lunedì 30 aprile 2018

Nel parco con un... parco


Viaggiamo attraverso il vocabolario della lingua italiana alla ricerca di parole omofone (stesso "suono", stessa pronuncia) e omografe (stessa grafia) ma di significati distinti. La prima tappa è alla parola "parco" la cui accezione piú nota e, quindi, piú conosciuta è "grande giardino, privato o pubblico, con piante ornamentali e d’alto fusto" oltre, naturalmente, al significato di "recinto in cui si custodisce materiale vario, soprattutto automobili e artiglierie". In queste due accezioni il termine è un sostantivo che si tramuta in aggettivo per acquisire il significato di "molto temperato e misurato in tutto ciò in cui è facile eccedere il limite", quindi "frugale", "parsimonioso", "sobrio", "temperato": è una persona "parca" nel mangiare, nel bere e nel chiedere. Può capitare benissimo, quindi, che un uomo parco vada nel … parco. Vediamo ora l’ "origine etimologica" dei vari parchi. Nell’accezione "principe", cioè nel significato di "giardino", la voce sembra provenga dall’antico tedesco "Perkan" e questo dal basso latino "parricus"; mentre nel significato di "recinto" il termine è l’adattamento italiano della voce francese "parc". Schiettamente italiano, cioè latino, è, invece, l’aggettivo "parco" (parsimonioso) essendo, per l’appunto, il latino "parcus", derivato di "parcere" (‘astenersi’, ‘risparmiare’). La persona parca, per tanto, "risparmia". Dal parco riprendiamo il viaggio per fermarci a "sciupare", altra parola omofona ed omografa con distinti significati ma di "origine etimologica" identica essendo il latino "exsupare", composto del prefisso "ex-" e del verbo "supare", variante di "sipare" (‘gettar via’). Quanto ai significati del verbo, chi non li conosce? Vediamoli ugualmente:

1) verbo transitivo: ridurre in cattivo stato, guastare, conciar male (sciupare un vestito);

2) compromettere, rovinare l’effetto di qualcosa (tutto era andato bene, ma il suo comportamento ha sciupato la festa);

3) sprecare (quell’individuo ha sciupato una buona occasione);

4) verbo intransitivo pronominale: detto di persona che diventa smunta, assumendo un spetto poco florido e di cosa che si deteriora (quella camicia si è sciupata troppo presto, vale a dire si è deteriorata).

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