Una cortese lettrice delle nostre noterelle (ci ha pregato
di non menzionare neanche le iniziali del suo nome e cognome) con una squisita
lettera si domanda e ci domanda «per quale motivo quando si vuole mettere in
evidenza la stupidità di una persona o la nullità di una cosa si ricorre agli
attributi maschili. Non si dice, infatti, sia pure volgarmente, che
"quella cosa non vale un..." e che quell'individuo è "un emerito
testa di..."?». Gentile signora, il
perché di queste espressioni triviali si perde nella notte dei tempi: da che
mondo è mondo, chissà perché, gli organi genitali, nell'immaginario popolare,
sono sempre stati considerati sinonimi di imbecillità e di nullità. Ce lo confermano
due parole - fra le tante - di uso
comune, anche se dal "sapore" volgare: fesso e fregnone. La prima è
voce napoletana, tratta da "fessa", l'organo femminile; la seconda,
con la variante eufemistica "frescone", è l'accrescitivo della voce
romanesca "fregno", l'organo maschile.
***
Disopra e di sopra
Entrambe le grafie, l'univerbata e l'analitica, sono
corrette. È meglio, però, usare la scrizione tutt'attaccata quando la locuzione
è adoperata in funzione di sostantivo per indicare la parte superiore di
qualcosa: il disopra dell'ascensore; in grafia scissa in funzione avverbiale:
abitare al piano di sopra.
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