Chi non conosce questa locuzione che
significa "non capire nulla"? Ma perché si adopera l'«acca» come
sinonimo di "nulla", "niente"? La spiegazione ci sembra
intuitiva e non abbisognevole di... spiegazioni. Coloro che sanno un po' di
"latinorum" sanno anche che l'identificazione della consonante con
"nulla", "niente" si deve al fatto che la predetta
consonante in origine si pronunciava aspirata, poi, con il trascorrere del
tempo si attenuò fino a perdere completamente il "valore" di
aspirazione non incidendo piú sulla
pronuncia, non valendo, quindi, nulla. Anche in italiano, del resto, la
consonante è presente in alcune voci del verbo avere e in alcune esclamazioni -
che testimoniano la derivazione latina - ma non vale nulla agli effetti della
pronuncia. A questo proposito ci è venuta alla mente un'altra locuzione - ormai
desueta e, per tanto, poco conosciuta - "non valere un ette", in cui 'ette'
sta per nulla, niente. Anche qui occorre rifarsi al latino per capire la 'meccanica'
dell'accezione di 'ette' come sinonimo di nulla. "Ette" è, infatti,
la pronuncia italianizzata della congiunzione latina "et" (e) con il
significato di "parte del discorso priva di importanza e, quindi, di
nessun valore".
***
Ci piacerebbe che i lessicografi o
vocabolaristi prendessero in considerazione il neologismo sprimaverare e lo mettessero a lemma nei dizionari. Come da inverno
si ha "svernare" (trascorrere l'inverno in un'altra località), cosí
da primavera possiamo avere "sprimaverare".
2 commenti:
Sempre interessanti questi approfondimenti : grazie per il lavoro che fate
Grazie a lei, gentile Eletta.
Cordialmente
FR
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