Due parole sul vocabolo “colmo”, che
può essere tanto sostantivo quanto aggettivo e con due distinti significati:
“parte piú alta di una prominenza” (sostantivo) e “pieno fino all’orlo”
(aggettivo). L’origine, però, è un po’ diversa. Il sostantivo, che in senso
figurato si adopera anche per indicare il “grado piú alto che è possibile
pensare, immaginare o raggiungere” è il latino “culmen, culminis”: il colmo
della vita (l’età matura). Con lo stesso nome - e chi non lo sa? - si indica
anche un particolare tipo di indovinello che si risolve, nella maggior parte
dei casi, in un bisticcio di parole. Per quanto attiene all’aggettivo bisogna
rifarsi, invece, al participio passato sincopato del verbo colmare:
colm(at)o. La sincope, è bene ricordarlo, è la caduta di una o piú lettere nel corpo di una parola. Nel caso specifico da “colmato” sono cadute la “a” e la “t” (ed è rimasto colmo). Si veda anche qui.
colm(at)o. La sincope, è bene ricordarlo, è la caduta di una o piú lettere nel corpo di una parola. Nel caso specifico da “colmato” sono cadute la “a” e la “t” (ed è rimasto colmo). Si veda anche qui.
***
La parola del giorno (di ieri) proposta da “unaparolaalgiorno.it”:
postumo.
Nessun commento:
Posta un commento