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Appresso
Ecco un vocabolo non sempre adoperato secondo i "canoni linguistici". Il
significato fondamentale del termine, che è avverbio e preposizione, è
"vicino", "dietro", "accanto". Molto spesso viene
impiegato con un'accezione che non gli appartiene: "in seguito",
"dopo". È un uso prettamente
regionale e in buona lingua italiana da evitare. Non diremo, per esempio, di questo problema parleremo appresso, ma, correttamente, in seguito, dopo.
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La parola del giorno (di ieri) dello Zingarelli: pitocco.
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Alcuni
sacri testi grammaticali classificano certi "sostantivi festivi" quali
Natale, Pasqua ed Epifania tra i cosí detti nomi difettivi, nomi, cioè,
privi o di singolare o di plurale. Natale, Pasqua ed Epifania non
avrebbero la forma plurale. Francamente non riusciamo a capire perché
dovrebbero essere solo singolari. Non diciamo, per esempio, tutti i
Natali trascorsi insieme? Oppure, nei tempi andati non si era soliti,
nelle Epifanie, fare dei regali ai vigili urbani? Ancora. Quante Pasque,
amico mio, sono trascorse da quando ci conosciamo? Naturalmente
attendiamo gli strali del solito linguista "d'assalto". Non riuscirà nell' intento, comunque: siamo muniti di una solida "corazza linguistica".***
La parola del giorno (di ieri) dello Zingarelli: pitocco.
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