venerdì 30 agosto 2024

C'è l'impastatrice e... l' "impastatora"

 

 Se apriamo un qualsivoglia vocabolario della lingua italiana al lemma impastatore leggiamo: “Persona che, nell’industria alimentare, è addetta all’impastamento e al controllo del corretto funzionamento dell’impastatrice”; il femminile è impastatrice. Alla voce impastatrice si può leggere: “Macchina per l’impastamento”. Il sintagma femminile in oggetto, pertanto, è polisemico in quanto indica sia la persona (la donna) che impasta sia l’utensile per l’impastamento.

Chi scrive, consapevole di rischiare la censura dei linguisti ufficiali, propone di fare un distinguo tra i due termini (la polisemia, spesso, può creare ambiguità). Lasceremo impastatrice alla macchina e chiameremo “impastatora” la donna addetta al macchinario. La grammatica, in proposito, consente di femminilizzare in "-tora" (e non in "-trice") i sostantivi maschili in “-tore” se prima della “t” del confisso c’è una consonante diversa o una vocale. Impastatora, quindi, sotto il profilo linguistico-grammaticale ha tutte le carte in regola per assurgere agli onori dei vocabolari. Diremo, pertanto, l’impastatore e gli impastatori; l’impastatora e le impastatore. I lessicografi potrebbero farci un pensierino, perché siamo certi della bontà di quanto proponiamo e, di conseguenza, di non avere bestemmiato.



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Nell'occhio del ciclone 

Si adopera quest'espressione per dire che una persona è nei guai. Ma quando è "nata" significava ben altro, quasi il contrario. L'occhio del ciclone è la regione centrale dell'anello dell'uragano dove la pioggia cessa, il vento è moderato e chi vi si trova è in una posizione relativamente più tranquilla di quella dei suoi vicini investiti in pieno dalla tempesta. Si può dire, dunque, che è una locuzione con cosiddetta deviazione semantica come, per esempio, il termine "villano", che in origine significava "abitante del villaggio" (villa) e che con il trascorrere del tempo ha acquisito l'accezione di "persona maleducata, incivile".

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La lingua “biforcuta” della stampa

Lombardia

Il melone più costoso del mondo: vicino a Cremona lo Yubari King che in Giappone è stato battuto all'asta a 20 mila euro

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E il mondo quanto costa?





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