mercoledì 30 aprile 2025

Sciacquando le parole: stupire o stupefare?

 

 I verbi "stupire" e "stupefare" appartengono alla medesima area semantica e trasmettono la sensazione di sorpresa, ma con intensità diverse. Ambedue derivano dal latino: "stupire" ha origine da ‘stupēre’, che designa uno stato di meraviglia o attonimento, mentre "stupefare" nasce dalla combinazione di ‘stupeo’, (presente indicativo di ‘stupere’) "essere sbalordito", e ‘facere’, "fare", suggerendo quindi un'azione che provoca un senso di stupore negli altri.

N
ella nostra lingua italiana "stupire" è più comune e delicato, associato alla meraviglia e alla sorpresa positiva. Si “mette in campo” quando qualcosa affascina o colpisce per la sua bellezza, originalità o eccezionalità. Nel Leopardi, per esempio, troviamo il verbo nella celebre Ginestra: "E stupisce, e rispetta il suo stato"; qui il poeta descrive la condizione umana di fronte alla natura e al tempo.

"S
tupefare", invece, ha un impatto più forte e può suggerire incredulità o sbalordimento. Quando qualcosa "stupefà", lascia senza parole e provoca una reazione intensa. Nel Decameron di Boccaccio spesso si trova il verbo in racconti in cui eventi inaspettati travolgono i personaggi: "Rimase stupefatto a tanta bellezza e ingegno", qui il protagonista è colpito al punto da perdere ogni facoltà di risposta immediata.

Q
uesti verbi, insomma, si adattano al parlare quotidiano in modi diversi. Dire "mi ha stupito la sua generosità" esprime una sorpresa piacevole e genuina, mentre "mi ha stupefatto la sua trasformazione" designa un cambiamento sorprendente e fuori dall’ordinario. Anche in ambito poetico e narrativo la scelta tra i due può modulare l’intensità del discorso: da una meraviglia spontanea a un impatto quasi incredulo.

Nella contemporaneità, l’uso di questi verbi si è evoluto, soprattutto nel giornalismo e nei “social media”. Gli editorialisti, molto spesso, utilizzano stupefacente per enfatizzare un evento sconvolgente o incredibile. Un giornale, per esempio, potrebbe scrivere Stupefacente scoperta: un nuovo esopianeta simile alla Terra!, mentre nei “social media” l’espressione Non ci stupisce più nulla è diventata quasi ironica, indicativa di un mondo che ci bombarda sempre più di informazioni straordinarie al punto da renderle quasi ordinarie.

Infine e concludiamo, possiamo notare l’influenza di questi verbi nel linguaggio pubblicitario. Spesso i marchi cercano di "stupire" i consumatori con innovazioni sorprendenti e campagne memorabili, mentre il termine stupefacente può avere un’associazione più forte e decisamente impattante, a volte legata persino a contesti farmacologici.




(Le immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico, quindi. Se víolano i diritti d'autore scrivetemi; saranno prontamente rimosse: fauras@iol.it)

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