Abbiamo notato che — se non cadiamo in errore — le tradizionali grammatiche non trattano un complemento, anzi lo misconoscono: il complemento di aggiunzione (l’opposto è quello di esclusione, questo sì, riconosciuto).
Questo complemento, dunque, indica — come dice lo stesso
nome — "in aggiunta od oltre chi o che cosa si svolge l’azione espressa dal
predicato verbale". Si può riconoscere facilmente perché risponde alle domande
sottintese « in aggiunta a chi? », « al di fuori di che? » e simili.
È introdotto non da preposizioni ma da locuzioni del tipo
oltre, oltre a , fuori del. Qualche esempio renderà, forse, tutto più chiaro:
sono venuti in molti oltre agli invitati ; il fanciullo, finalmente, è stato
dichiarato fuori pericolo (di morte); la fanciulla, è incredibile, ha mostrato
una forza fuori del normale. Il complemento in oggetto può essere costituito
anche da un sostantivo o da un pronome.
Ricapitolando e semplificando. Il complemento di aggiunzione (che fa parte della schiera di quelli indiretti) indica la persona o la cosa che si aggiunge a quanto già espresso nella proposizione.
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Il saio e la saia
Si presti attenzione a questi due sostantivi, perché spesso si confondono. Il maschile, con il plurale "sai", indica, genericamente, un abito. Si usa, per lo piú, con riferimento alla tonaca monacale. Il femminile, invece, con il plurale "saie", definisce un sottile panno di lana.
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La lingua "biforcuta" della stampa
Monte Bianco, giovedì
riapre la funivia Skyway: ma sul tetto d'Europa si resterà un'ora e mezza
Correttamente: un'ora e mezzo. Si veda anche qui.
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"Un'ottima
notizia. Un'importante innovazione a beneficio dell'Italia proposta da Beppe
Grillo, che come sempre sa guardare lontano", scrive in un tweet il
ministero degli Esteri uscente Luigi Di Maio.
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Ma i massinforma (operatori dell'informazione) rileggono ciò che scrivono? "Il ministero degli Esteri uscente"!!
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