portaspazzolino e
portatovagliolo.
Sul plurale di questi sostantivi i lessicografi si accapigliano, sono concordi solo sul plurale dell'ultimo: portatovaglioli. Per quanto concerne gli altri tre si ripete il balletto: alcuni li ritengono invariabili, altri variabili e altri ancora, "pilatescamente", variabili o invariabili. Eppure sono etimologicamente uguali al portatovagliolo, sul cui plurale - ripetiamo - tutti concordano. Siamo in presenza di un mistero eleusino*. A costo di attirarci le ire dei "grandi linguisti" consigliamo a coloro che amano il bel parlare e il bello scrivere di pluralizzarli tutti e tre: portarossetti, portasoponi e portaspazzolini. Cosí facendo si rispetta la norma che regola la formazione del plurale dei nomi composti di una voce verbale e di un sostantivo maschile singolare.
***
Qualcosa e qualche cosa
Alcuni
vocabolari classificano ‘qualcosa’ di genere femminile, altri di genere
maschile, altri ancora di ambo i generi. Vediamo un po’ di fare chiarezza.
Intanto è un pronome indefinito ed è la forma contratta di ‘qual(che) cosa’ e
per il suo valore indeterminato è considerato di genere neutro, quindi
maschile: qualcosa è stato fatto; qualcosa non è andato per il verso giusto.
In grafia univerbata, come forma contratta di qualche cosa, è preferibile,
dunque, consideralo sempre di genere maschile. Sarà tassativamente femminile,
invece, in grafia analitica (scissa) (cosa, infatti, è di genere femminile): qualche cosa è stata fatta, qualche cosa non è andata per il verso
giusto. In una parola sola (univerbata) gli alterati, che sono di genere
femminile: qualcosina; qualcosetta; qualcoserella; qualcosellina; qualcosuccia.
--------
Non si pubblicano
commenti anonimi
Nessun commento:
Posta un commento