Uccide - d'accordo con la moglie - il suocero per impadronirsi della
piccola azienda.
Questo titolo, di un giornalino di quartiere, ci ha fatto
riflettere sul fatto che nel nostro idioma non esiste (se non cadiamo in
errore) un sostantivo atto a indicare la persona che uccide il suocero o la
suocera. Proponiamo, per tanto, ai vocabolaristi, di prendere in considerazione
il neologismo "socericida". Il vocabolo ci sembra ben formato: dal latino
“socer” con l’aggiunta del suffisso “-(i)cida” (dal verbo latino “caedere”,
‘tagliare’, ‘uccidere’). Avremo, quindi, “il/la socericida”, con i rispettivi
plurali “i socericidi”, “le socericide”.
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La lingua "biforcuta"
della stampa
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I
titolisti del giornale in rete "dovrebbero" sapere che - in lingua -
esiste il normale (e correttissimo) femminile arbitra. Il titolo in questione presenta due strafalcioni: il
citato "arbitro" (in luogo di arbitra) e la concordanza "invalida"
con arbitro (maschile).
Anche qui la concordanza è "sballata": «La storia dell'assessore (invece di assessora) […] invalida […]».
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Anche qui la concordanza è "sballata": «La storia dell'assessore (invece di assessora) […] invalida […]».
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LA TV PUBBLICA
(Nella pagina interna [questo è il titolo della prima pagina] è sparita la voce "donna")
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Sarebbe interessante sapere se esiste anche una direttrice uomo.
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