di Salvatore Claudio
Sgroi*
Nell'ambito della politica linguistica è ora da leggere senz'altro il
"Tema del mese" di marzo del presidente della Crusca, Claudio Marazzini,
dal titolo Ma siamo proprio sicuri che la
lingua della ricerca sia solo l’inglese? contro i "talebani
dell'inglese" del "Corriere della Sera" del 27 febbraio 2018,
ovvero contro coloro che con tono tra l'altro autoritario "volevano e
vogliono bandire l'italiano" nell'insegnamento universitario a vantaggio
della lingua inglese in quanto lingua veicolare. Una innovazione sostenuta con
argomentazioni paradossali, non scientifiche e in-condivisibili (l'italiano
"perd[e] la capacità di esprimere i concetti più recenti";
l'"impossibilità di trovare termini italiani che si avvicinino alla nuova
terminologia di scienza e innovazione ormai totalmente in lingua inglese";
"Forzare l’utilizzo dell’italiano dove il linguaggio del progresso
scientifico è solo in inglese porterà a continuare a depauperare il nostro
patrimonio del sapere").
Dall'altro segnalo – descrittivamente e non (neo)puristicamente – un
uso lessicale neologico dell'inglese, che si definirebbe decisamente
"anglicismo di lusso", in quanto non suggerito dalla
"necessità" di colmare un vuoto lessicale o concettuale dell'italiano
e della cultura italiana. Si tratta più propriamente di un
"anglo-americanismo", più che di un "anglicismo" in quanto
tendenzialmente ignoto e non adoperato dai nativofoni inglesi, e quindi
all'apparenza uno "pseudo-anglicismo" o, come direbbe un amico
filologo, un "iper-anglicismo".
Qualche giorno fa, mi trovavo in una nota farmacia di Catania, e
nell'attesa del mio turno, guardandomi intorno, sono stato colpito da un testo
pubblicitario dove si leggeva HOT WATER BAG. Anche a non sapere una parola
d'inglese, il testo era chiaro perché mostrava una bella foto della "borsa
dell'acqua calda", con immancabile effetto di amarcord della mamma sempre
pronta a soddisfare il tuo bisogno di caldo.
Ora l'espressione inglese "HOT WATER BAG" sembrava invero
sospetta, malgrado l'impeccabile ordine delle parole dell'inglese, perché
ricalcava lessicalmente l'espressione italiana: ''borsa dell'acqua calda".
A parte la consultazione di un dizionario bilingue italiano-inglese,
la conferma indiretta di un sospetto "pseudo-anglicismo", ovvero di
un anglicismo nostrano, sembrava avallata dalla risposta fornitami da una collega
amica nativofona inglese.
Alla mia domanda: – "HOT WATER BAG mi sa di uno
pseudo-anglicismo, o un anglicismo più inglese dell’inglese, laddove il lessema
corrente in ingl. dovrebbe essere HOT-WATER BOTTLE. Mi confermi il mio
sospetto? o entrambe le forme sono per te anglo-nativofona normali?" – la
collega ha risposto senza batter ciglio: "Hot water bottle è quello che ho sempre usato. Non ho mai sentito
"hot water bag". Una
ulteriore conferma in tal senso mi è anche giunta da un secondo informante
inglese.
Senonché un bravo collega tedesco (Harro Stammerjohann) mi ha lapidariamente
fatto osservare che "In inglese americano hot water bag si usa dal 1864 (vedi OED. s.v.)". L'OED
cartaceo del 1991, non riportava invero
il lemma "hot water bag", ma
l'OED on line indica la voce come "chiefly U.S.". Si tratta
quindi di un americanismo tendenzialmente estraneo all'inglese europeo, come
ora mi conferma un informante americano universitario. E
in effetti il Webster ovvero l'"American
Dictionary of the English Language" nella III ed. 1961 "Webster's Third New International Dictionary
of the English Language. Unabridged" (rist. Koenemann
1993), registra prioritariamente l’americanismo nell'ordine: "hot-water bag or hot water bottle" con la foto di una borsa d’acqua calda. E
d'altra parte se il Ragazzini bilingue nella sezione "Italiano-ingl."
indica come traducente solo "hot-water bottle", invece nella sez. "Inglese-it." sotto
"hot" precisa: "hot-water bottle (USA anche bag)".
Sarebbe interessante conoscere anche la vitalità di tale americanismo,
se è presente in altre città italiane.
Volendo comunque esprimere un giudizio di valore, come parlante, direi
che in quel contesto, tale neologismo – americanismo non familiare agli inglesi
(o "falso pseudo-anglicismo", si potrebbe dire) – è del tutto
gratuito, in quanto ha l'effetto paradossale di rendere poco comprensibile il
"messaggio pubblicitario" rivolto a tutti.
P.S. Tenendo presente che
l'ingl. hot water bottle è datato
1636 (OED), mentre l'anglo-americano hot water bag risale al 1864, maliziosamente si potrebbe anche
sospettare che il costrutto borsa d'acqua
calda sia un calco sull'anglo-americano. Il composto è infatti attestato in
italiano, stando al Battaglia, solo nel 1947
con Pratolini e ("La borsa di
gomma per l'acqua calda") nel 1949 con V. Brancati, per quanto retrodatabile
al 1904 con "Google libri ricerca
avanzata" in "Il Morgagni" (p. 74). Nessun esempio it. essendoci
peraltro nell'800.
* Docente di linguistica generale presso l'Università di Catania.
Tra i suoi ultimi libri Il linguaggio di papa Francesco (Libreria editrice Vaticana 2016), Maestri della linguistica otto-novecentesca (Edizioni dell’Orso 2017), Maestri della linguistica italiana (Edizioni dell’Orso 2017).
* Docente di linguistica generale presso l'Università di Catania.
Tra i suoi ultimi libri Il linguaggio di papa Francesco (Libreria editrice Vaticana 2016), Maestri della linguistica otto-novecentesca (Edizioni dell’Orso 2017), Maestri della linguistica italiana (Edizioni dell’Orso 2017).
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