sabato 7 giugno 2014

Giornalismo...

Egregio dott. Raso,
la seguo con vivo e "morboso" interesse dai tempi del "Cannocchiale". Dopo lungo penare tra una libreria e l'altra sono riuscito a reperire il suo preziosissimo libro. È veramente indispensabile per sciogliere i dubbi che, immancabilmente, ti assalgono quando devi scrivere "in fretta". L'ho fotocopiato, rimpicciolendolo perché entri nelle tasche della giacca, e lo porto sempre con me. Dal suo libro si apprendono cose "impensabili" come, per esempio, che gli abitanti di Tokyo si chiamano "edochiani" e queli dell'Ecuador "ecuadoriani" e non ecuadoregni, come si sente e si legge, spesso, sulla stampa. Ho appreso che "fuorilegge", in grafia unita, sta per bandito; in due parole, invece, quando il termine indica la contravvenzione a una norma: un comportamento "fuori legge". Ho appreso anche che "defatigante" e "defaticante" non sono l'uno sinonimo dell'altro, ma hanno significati completamente diversi (i vocabolari in mio possesso non ne fanno menzione). Sento, quindi, il bisogno di ringraziarla pubblicamente per il suo encomiabile lavoro.
Gradisca i miei sentimenti di stima e di ossequio.
Carlo S.
Piacenza
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Gentilissimo Carlo, sono io che debbo ringraziarla per le sue bellissime parole. Sono veramente contento: la mia "fatica" è stata apprezzata.

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La parola che proponiamo oggi (non attestata nei vocabolari dell'uso) è: tranèglio. Sostantivo maschile. Sta per capriccio, arzigogolo, ghiribizzo.

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