Dal dott. Claudio Antonelli riceviamo e pubblichiamo
Nel parlamento
italiano siede il "Ministro del welfare". Proprio così "welfare".
Come spesso avviene,
il "nobilitante" termine anglo-americano, divenuto di moda nella
penisola e maccheronicamente pronunciato da bocche avvezze all'ossobuco e alle
tagliatelle, lungi dall'avere un significato chiaro, ciurla nel manico e
traccheggia. Dice e non dice. Infatti non si capisce bene a cosa sia preposto
il "ministro del welfare", proprio perché "welfare" è
termine non sempre chiaro nella maniera in cui viene usato nella penisola.
Ma forse per
ottenere ragguagli sul significato di “welfare” occorrerebbe rivolgersi direttamente al ministro, nel
“question time”…
Il ministro italiano del welfare pensava di
essere il ministro delle politiche sociali e del benessere o di chissà
cos'altro, e si ritrova invece, se si presta fede al dizionario inglese, ad
essere il “ministro degli assistiti sociali”, dell'"assistenza
pubblica", dell’“aiuto sociale”, del “soccorso ai cittadini nel bisogno”,
del “sostegno finanziario dato ai bisognosi”. Perché, almeno negli USA, e
anche qui da noi in Canada, e stando ai dizionari che ho consultato, il termine
welfare da solo, a parte il significato generico di "benessere", ha
quello di "statutory
procedure or social effort designed to promote the basic physical and material
well-being of people in need.” Welfare designa, quindi, i "sussidi
pubblici" versati ai “bisognosi”. Il termine è pertanto associato a una
condizione di gravi difficoltà economiche in cui versa l'individuo.
Welfare per gli italiani indica invece i “social
benefits”, il “welfare State”, il “welfare system”. Nella penisola, pertanto, l'avere, il
ricevere il welfare - "to be on welfare" - non è il "ricevere
l'assistenza pubblica".
Anche Marcello Messori usa il termine nel
senso particolare di “welfare system”: "Bisogna riconoscere che il nostro
welfare è stato disegnato per l’Italia degli anni Settanta e richiede
importanti riforme per adattarsi alla nuova realtà sociale. In altre parole:
non ce lo possiamo più permettere." Per la categoria degli avvocati
italiani il ricevere il welfare non vuol dire essersi ridotti a dipendere
dall'assistenza pubblica, ma semplicemente il beneficiare di una certa
"copertura assistenziale". Dai giornali: "Più di un quarto degli iscritti all'ordine degli
avvocati senza welfare". In Nord America, un avvocato “on welfare” è un
poveraccio che certamente non esercita più la professione e che non ha neppure
i soldi per comprarsi da mangiare.
Edoardo Narduzzi è autore del libro: “Senza
welfare non c’è sviluppo, non c’è futuro.” Noi italiani del Canada, invece,
viviamo senza “welfare” e non ce ne lamentiamo. Rari, infatti, sono gli
individui e le famiglie, tra noi, che ricevono l’aiuto che il governo dà ai
poveri, ossia il welfare. Non c’è che dire: il welfare negli USA e in Canada è
l’assistenza pubblica: “You have little or no income or savings, but you still need to eat and
put a roof over your head. You might be eligible for social assistance
(welfare).”
Il ministro italiano
del welfare non si considera ministro della
“social assistance” ovvero dell'assistenza pubblica ma ministro della
“sicurezza” o "previdenza” sociale. Espressioni queste ultime che sono
state accantonate, forse perché troppo italiane; ma che se fossero invece
ancora in uso avrebbero il merito di non confondere le idee a chi ha
dimestichezza con l'inglese.
Le parole inglesi
adottate dagli italiani, campioni di servilismo, servono in genere a tutto
fuorché a chiarire il discorso. Ma il “portare avanti il discorso" è molto
importante nel gigantesco salone da barbiere in cui i talk show in TV hanno
trasformato la penisola.
Non è solo la
dignità nazionale a patire per questi scimmiottamenti all'italiana della lingua
altrui, ma la stessa chiarezza della comunicazione. Ma cosa volete, la nostra è
ormai una lingua "on welfare", bisognosa cioè dell'elemosina
linguistica inglese...
Ed ecco che Wikipedia ci fornisce un chiarimento circa la nascita di questo
welfare all’italiana: “Il Ministero, spesso impropriamente
denominato "del Welfare", per le funzioni da esso svolte (il termine nel Regno Unito assume il significato di "aiuto
sociale"), era il risultato della fusione nel 2008 del Ministero del lavoro e della previdenza sociale, con il Ministero
della salute e con il
Ministero della solidarietà sociale.”
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La lingua "biforcuta" della stampa
RIFIUTI
La grande monnezza che tiene la Capitale in ostaggio da 10 anni
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Adesso i "massinformisti" scrivono in dialetto, e non nella lingua del Divino. Correttamente: mondezza.
Treccani:
(Le immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico,
quindi. Se víolano i diritti d'autore scrivetemi: saranno prontamente rimosse)
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