di Alfio Lanaia *
1. L’evento letterario
Nell’introduzione al Glossario della ristampa selleriana (1998) del romanzo Un filo di fumo (I ediz. Garzanti 1980), Andrea Camilleri scrive: «Il romanzo viene ristampato ora a distanza di diciassette anni e il glossario, nel frattempo, è diventato superfluo. Se, d’accordo con Elvira Sellerio, lo ripubblichiamo è perché la cosa sottilmente ci diverte». Fra le parole spiegate nel Glossario troviamo «Scappacavallo: carrozzino aperto a due posti, leggero, tirato da un solo cavallo» (p. 143). Ecco allora il contesto d’uso della parola:
Padre Imbornone aveva cominciato a fare voci che gli preparassero il
suo scappacavallo che ancora la parte poppiera della
Tomorov non si era inclinata … (p. 106).
Ed ecco un altro
esempio:
Deve
venire in paese, ho portato lo scappacavallo.
La signora marchesa sta morendo (La
stagione della caccia, 1992, p. 64; altri usi in La scomparsa di Patò 2000
[= Oscar Mondadori 2002] (p. 189), Il re di Girgenti, 2001, p. 307,
Privo di titolo, 2005,
p. 139, Il casellante, 2008, p. 64).
2.
Glossario superfluo?
Invano il lettore camilleriano cercherebbe scappacavallo
nei dizionari dell’uso per conoscerne il significato, essendo la parola
registrata dal Grande dizionario della
lingua italiana (= GDLI XVII 829) e in una forma
alternativa: scappacavalli «Tipo di
calesse leggero». Fra i dizionari etimologici la voce è registrata dal Lessico Etimologico Italiano (= LEI IX 153).
Oltre all’indicazione grammaticale, «Invar[iabile].», il GDLI
ci informa che si tratta di un regionalismo, indicandoci anche la data
(presunta), 1965, di prima attestazione, con la citazione di un brano tratto da
La cugina, di Ercole Patti:
Carrozzini e
scappacavalli a due
posti, che avevano partecipato a
molti corsi dei fiori.
Il nome verrà
usato anche in un altro romanzo dello
scrittore siciliano, Un bellissimo novembre (1967, p. 103):
Sasà invece era più adatto a lei, robusto, ricco; oltre
all'Alfa aveva anche uno scappacavalli molto
elegante al quale talvolta attaccava un sauro dai garretti fasciati di bianco,
bellissimo.
In
realtà, ben prima che da Ercole Patti, scappacavalli
era stato già usato da un altro scrittore siciliano, Salvatore
Spinelli, ne Il mondo giovine, 1958, p. 6:
Stefano! attacca la giumenta allo scappacavalli. Luca, tu bada a Turi,
se ha fame o sete.
Ma
è possibile retrodatare il nostro
composto almeno al 1930 con Antonio Aniante, nel romanzo Ultime notti di Taormina, p. 11:
Il commerciante che ha un debole per siffatto carrozzino
detto più comunemente saltafossi o scappacavalli
…
Ancora un’altra
attestazione nel Figlio del sole del
1965 (p. 239):
[…] allor che scenderanno in città, da Castagneto, carichi di
trecce di aglio, chi a piedi, chi in «scappacavalli»,
chi sui carri istoriati e tutti zeppi d’aglio, ornati di oro finto …
Il GDLI considera scappacavalli
un composto di ‘verbo + nome’, cioè dell’imperativo di scappare e del nome cavallo.
Secondo Sgroi (Problemi teorici e
descrittivi dei composti verbo-nominali, in «Quaderni del dipartimento di
linguistica. Università della Calabria», n. 27, 2019, pp. 287-319, a p. 307),
invece, si tratta di un composto subordinato (‘verbo+nome-soggetto’)
esocentrico, cioè con testa semantica
fuori del composto. Il nostro lessema è infatti interpretabile come «‘calessino
a due posti, con cui i cavalli scappano, partono a razzo’».
Poiché, oltre che per il GDLI e il LEI, anche secondo Sgroi si tratta di un
sicilianismo letterario, scappacavalli
non può non derivare dal sic. scappacavaddi, scappacavaddu,
scappacavalli ‘carrozzino a due ruote
e ad un cavallo, gen. usato per le corse al trotto’, seconda la definizione del
Vocabolario Siciliano (= VS) a c. di
Piccitto-Tropea-Trovato 1977-2002. La var. scappacavaḍḍu
è di area catanese e sud-orientale, scappacavaddi è attinta dal VS al
Vocabolario siciliano italiano per tutti, manoscritto inedito di Giuseppe
Trischitta, compilato tra il 1875 e il 1930 circa.
Fra i pochissimi usi letterari della voce siciliana citiamo
un brano tratto da un’opera teatrale di Giuseppe Fava del 1988 (Teatro, 4 voll.
Da Google libri):
PASQUALE — Che io sono venuto per seguire una comanda di padre
e parroco ppa signurinedda . . . Cola — Senti , senti . ... PASQUALE –
Sautafossa . . . ? Voscenza virissi . . . si’ ccattaru tutti i scappacavaddi novi ...
6. Attestazioni
non siciliane
Come abbiamo visto, tutte le attestazioni scritte del
composto provengono da scrittori siciliani, perciò non dovrebbero esserci dubbi
sulla provenienza di scappacavalli/scappacavallo. Con le risorse
informatiche di cui adesso si dispone è possibile, tuttavia, modificare, almeno
in parte, il nostro giudizio. Grazie, infatti, a google libri è possibile
trovare altre attestazioni della nostra voce, letterarie o di altro genere.
Una prima attestazione è quella della scrittrice napoletana,
ma con trascorsi palermitani, Alessandra Lavagnino, che ambienta il suo romanzo in Sardegna (I Daneu. Una famiglia di antiquari,
2003, p. 146):
Ieri dunque con ottimo scappacavallo abbiamo traversato la Baddemanna
(Vallegrande ) che ci divide da Oliena.
Molto più
interessante risulta, invece, questo testo che rappresenta, finora,
l’attestazione più antica, risalendo al 1882, ma soprattutto perché è scritto
da uno scrittore settentrionale, Alberto
De Mojana (Milano, 1835-1909), autore di una cronaca di costume (Excelsior!
II, in «La scuola cattolica», A. X, vol. XIX, 1882, pp. 169-183, a p. 174.)
Vi trovava
ammaestramento e divertimento l’elegante, intelligente, appassionato dello Sport, vagante in profonde
considerazioni, in quell’ampia, ariosa, luminosa rimessa di carrozze fra uno stage del Sala e un landau a scappa cavalli del
Majnetti.
7. I social media
Anche se poco numerose, anche nei social media troviamo usato
il nostro composto. Nel primo esempio è interessante l’uso aggettivale di scappacavallo. Ecco due esempi
campionario:
1.
dovetti imparare a fare il nodo scappacavallo che si scioglie
dalla sella con uno strattone portando via la corda. (moderatore sul forum cavalloplanet.it
del 4/01/ 2014).
2.
Vendo scappacavallo 2
posti 3 balestre, tutto di legno compreso di sedile di pelle a 300 euro. Buono
stato. (S.M. Capua Vetere del 27/1/2020).
8. Conclusioni provvisorie
Dai dati che abbiamo potuto raccogliere, è indubbio che la
maggior parte delle attestazioni del composto
inducano a considerare scappacavalli/scappacavallo un sicilianismo
letterario. La più antica attestazione, tuttavia, rimanda a una provenienza
settentrionale. Se è possibile azzardare un’ipotesi, si potrebbe pensare a un
centro di diffusione legato alle gare ippiche dal quale sarebbe giunto in
Sicilia.
Sommario
1. L’evento letterario
2. Glossario superfluo?
3. La marca d’uso è la (presunta) data di prima attestazione
4. La struttura morfologica
5. Etimo diacronico
6. Attestazioni non siciliane
7. I social media
8. Conclusioni provvisorie
* docente di linguistica generale presso l' Università di Catania
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