venerdì 30 settembre 2022

Che mancia!


«M
ancia favolosa a chi ritrova portafogli contenente importanti documenti, smarrito in piazza Roma alle ore 15.30 circa del giorno 3 luglio 2022». Questo tipo di annuncio che leggiamo molto spesso sui quotidiani contiene una parola che usiamo tutti, con la massima indifferenza, senza conoscere, però, il significato intrinseco: mancia.

Quando andiamo al bar, infatti, lasciamo la mancia al banchista; durante le festività natalizie e pasquali diamo la mancia al custode dello stabile; quando ci recapitano un pacco o un telegramma diamo la mancia al fattorino e così via. Insomma, conviviamo con la mancia senza rendercene conto.
Che cosa è, dunque, questa mancia? Da un sondaggio casereccio effettuato presso parenti e amici ci risulta che una persona su dieci conosce l'esatta origine dei termini che adopera quotidianamente. Vediamo, quindi, come è nata la mancia nell'accezione odierna, vale a dire nel significato di dono, ricompensa.
Per far ciò occorre tornare indietro nel tempo e fermarsi al Medio Evo. È proprio in quel periodo storico che nasce la mancia. È necessario, però, prendere il discorso un po' alla lontana. Forse non tutti sanno che le maniche dei vestiti – nel Medio Evo e fino a tutto il Settecento – avevano un'importanza fondamentale nell'abbigliamento femminile; molto spesso (le maniche) non avevano nulla che fare con la stoffa dell'abito, erano un particolare indipendente dal resto dell'abbigliamento; avevano una funzione esclusivamente decorativa: un abito poteva ornarsi ora di un tipo di maniche, ora di un altro.
Questo particolare abbigliamento aveva assunto tanta importanza, per quel tempo, che dal lusso delle maniche si poteva distinguere il rango di appartenenza delle dame che assistevano ai tornei cavallereschi.
In Francia (da sempre all'avanguardia in fatto di moda) le damigelle, che dalla tribuna assistevano agli scontri cavallereschi, erano solite regalare al proprio cavaliere le maniche del vestito come augurio di vittoria e pegno d'amore; il cavaliere se le legava sulla corazza, intorno alle spalle.
Queste maniche erano chiamate 'manches honorables' (maniche d'onore).
Il termine, come accade sempre in fatto di lingua, fu esportato ben presto nel nostro Paese acquisendo l'accezione generica di dono, ricompensa, regalia e simili, e fu italianizzato in mancia.

***

La lingua "biforcuta" della stampa

GLI ARTISTI

La visita a sopresa di Fedez e Lauro all'ospedale oncologico pediatrico: il karaoke con i bambini sulle note della loro hit

*

IL CASO

Schilirò: “Sono stata licenziata dalla Polizia per aver per aver esercitato un diritto costituzionale”

----------------------

Ancora una volta mettiamo in evidenza il fatto, deprecabile, che i titolisti dei giornali non rileggono sempre ciò che scrivono. A volte (spesso?) però, anche se rileggono...



(Le immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico, quindi. Se víolano i diritti d'autore scrivetemi: saranno prontamente rimosse)

Nessun commento: