mercoledì 13 luglio 2022

Welfare all'italiana

 


Dal dott. Claudio Antonelli riceviamo e pubblichiamo

 

Nel parlamento italiano siede il "Ministro del welfare". Proprio così "welfare".  

Come spesso avviene, il "nobilitante" termine anglo-americano, divenuto di moda nella penisola e maccheronicamente pronunciato da bocche avvezze all'ossobuco e alle tagliatelle, lungi dall'avere un significato chiaro, ciurla nel manico e traccheggia. Dice e non dice. Infatti non si capisce bene a cosa sia preposto il "ministro del welfare", proprio perché "welfare" è termine non sempre chiaro nella maniera in cui viene usato nella penisola.  

Ma forse per ottenere ragguagli sul significato di “welfare” occorrerebbe  rivolgersi direttamente al ministro, nel “question time”…  

Il ministro italiano del welfare pensava di essere il ministro delle politiche sociali e del benessere o di chissà cos'altro, e si ritrova invece, se si presta fede al dizionario inglese, ad essere il “ministro degli assistiti sociali”, dell'"assistenza pubblica", dell’“aiuto sociale”, del “soccorso ai cittadini nel bisogno”, del “sostegno finanziario dato ai bisognosi”. Perché, almeno negli USA, e anche qui da noi in Canada, e stando ai dizionari che ho consultato, il termine welfare da solo, a parte il significato generico di "benessere", ha quello di "statutory procedure or social effort designed to promote the basic physical and material well-being of people in need.” Welfare designa, quindi, i "sussidi pubblici" versati ai “bisognosi”. Il termine è pertanto associato a una condizione di gravi difficoltà economiche in cui versa l'individuo.  

Welfare per gli italiani indica invece i “social benefits”, il “welfare State”, il “welfare system”.  Nella penisola, pertanto, l'avere, il ricevere il welfare - "to be on welfare" - non è il "ricevere l'assistenza pubblica". 

 Anche Marcello Messori usa il termine nel senso particolare di “welfare system”: "Bisogna riconoscere che il nostro welfare è stato disegnato per l’Italia degli anni Settanta e richiede importanti riforme per adattarsi alla nuova realtà sociale. In altre parole: non ce lo possiamo più permettere." Per la categoria degli avvocati italiani il ricevere il welfare non vuol dire essersi ridotti a dipendere dall'assistenza pubblica, ma semplicemente il beneficiare di una certa "copertura assistenziale". Dai giornali: "Più di un quarto degli iscritti all'ordine degli avvocati senza welfare". In Nord America, un avvocato “on welfare” è un poveraccio che certamente non esercita più la professione e che non ha neppure i soldi per comprarsi da mangiare. 

Edoardo Narduzzi è autore del libro: “Senza welfare non c’è sviluppo, non c’è futuro.” Noi italiani del Canada, invece, viviamo senza “welfare” e non ce ne lamentiamo. Rari, infatti, sono gli individui e le famiglie, tra noi, che ricevono l’aiuto che il governo dà ai poveri, ossia il welfare. Non c’è che dire: il welfare negli USA e in Canada è l’assistenza pubblica: “You have little or no income or savings, but you still need to eat and put a roof over your head. You might be eligible for social assistance (welfare).” 

Il ministro italiano del welfare non si considera ministro della  “social assistance” ovvero dell'assistenza pubblica ma ministro della “sicurezza” o "previdenza” sociale. Espressioni queste ultime che sono state accantonate, forse perché troppo italiane; ma che se fossero invece ancora in uso avrebbero il merito di non confondere le idee a chi ha dimestichezza con l'inglese.  


Le parole inglesi adottate dagli italiani, campioni di servilismo, servono in genere a tutto fuorché a chiarire il discorso. Ma il “portare avanti il discorso" è molto importante nel gigantesco salone da barbiere in cui i talk show in TV hanno trasformato la penisola. 


Non è solo la dignità nazionale a patire per questi scimmiottamenti all'italiana della lingua altrui, ma la stessa chiarezza della comunicazione. Ma cosa volete, la nostra è ormai una lingua "on welfare", bisognosa cioè dell'elemosina linguistica inglese...
Ed ecco che Wikipedia ci fornisce un chiarimento circa la nascita di questo welfare all’italiana: “Il Ministero, spesso impropriamente denominato "del Welfare", per le funzioni da esso svolte (il termine nel Regno Unito assume il significato di "aiuto sociale"), era il risultato della fusione nel 2008 del Ministero del lavoro e della previdenza sociale, con il Ministero della salute e con il Ministero della solidarietà sociale.” 


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La lingua "biforcuta" della stampa

RIFIUTI

La grande monnezza che tiene la Capitale in ostaggio da 10 anni

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Adesso i "massinformisti" scrivono in dialetto, e non nella lingua del Divino. Correttamente: mondezza.

Treccani:

mondézza (roman. monnézza) s. f. [lat. mundĭtia, der. di mundus «mondo, pulito»]. – 1. L’essere mondo, nettezza; per lo più col senso fig. di purezza: m. di pensieri, m. di parole, m. di opere (Segneri). 2. roman. Spazzatura, immondizia (sign. svoltosi dal precedente, inteso come «ciò che si porta via spazzando, facendo pulizia»).  
Meglio, però, immondizia.



(Le immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico, quindi. Se víolano i diritti d'autore scrivetemi: saranno prontamente rimosse)

 

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