Se non cadiamo in errore nessun sacro testo grammaticale in nostro possesso, a eccezione del Dizionario Grammaticale di Vincenzo Ceppellini, spiega che esistono due che accentati, uno con l'accento acuto l'altro con quello grave e cambiano di significato a seconda dell'accento.
Riportiamo dal Ceppellini:
«(Ché) con l'accento acuto è aferesi di perché. Congiunzione causale. Esempio: Me ne vado, ché non ne posso piú. Con l'accento grave (chè) si usa nelle esclamazioni per indicare meraviglia. Esempio: Chè! Non ti fermi un poco?; Chè!, te la prendi per così poco?».
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