venerdì 20 novembre 2020

Lanaia - 3 - Scappacavalli: un regionalismo siciliano?


 di Alfio Lanaia *

1. L’evento letterario

Nell’introduzione al Glossario della ristampa selleriana (1998) del romanzo Un filo di fumo (I ediz. Garzanti 1980), Andrea Camilleri scrive: «Il romanzo viene ristampato ora a distanza di diciassette anni e il glossario, nel frattempo, è diventato superfluo. Se, d’accordo con Elvira Sellerio, lo ripubblichiamo è perché la cosa sottilmente ci diverte».  Fra le parole spiegate nel Glossario troviamo «Scappacavallo: carrozzino aperto a due posti, leggero, tirato da un solo cavallo» (p. 143). Ecco allora il contesto d’uso della parola:

Padre Imbornone aveva cominciato a fare voci che gli preparassero il suo scappacavallo che ancora la parte poppiera della Tomorov non si era inclinata … (p. 106).

Ed ecco un altro esempio:

Deve venire in paese, ho portato lo scappacavallo. La signora marchesa sta morendo (La stagione della caccia, 1992, p. 64; altri usi in La scomparsa di Patò 2000 [= Oscar Mondadori 2002] (p. 189), Il re di Girgenti, 2001, p. 307,  Privo di titolo, 2005, p. 139, Il casellante, 2008, p. 64).   

2. Glossario superfluo?

Invano il lettore camilleriano cercherebbe  scappacavallo nei dizionari dell’uso per conoscerne il significato, essendo la parola registrata dal Grande dizionario della lingua italiana  (= GDLI  XVII 829) e in una forma alternativa: scappacavalli «Tipo di calesse leggero». Fra i dizionari etimologici la voce è registrata dal Lessico Etimologico Italiano  (= LEI IX 153).

 3. La marca d’uso è la (presunta) data di prima attestazione

Oltre all’indicazione grammaticale, «Invar[iabile].», il GDLI ci informa che si tratta di un regionalismo, indicandoci anche la data (presunta), 1965, di prima attestazione, con la citazione di un brano tratto da La cugina, di Ercole Patti:

Carrozzini  e  scappacavalli  a  due  posti,  che avevano partecipato a molti corsi dei fiori.

Il nome verrà usato anche in un altro  romanzo dello scrittore siciliano,  Un bellissimo novembre (1967, p. 103):

Sasà invece era più adatto a lei, robusto, ricco; oltre all'Alfa aveva anche uno scappacavalli molto elegante al quale talvolta attaccava un sauro dai garretti fasciati di bianco, bellissimo.

In realtà, ben prima che da Ercole Patti, scappacavalli era stato già usato da un altro scrittore siciliano, Salvatore Spinelli, ne  Il mondo giovine, 1958, p. 6:

Stefano! attacca la giumenta allo scappacavalli. Luca, tu bada a Turi, se ha fame o sete.

Ma è possibile retrodatare il nostro  composto almeno al 1930 con   Antonio Aniante, nel romanzo Ultime notti di Taormina, p. 11:

Il commerciante che ha un debole per siffatto carrozzino detto più comunemente saltafossi o scappacavalli

Ancora un’altra attestazione nel Figlio del sole del 1965 (p. 239):

[…] allor che scenderanno in città, da Castagneto, carichi di trecce di aglio, chi a piedi, chi in «scappacavalli», chi sui carri istoriati e tutti zeppi d’aglio, ornati di oro finto …

4. La struttura morfologica

Il GDLI considera scappacavalli un composto di ‘verbo + nome’, cioè dell’imperativo di scappare e del nome cavallo. Secondo Sgroi (Problemi teorici e descrittivi dei composti verbo-nominali, in «Quaderni del dipartimento di linguistica. Università della Calabria», n. 27, 2019, pp. 287-319, a p. 307), invece, si tratta di un composto subordinato (‘verbo+nome-soggetto’) esocentrico, cioè con  testa semantica fuori del composto. Il nostro lessema è infatti interpretabile come «‘calessino a due posti, con cui i cavalli scappano, partono a razzo’».

 5. Etimo diacronico

Poiché, oltre che per il GDLI e il LEI,  anche secondo Sgroi si tratta di un sicilianismo letterario, scappacavalli non può non derivare dal sic. scappacavaddi,  scappacavaddu, scappacavalli ‘carrozzino a due ruote e ad un cavallo, gen. usato per le corse al trotto’, seconda la definizione del Vocabolario Siciliano (= VS) a c. di Piccitto-Tropea-Trovato 1977-2002. La var. scappacavaḍḍu è di area catanese e sud-orientale, scappacavaddi è attinta dal VS al Vocabolario siciliano italiano per tutti, manoscritto inedito di Giuseppe Trischitta, compilato tra il 1875 e il 1930 circa.

Fra i pochissimi usi letterari della voce siciliana citiamo un brano tratto da un’opera teatrale di Giuseppe Fava del 1988 (Teatro, 4 voll. Da Google libri):

 

PASQUALE — Che io sono venuto per seguire una comanda di padre e parroco ppa signurinedda . . . Cola — Senti , senti . ... PASQUALE – Sautafossa . . . ? Voscenza virissi . . . si’ ccattaru tutti i scappacavaddi novi ...

 

6. Attestazioni non siciliane

Come abbiamo visto, tutte le attestazioni scritte del composto provengono da scrittori siciliani, perciò non dovrebbero esserci dubbi sulla provenienza di scappacavalli/scappacavallo. Con le risorse informatiche di cui adesso si dispone è possibile, tuttavia, modificare, almeno in parte, il nostro giudizio. Grazie, infatti, a google libri è possibile trovare altre attestazioni della nostra voce, letterarie o di altro genere.

 

Una prima attestazione è quella della scrittrice napoletana, ma con trascorsi palermitani, Alessandra Lavagnino,  che ambienta il suo romanzo in Sardegna (I Daneu. Una famiglia di antiquari, 2003, p. 146):

 

Ieri dunque con ottimo scappacavallo abbiamo traversato la Baddemanna (Vallegrande ) che ci divide da Oliena.

 

Molto più interessante risulta, invece, questo testo che rappresenta, finora, l’attestazione più antica, risalendo al 1882, ma soprattutto perché è scritto da uno scrittore settentrionale, Alberto De Mojana (Milano, 1835-1909), autore di una cronaca di costume  (Excelsior! II, in «La scuola cattolica», A. X, vol. XIX, 1882,   pp. 169-183, a  p. 174.)

 Vi trovava ammaestramento e divertimento l’elegante, intelligente, appassionato dello Sport, vagante in profonde considerazioni, in quell’ampia, ariosa, luminosa rimessa di carrozze fra uno stage del Sala e un landau a scappa cavalli del Majnetti.

7. I social media

Anche se poco numerose, anche nei social media troviamo usato il nostro composto. Nel primo esempio è interessante l’uso aggettivale di scappacavallo. Ecco due esempi campionario:

 

1. dovetti imparare a fare il nodo scappacavallo che si scioglie dalla sella con uno strattone portando via la corda. (moderatore sul forum cavalloplanet.it del 4/01/ 2014).

 

2. Vendo scappacavallo 2 posti 3 balestre, tutto di legno compreso di sedile di pelle a 300 euro. Buono stato. (S.M. Capua Vetere del 27/1/2020).

 

8. Conclusioni provvisorie

Dai dati che abbiamo potuto raccogliere, è indubbio che la maggior parte delle attestazioni del composto  inducano a considerare scappacavalli/scappacavallo un sicilianismo letterario. La più antica attestazione, tuttavia, rimanda a una provenienza settentrionale. Se è possibile azzardare un’ipotesi, si potrebbe pensare a un centro di diffusione legato alle gare ippiche dal quale sarebbe giunto in Sicilia.

          Sommario

1. L’evento letterario

2. Glossario superfluo?

3. La marca d’uso è la (presunta) data di prima attestazione

4. La struttura morfologica

5. Etimo diacronico

6. Attestazioni non siciliane

7. I social media

8. Conclusioni provvisorie

 

* docente di linguistica generale presso l' Università di Catania










 

 

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