domenica 13 dicembre 2020

Una legge "sanguinevole"

Ciò che stiamo per scrivere ─ mettiamo le mani avanti, come usa dire ─ svuoterà la faretra dei linguisti (per gli strali che ci arriveranno) perché proponiamo un termine, esattamente un aggettivo, da affiancare a "sanguinoso" e "sanguinario": sanguinevole. Perché? vi chiederete. I due lemmi esistenti non bastano? Sí, bastano, però nessuno dei due termini  ─ a nostro modo di vedere ─  ha l'accezione "che produce, che può produrre sangue", come si può evincere facilmente, invece, dal suffisso -evole di  "sanguinevole". Questo suffisso, infatti, aggiunto a un sostantivo o a un tema verbale forma un aggettivo atto a indicare una possibilità: meritevole (che può meritare); onorevole (che dà onore o può essere onorato); biasimevole (che può essere biasimato); lacrimevole (che può produrre lacrime); sanguinevole... che può produrre, portare sangue. Diremo, quindi, che quel sanguinario, finalmente, è stato consegnato alla giustizia e che c'è stata una guerra sanguinosa [en passant  (si perdoni il barbarismo): sanguinario può essere anche sostantivo al contrario di sanguinoso, solo aggettivo]. Diremo "correttamente", invece, che in alcuni Paesi vigono leggi sanguinevoli  (che possono far versare del sangue).

PS.: C'è anche il sostantivo sanguinosità, che vale "crudeltà", "violenza" e simili, a lemma nel GDU e nel dizionario Olivetti. Si trova in alcune pubblicazioni.

 

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Possedere il sigillo diplomatico

Chi possiede questo sigillo? La persona che si trova in situazioni di privilegio e non è obbligata a dare spiegazioni circa il suo comportamento. L'espressione è adoperata in senso figurato e, per lo più, con intenti ironici o scherzosi. Il sigillo diplomatico è un timbro in dotazione ai diplomatici, appunto, con il quale si attesta l'autenticità e l'ufficialità di documenti atti a garantire particolari trattamenti e privilegi. Ne sono depositari, ovviamente, il ministro per gli affari esteri e le varie rappresentanze diplomatiche.


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