di Salvatore Claudio Sgroi*
"Si può dire 'molto peggiore'?", è un dubbio che assilla spesso il parlante
e una domanda che ci viene spesso posta dai lettori.
Che in italiano si possa dire, anzi che
si dica, Molto migliore , è un dato
di fatto. Che l'espressione sia "corretta" è indubbio, comprensibile
e diffusa com'è a livello pan-italiano e presente nell'uso di parlanti colti e
incolti.
Invece, l'espressione più migliore, pur comprensibile e pur
pan-italiana, è giudicata (giustamente) "errata" perché propria
dell'italiano popolare dei parlanti incolti.
L'avv. 'molto' "seguito da un aggettivo qualificativo o da un avverbio
di modo" -- ricorda il Dizionario di
De Mauro 2000, -- "ha valore
superl.", citando gli ess. molto
grande, molto bello, molto bene, molto giustamente". E si dice infatti
anche grandissimo, bellissimo, benissimo,
giustissimamente.
Lo stesso avv. 'molto', ricorda ancora il De Mauro, "ha valore rafforz."
quando è "seguito da un avverbio" (per es. molto prima), o "da un comparativo", ad es. molto maggiore, molto più piccolo.
A questo punto se ne deduce che "molto maggiore" o "molto peggiore" non hanno valore
"superl." (diversamente da "molto
grande") ma hanno solo "rafforz." perché nessun parlante
direbbe "*maggiorissimo" o "*peggiorissimo", o "*più piccolissimo", combinando cioè
comparativo e superlativo. Per intensificare un aggettivo, il parlante può infatti
scegliere tra comparativo e superlativo. Ma se sceglie il comparativo al
massimo può rafforzarlo con "molto".
Insomma, comparativo e superlativo non sono un matrimonio "da fare", data
la loro incompatibilità.
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