agg. (pl. -ti)
1 Che entra con impeto; irrompente: la piazza fu invasa da una folla i.
2 fig. Impetuoso, violento, veemente: uomo impulsivo e i.; carattere i.; lo investì con irruenti invettive
SIN. aggressivo, impulsivo
Ecco, invece, ciò che
scrive il linguista nel suo manualetto: SI DICE: IRRUENTE
NON SI DICE: IRRUENTO, IRRUENTA
Si dice
“una folla irruenta” o “una folla irruente”? “Parlava con tono irruento” o “con tono irruente”? Si dice folla
irruente, tono
irruente,
per la semplice ragione che un maschile singolare “irruento” e un femminile
“irruenta”, coi rispettivi plurali “irruenti” e “irruente”, nella lingua
italiana non esistono. Esiste solo la forma irruente, unica per il maschile e il femminile, e di
conseguenza un solo plurale, irruenti. Volete una spiegazione più convincente?
Eccola: irruente è un aggettivo modellato sul latino irruentem, caso accusativo del
participio presente del verbo irrùere, correre contro, irrompere.
Nota bene: nell’etimologia latina di nomi e aggettivi quasi
sempre dobbiamo risalire al caso accusativo: per chi conosca un po’ di
analisi logica, è il caso del complemento oggetto. Esempio: vedente deriva da videntem, participio presente accusativo di video; amante viene da amantem, participio presente accusativo di amo eccetera.Tornando a irruente, in italiano segue la forma di qualsiasi participio presente della seconda coniugazione come ad esempio, corrente, vincente, che nessuno penserebbe mai di mutare in “corrento”, “vincento”.
Dobbiamo dire, per onestà, che anche altri vocabolari ammettono
la forma "errata" irruento.
Chi ama il bel parlare e il bello scrivere...
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La parola proposta è: bichiacchia. Sostantivo femminile: fandonia, panzana, favola e simili
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La parola proposta è: bichiacchia. Sostantivo femminile: fandonia, panzana, favola e simili
6 commenti:
Caro Raso dott. Fausto,
non sarebbe il caso di finirla con le sue bichiacchie linguistiche? Personalmente ho sempre disatteso i suoi "consigli" linguistici. Non fa altro che pontificare e criticare i vari dizionari... Ma chi gli dà tanta autorevolezza? È un accademico della Crusca? dei Lincei? un docente universitario? Ha stufato. Non lo ha capito?
Caro stufo,
perché si nasconde dietro l'anonimato? La degno solo di quattro parole: perché continua a leggermi?
Probabilmente sarà uno dei revisionisti!
...che, tra l'altro, non capisce neanche la differenza fra convinzione personale e citazione.
Oppure, visto che 'lo stufo' scrive: «Ma chi gli dà tanta autorevolezza?» invece di "Ma chi le dà tanta autorevolezza?" la critica è in realtà rivolta a Gabrielli.
Continui per la sua strada.
Mi rivolgo al sig. “Stufo” e difendo a spada tratta l’operato del dott. Raso. Questi, infatti, non si limita a criticare, ma porta motivazioni e questo è l’importante. Ognuno, poi, è libero (Raso non ha mai obbligato nessuno) di mettere in pratica i suoi suggerimenti se, dopo averli valutati, li condivide. Più semplice e più corretto di così cosa si può pretendere! Direi che il dott. Raso ci dà l’opportunità di riflettere sui problemi della nostra lingua, di confrontarci e di mettere in discussione le nostre presunte certezze. Anche solo per questo andrebbe ringraziato.
Dunque, forza e coraggio, dott. Raso e non si stufi… o, come direbbe il sommo poeta “non ti curar di lor…”
Otto
Ringrazio i cortesi Monmartre e Otto per aver preso le mie "difese". Con l'occasione ricordo che leggere le mie bichiacchie è una scelta, non una prescrizione del medico. Chi dissente da me, a priori, mi cassi dai preferiti (se per "sbaglio" mi ha inserito nella lista) oppure non mi "cerchi".
Sono totalmente d'accordo con lo stufo e seguirò in tutto (questa volta, sì) quanto suggerisce Raso: non lo leggerò più. Un po', però, mi dispiace: mi ero abituato alle sue baggianate linguistiche. Mi mettevano di buon umore.
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