di Salvatore Claudio Sgroi
1. L'evento
mail-are e il neologismo della giornata
Il 27 dicembre 2020 un caro amico e collega nel corso di uno scambio
mail-are mi ha scritto:
"Buon anno “decovidizzato” (ma la
pagliacciata del vax-day merita un vaffa-forever)".
Sollecitato dal vax-day, ho
cercato in Google "vaxday significato"
e mi è subito apparsa, datata 27 dicembre, la videata <Terminologia etc. 27 dicembre:
Vaccination, Vaccine, Vax o V-Day?> della blogger Licia Corbolante,
attiva da oltre 10 anni, ovvero dal 2008.
Un blog chiaramente di questioni linguistiche, che non avevo mai
consultato, che si è rivelato estremamente intrigante sia per la tempestività (in
tempo reale) dell'analisi del vax day,
sia per la quantità di dati riportati (ben 4 voci evidenziate nel titolo),
sia per l'analisi linguistica di chi ha una certa familiarità con la
linguistica, sia per le finalità della rubrica di divulgazione seria, e anche
per i giudizi di valore sulle voci analizzate da parte della stessa blogger e
di altri possibili utenti.
Insomma, ce n'è abbastanza per analizzare da vicino, dal mio punto di
vista (di linguista laico), l'ideologia sottesa a questo blog e alla sua agguerrita
autrice.
Il titolo con punto di domanda "27 dicembre: Vaccination, Vaccine, Vax o V-Day?" e la congiunzione "o" con il valore di
'aut', ovvero di alternativa tra i 4 composti, tradisce subito la
preoccupazione della blogger dinanzi alla varietà e molteplicità delle realtà
lessicali di indicarne solo una come
corretta, scartando le altre.
La Corbolante appare fortemente condizionata dal pregiudizio secondo cui
la pluralità delle voci è motivo di confusione, ambiguità, incomprensione e che
occorre quindi puntare a uno standard, eliminando tutte le varianti. La sua posizione è così agli antipodi dei sociolinguisti per i quali "varietas
delectat".
A questo punto analizziamo dati e argomentazioni presenti nell'intervento
della blogger. Emerge subito un'attenzione --
rilevante -- ai dati linguistici: "Per il momento ho identificato cinque nomi
diversi", scrive la Corbolante, ovvero: 1 Vaccino-day, 2 Vaccination day, 3 Vaccine day, 4 Vax-Day,
5. V-Day, inseriti
in significativi titoli giornalistici:
(i) Vaccino-day Covid, c'è la data anche per
l'Italia.
(ii) Covid, come funziona il
Vaccination day del 27 dicembre
(iii) Vaccine day il 27 dicembre in tutta
Italia e in Europa
(iv) Ok dell'Aifa al vaccino, il
27 dicembre è il V-day
(v) Covid, domenica 27 dicembre
sarà il Vax Day
3.1.2. Analisi diacronica
e sincronica dei neologismi
Qual'è
l'analisi linguistica di questi composti neologici, per quanto riguarda
l'origine (se neoformazioni italiane o "doni" anglo-americani) e la
loro struttura formale (lessemi semplici o complessi)?
Nel titolo dell'intervento appare in primo piano la preoccupazione, se non di datare la comparsa dei 5 neologismi, di segnalare il fatto che "Il 27 dicembre 2020 nei paesi dell’Unione europea inizia ufficialmente la campagna di vaccinazione contro il COVID-19".
Quanto alla struttura dei composti, si evidenzia in primo luogo il
significato del costituente day
'giorno' presente in tutti:
"Riconoscibilità di composti con Day
Anche chi non sa l’inglese ormai ha familiarità con
l’elemento formativo Day, in uso da più di 40
anni in locuzioni del tipo X Day che
denominano il giorno in cui si verifica un evento particolare oppure
una giornata dedicata a una ricorrenza".
Il criterio semantico, oscillante tra comprensibilità dei composti e gusto soggettivo, è dominante nell'analisi, ma finisce con l'intralciare l'analisi formale-strutturale dei composti.
L'analisi
formale dell'ordine tipico dei composti inglesi, con la "testa"
semantica a destra, ovvero "determinante [vaccination- / vaccine- /vax- /v-] + Determinato [-Day]", è infatti inquinata da un
giudizio su un presunto "svantaggio" per gli italofoni:
"La posizione di day (il determinato) come secondo elemento, tipica costruzione inglese, ha però uno svantaggio: in una comunicazione orale richiede che anche il primo elemento (il determinante) sia facilmente riconoscibile".
In realtà, se si esaminano tali composti in termini comunicativi/pragmatici, distinguendo tra "ciò di cui si parla" (o Tema a sinistra) e "ciò che si dice del tema" (o Rema a destra), il lettore apprende subito che in un composto come Vaccination-day si parla del "vaccino" (il "tema" del composto), di cui si dice poi che ha inizio la sua somministrazione.
L'analisi della Corbolante finisce invero con l'introdurre un impertinente giudizio di condanna della diversità strutturale delle lingue, che tende inevitabilmente a suscitare nel lettore il rifiuto neo-puristico dei "doni" stranieri.
Il 1° esempio da lei citato,
Vaccino-day,
è definito "un nome ibrido poco convincente perché sembra improvvisato
(cfr. inglese
farlocco),
ma ha il vantaggio di essere trasparente per chi non conosce l’inglese.".
Più
semplicemente, si tratta dell'adattamento (non già "poco
convincente", né "improvvisato" né "inglese farlocco"
o per altri "pseudo-anglicismo") con traduzione del primo elemento
del composto inglese, certamente più trasparente in italiano. Un adattamento
reso possibile, aggiungiamo noi, dopo una fase di prestiti-importazioni di composti inglesi, come D-Day 1987, shopping day 1990,
open
day 1992, election day 1996, boxing day 1998,
euro
day 1998, Bingo-day 2001, e-day 2001,
immigration-day
2001, notax day 2004, ecc.
A cui si è accompagnata una fase di neoformazioni
anglicizzanti, "Nome italiano + -Day”, ess. Veltroni Day 1996, referendum day 1999, Batistuta-day 2000, Papa-day, PapaDay 2000, stival
day 2000, Barrichello Day 2001, Padania day 2001, Sofia-Day
2001, W day ‘Walter (Veltroni) day’ 2001, Codino-day 2002, tangenziale day 2002, Fiabaday s.m. 2003,
2004, risparmiatori-day 2004, risparmio day 2004, clic day 2007, V-Day ‘Veltroni day’ 2007, W-day ‘Walter Veltroni day’ 2007, Danteday (3 febbraio 2018, P. Di Stefano),
ecc.
3.1.4.2.
Vaccination day
Del 2° composto, Vaccination
day, si evidenziano la "pronuncia
italianizzata 'vacsinèscion'" e la "la lunghezza della locuzione", entrambi elementi che sono "per
l'ascoltatore un vantaggio" perché i due costituenti del composto possono
essere "più facilmente" identificati. Senz'alcuna esplicita sanzione
negativa.
3.1.4.3.
Vaccine day
Il
3° composto, Vaccine day, è invece più oggetto di
"critiche" sul versante fonico e semantico, ed anche con una
descrizione non proprio corretta.
Per
la Corbolante "è più ostico anche [i] perché viene
pronunciato* in modi diversi da persone diverse, come “vàcsin”
e “vacsìn” nell’adattamento italiano, e [ii] l’intera locuzione vaccine day
viene percepita come univerbata".
Ancora una volta [i] la variazione è motivo di
preoccupazione per l'A., che pure in nota asteriscata riporta descrittivamente la variazione diatopica
(inglese ed americana) della pronuncia del composto: "in inglese coesistono più pronunce, tra cui /ˈvæksiːn/
con l’accento sulla prima sillaba, prevalente in Europa, e /vækˈsiːn/ con la
pronuncia sulla seconda sillaba, prevalente negli Stati Uniti".
E ancora [ii] critica il carattere "univerbato", che è proprio del composto. Ma non poteva essere diversamente, come confermato dalla pronuncia americanizzante “vassìndèi” di Giuseppe Conte, da lei sentito "nella conferenza stampa del 18 dicembre" e opportunamente riportata, anche a testimonianza di un uso in bocca a un parlante 'istituzionale'.
Ma
la Corbolante non tiene conto di ciò in quanto elemento di diffusione di tale
costrutto, né del fatto che " Il
ministero della Salute ha optato per Vaccine Day
". Anzi, lei critica la scelta istituzionale in Italia in base, si
potrebbe dire, a un criterio etimologico:
"Non so
perché sia stato scelto proprio Vaccine Day e come potrebbe esserne
giustificato l’uso. Non è un nome che arriva dalle istituzioni
europee: nelle comunicazioni in inglese della Commissione viene infatti usato EU
vaccination days, cfr. ad es. i tweet di Ursula von der Leyen"
La blogger ribadisce altresì il suo disagio neopuristico dinanzi
alla molteplicità di composti:
"I media non si sono preoccupati né di
usare solo il nome istituzionale né della potenziale confusione
data dall’uso contemporaneo di cinque nomi diversi".
3.1.4.4. Vax-Day
Il 4° esempio, Vax-Day, "è la denominazione
più recente" e oggetto, si direbbe, di "lapidazione": (i) "la trovo ridicola perché mi
pare un tentativo di sfoggiare la conoscenza dell’abbreviazione
informale di vaccine o vaccination"; (ii)
"può risultare poco comprensibile (“vàcsdei”?)"; e (iii) è causa
motivo di associazioni proibite: "la parola vax in inglese
(cfr. anti-vaxxer) e soprattutto in
italiano (no-vax,
free-vax, nazivax…) è potenzialmente connotata
perché evoca antivaccinisti e negazionisti vari. Nella giornata delle vaccinazioni meglio evitare
queste associazioni!".
Elementi invero tutti
soggettivi, che non tengono conto del prestigio dell'anglo-americano, lingua
internazionale e veicolare di oltre un miliardo di parlanti nativi e non, di
grande influenza politica e culturale.
Quanto alle associazioni (paradigmatiche) negative,
proprio l'esistenza di un pacchetto di "doni" con il costituente
-vax 'vaccino', ne costituisce un
elemento a favore della sua diffusione.
3.1.4.5.
V-Day
Riguardo
al 5° composto, V-Day, la Corbolante ricorda opportunamente
che "V-Day arriva dal Regno Unito e ha
avuto rilevanza perché è stato usato dal ministro della sanità Matt Hancock il giorno in cui sono iniziate
le vaccinazioni" e riporta un cartello inglese: "V DAY we're
rolling-out vaccines across the UK", facendo anche presente che
V-Day
è stato subito adottato dai media italiani. Ma la Corbolante nel contempo avanza
osservazioni logicistiche e di presunta "polisemia" (invero
"omonimia"):
(i) "V-Day infatti ha come significato primario Victory
Day ed è prematuro e pericoloso cantar
vittoria contro il virus";
(ii) "I media italiani se ne
sono subito appropriati, presumo ignari della polisemia e
delle polemiche, e senza tenere conto che per molti italiani V-Day è
già il nome eufemistico del Vaffanculo Day grillino del 2007".
Data la diversa etimologia di "V", nel 1° caso V(accine) e nel 2° V(affanculo) si tratta
correttamente di omonimia (diacronica e sincronica) e non già di polisemia. Si
può ancora ricordare un altro es. di omonimia, al riguardo: il V-Day ‘Veltroni day’ 2007. Ma detto ciò, è sempre il contesto che
aiuta a disambiguare. E nel caso specifico la frase citata dalla Corbolante non
lascia alcun dubbio: Ok dell'Aifa al vaccino, il
27 dicembre è il V-day.
Dopo tale analisi, non stupisce allora che, dinanzi a
tanta ricchezza e varietà di varianti, emerga alla fine la soluzione soggettiva,
logicistica e neo-puristica dell'A.:
" Se avessi potuto scegliere, avrei preferito un nome
italiano come ad esempio Giornata del vaccino (o della
vaccinazione) anti-Covido simili: poco
accattivanti ma comprensibili da tutti!".
Una scelta "casereccia", ovviamente più che legittima, ma
che non può non tener conto delle scelte di prestigio altrui, tra di loro
variamente concorrenti e coesistenti, con forza di diffusione diversa, secondo
il prestigio dei loro proponenti.
Sommario
1. L'evento mail-are e il neologismo della giornata
2. Il blog intrigante di Licia Corbolante
3. Qual'è mai la ideologia del blog(ger)?
3.1. Titolo rivelatore: "varietas non delectat".
3.1.1. Attenzione ai dati linguistici
3.1.2. Analisi diacronica e sincronica dei neologismi
3.1.3. Datazione dei neologismi?
3.1.4. Struttura inglese del composto
3.1.4.1 Vaccino-day
3.1.4.2. Vaccination
day
3.1.4.3. Vaccine
day
3.1.4.4. Vax-Day
3.1.4.5. V-Day
3.1.5. La soluzione neopuristica proposta
dalla Corbolante
1 commento:
Giorno vaccinale. La mia proposta.
Renato P.
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