letterarie e giornalistiche.
4.1
Fonti lessicografiche
1887 - Sfuggito alla schedatura del GDLI è il Nòvo
dizionàrio universale della lingua italiana, vol. I, A-K, Milano
1887, di Policarpo Petrocchi:
«Cista Nel giòco del
maccao, Dièci. Ò fatto cista, ò perso».
1896 - La voce è contenuta anche nel Dizionario milanese-italiano col repertorio italiano-milanese,
Milano 18962, di Cletto Arrighi, pseudonimo di Carlo Righetti:
«Cista (Far dieci a
maccao), Cista».
4.2 Fonti letterarie
Nella narrativa del secondo Ottocento e dei primissimi anni
del Novecento troviamo altre attestazioni di cista.
1871 – Cista
appare nell’opera di Ettore
Socci, Da Firenze a Digione. Impressioni di un reduce garibaldino, edita
a Prato nel 1871:
«Nero, per lo meno
come uno spazzacamino, stizzito come un giocator di mako che fa l’ultima cista».
1891 – Nel bozzetto Tra l’otto e il nove, uscito nel giornale L’O di Giotto, A II, n. 14, 29 marzo
1891, pp. 10-12, Gandolin (pseudonimo del giornalista genovese Luigi Arnaldo Vassallo)
scrive:
«Aveva puntato una forte somma, e un re di coppe gli fece
far cista, e, mentre il banchiere
spazzava il banco, Callisto ebbe la forza di esclamare: - Non è il re di coppe,
è il re…pulisti!»
1901 – Nel romanzo L’Apostolo,
Milano 1901, Remigio Zena, pseudonimo di Gaspare Invrea scrive:
«[…] piano
piano si era messo con Claudio Priol a giuocare a macao, in due, e gli
occorreva distinguere i suoi nove e i
suoi otto dalle ciste dell’avversario».
4.3
Fonti giornalistiche
1862 - Nel giornale umoristico triestino, «La Baba», A. I. n. 7, domenica 7 dec. 1862, p. 26, appare un articolo a firma di
Tic-Tac, dal titolo Dov’è la poesia?:
«Per i
giuocatori di carte, in una bella cricca
di dieci, così detta de musada, in un
cappotto a cotecchio, in un bel nove davanti e una cista da dietro a macao».
1888 – Su «Asmodeo», a XVII n. 9, 10 febbraio 1888, a firma di
"Asm….atico", appare una
corrispondenza da Mantova del 7 febbraio:
«La presidenza,
con lodevole e precauzionale vista di pudore casto giuseppico, ammettendo e danze e gioie e ogni sorta di
giuochi, escluse dal tavolo verde il macao, avendo potuto esperimentare che qualche socio
giuocatore, quando fa zero, non dice cista
in presenza delle signore».
1888 - Sempre in quest’anno viene
pubblicato a Milano dall’editore
Aliprandi un ritratto storico, topografico, linguistico e di costume della
città, dal titolo Il ventre di Milano.
Fisiologia della capitale morale per cura di una società di letterati.
Nell’introduzione, detta Antipasto e
firmata da "Il Capo Cuoco", si può leggere:
«In tal caso vogliamo vedere se ci
accadrà di battere degli otto e dei nove, oppure se faremo cista (6) troppo
spesso. E in nota: Al giuoco del macao si dice far cista quando le tre carte che capitano
al giocatore danno un numero che termina per zero».
5. Cista
nei dialetti
La
nostra voce, come si è visto, attraverso l’attestazione nel giornale triestino
«La Baba», si può retrodatare almeno al 1862. Il fatto che la fonte più antica
provenga dall’Italia nord-orientale non è, come vedremo, senza significato, ma è anzi un argomento
importante per l’etimo della parola. Cista,
infatti, secondo il Dizionario etimologico
dei dialetti italiani (DEDI) di Manlio Cortelazzo e Carla Marcato, è usata
nelle espressioni dialettali di area veneto-giuliana eser cista e restàr cista
col significato di ‘essere al verde, restar pulito (al gioco)’. Il Vocabolario del dialetto veneto – dalmata (Trieste 1984) di Luigi Miotto
registra, insieme a cista, altre
varianti della voce cisto e zista
col significato aggettivale di ‘spogliato di denari, di averi,
squattrinato’. Ecco alcuni esempi d’uso: eser
cisto, restar cisto, eser
cisto in cana; eser cista , restar cista perfeto,
far cista ‘perdere nel gioco, non avendo segnato alcun punto’, dar una cista ‘dare, nel gioco, una carta priva di valore’. Da cista, infine, è stato derivato il verbo
zaratino cistàr ‘spogliare uno di
ogni suo avere’.
6. Etimo di cista
Dato
che la parola è ormai dell’italiano, cisti
si configura dunque come un dialettismo o dialettalismo di provenienza italiana
nord-orientale. Nel veneto giuliano e nel veneto-dalmata, cista è invece un prestito dall’aggettivo croato cist ‘netto, pulito’, da cui il verbo cìstiti ‘nettare, far pulizia’ (DEDI).
Il passaggio semantico da ‘netto, pulito’ del croato a ‘ripulito di denaro’ e a
‘carta da gioco priva di valore’ dei dialetti e dell’italiano è probabilmente
avvenuto in ambiti gergali legati al gioco d’azzardo.
Sommario
1. Evento
letterario
2. Significati e datazione di cista
3. Etimo «incerto» di cista
4. Retrodatazione di cista
4.1 Fonti
lessicografiche
4.2 Fonti letterarie
4.3
Fonti giornalistiche
5. Cista nei dialetti
6.
Etimo di cista
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* Docente di linguistica generale all'Università di Catania
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