martedì 12 maggio 2015

Essere e avere: quale adoperare?

Gentilissimo dott. Raso,
 la ringrazio di cuore per la risposta circa il significato del termine "attoso". Approfitto della sua competenza e cortesia per un altro quesito. I verbi ausiliari "essere" e "avere" - lo sappiamo - si adoperano per la formazione dei tempi composti; spesso, però, sono in dubbio su quale ausiliare adoperare. C'è una regola in proposito? Grazie e cordialità.
 Severino A.
Rovigo

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Caro amico, non è possibile (oltretutto non esiste) dare una regola precisa circa l'uso dei due ausiliari; un buon vocabolario è indispensabile. Possiamo dire, in linea di massima, che l'ausiliare essere si adopera con i verbi impersonali, con i verbi riflessivi e per la forma passiva dei verbi transitivi. Avere, invece, si usa per la formazione dei tempi composti di tutti i verbi transitivi, di quelli intransitivi che indicano un movimento o moto fine a sé stesso (ho corso, ho volato) o esprimono un'attività dello spirito e del corpo (ho pensato, ho dormito). Da notare, ancora, che spesso l'uso dell'uno o dell'altro ausiliare fa cambiare il significato del verbo "principale": ho mancato (ho commesso una colpa); sono mancato (non ero presente).

Guardi anche ciò che dice, in proposito, l'Accademia della Crusca.

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